Non gli bastano otto gare consecutive in doppia cifra, sette delle quali a oltre 20 punti di media. Non gli basta la miglior stagione della sua, pur già brillante, carriera nelle minors. Non gli basta, con la sua Gazzada, un campionato in vistosa crescita. Quest’anno Jacopo Lepri vuole di più. Quest’anno, come fanno alcuni top-players in NBA-Style, Jacopo vuole l’anello.

Lepri, una delle guardie più devastanti della serie CGold, è un giocatore dotato di un feeling innasto col canestro. Quel cerchio arancione e quella retina sono suoi “amici” da tantissimo tempo. Fin da quando Jacopo giocava nella sua “alma mater”, lo Sportlandia Tradate, club in cui è cresciuto per poi approdare alla Pallacanestro Varese, società con cui ha completato il percorso giovanile, è stato inserito nella rosa di Serie A nella stagione 2014-2015 collezionando 24 presenze e 4 minuti di gioco nella massima serie.

Al Basket 7Laghi da quattro stagioni Jacopo ne è diventato uno dei leader sia nei numeri, solo parzialmente esposti, sia soprattutto sotto il profilo mentale, ovvero come giocatore che funziona da spirito guida. “No, nessuna guida, ma – si schernisce Lepri – solo un giocatore contento di far parte di un gruppo fantastico che in questa stagione punta, con decisione, al top, quindi ai primi due posti che garantiranno la serie C nella prossima stagione”.

Posizioni al vertice per le quali da poche settimane vi siete clamorosamente rilanciati: cos’è successo, o meglio cos’è cambiato?
“Tutti sanno che recentemente, prima di Natale, c’è stato un avvicendamento in panchina con coach Davide Piccolo che ha sostituito il dimissionario coach Zambelli. Col cambio di guida tecnica è cambiato tutto, in particolare alle voci intensità, ritmo in allenamento, fatica e sacrificio. Fin dal primo minuto della gestione di coach Piccolo ci siamo dati un obiettivo comune: poche parole, molti fatti, ettolitri di sudore versati sul parquet. Durante le feste ci siamo allenati tantissimo, con impegno straordinario e con la voglia di rimediare ad una situazione davvero brutta nella quale ci siamo visti tutti coinvolti. A conti fatti direi che i risultati non si sono fatti attendere perché dopo la pausa abbiamo cambiato passo in maniera netta battendo l’ex capolista Saronno, espugnando il difficile campo di Cernusco e battendo Gorgonzola nell’ultimo turno. Adesso in compagnia di Lissone e Saronno occupiamo un affollato secondo posto, ma rispetto alle nostre avversarie dirette abbiamo una fortissima consapevolezza: sappiamo di aver già sprecato tutti i jolly presenti nel nostro mazzo e, di conseguenza, da qui alla fine della stagione regolare dovremo essere semplicemente perfetti”.

In questa ricerca della perfezione si staglia, davvero potente, la tua figura, quella di un giocatore che più di altri, più di tutti sembra aver tratto grandissimo beneficio dal cambio di coach.
“Premessa doverosa: gran parte di quello che sono come giocatore di questa categoria lo devo a coach Zambelli che fin dal primo giorno mi ha fatto sentire importante mettendomi sempre al centro del suo progetto tecnico. Tuttavia, è anche vero che negli ultimi tempi, per diverse ragioni, in allenamento non riuscivamo a produrre quel cambio di ritmo in difesa e quei cambi di velocità in attacco indispensabili per poter essere competitivi per i piani alti della classifica. Tutte cose che invece abbiamo ritrovato con l’arrivo di coach Piccolo che, suo merito, ci ha messo nelle migliori condizioni per poter esprimere, tutti quanti, le nostre qualità, poter sfruttare le nostre caratteristiche e, in buona sostanza, essere sempre utili e performanti per la squadra. In questo buon rendimento generale io sto solo facendo la mia parte facendo le cose richieste dall’allenatore. In più, come si usa dire in gergo: sono in fiducia e, quindi, tutto mi riesce bene. Il gioco fluisce dalle mie mani naturalezza e senza sforzo. Insomma: giocare quando stai bene e ti senti supportato da staff tecnico e compagni è davvero easy“.

In conclusione: a che punto è la tua carriera?
“Sto giocando un basket “tre metri sopra il cielo” e producendo la pallacanestro più bella, redditizia e gratificante di sempre, ma a differenza di ciò che succedeva in passato adesso il mio focus è puntato solo un obiettivo: vincere, finalmente, con Gazzada. Al netto di tutto ciò chiudo dicendo che non sono minimamente interessato ai numeri, ai punti segnati, alle statistiche, alle percentuali. L’unica cosa che mi interessa, anzi ci interessa, è arrivare in fondo a braccia alzate conquistando il primo o, al più, il secondo posto. Quello è il mio/nostro traguardo stagionale. Quello è il mio anello”.

Massimo Turconi

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