
Dopo due sconfitte consecutive il Città di Varese femminile è tornato a vincere e lo ha fatto nel migliore dei modi, in trasferta contro una diretta contendente per i posti più prestigiosi a metà classifica. Il 3-1 sul Sedriano è stato ovviamente frutto di un’ottima prestazione collettiva, ma il segreto del successo porta in particolare un nome e un cognome: Giulia Savi.
L’attaccante classe ’02, in prestito dalla Solbiatese Azalee, si è infatti distinta siglando una doppietta nel giro di un paio di minuti che ha indirizzato la sfida, sfiorando anche la tripletta. Appuntamento con l’hat-trick rimandato e la sensazione è che arriverà presto, visto che l’attitudine, le qualità, la grinta e la corsa non mancano mai a Savi e non le sono mai mancate fin da quando ha iniziato a giocare all’età di sei anni.
Una passione, quella per il calcio, nata da sempre e coltivata giocando in cortile con papà Paolo. Poi la svolta, che la stessa classe ’02 ricorda con affetto: “Un giorno andai a vedere una partita di mia zia Anna e, al termine dell’incontro, un allenatore radunò tutti i bambini facendoci giocare: da lì non ho più smesso e già dalle settimana seguente ho iniziato al CSI con la maglia del Casalvilla. Ben presto mi sono spostata alla Azalee facendo tutte le categorie possibili nel maschile per poi passare al femminile; lo scorso anno a Gavirate non ho potuto giocare molto a causa di un problemino e ora sono qui al Varese”.
Com’è nato il passaggio al Varese e come ti trovi?
“La scorsa estate hanno proposto a gran parte della squadra del Gavirate di spostarsi a Varese, ma solo io e Alessia (Bogni, ndr) abbiamo accettato: dal mio punto di vista credo sia una delle scelte migliori mai fatte perché fin dal primo giorno siamo state accolte nel migliore dei modi ed entrare nello spogliatoio biancorosso mi fa sentire a casa. Il mister? È una bellissima persona e, oltre ad essere un grande allenatore, è soprattutto un amico. Dà importanza a cose che magari altri tralascerebbero e per questo motivo riesce a compiere uno straordinario lavoro aiutandoci a crescere dal punto di vista sportivo e psicologico. A tal proposito un semplice messaggio dopo le partite fa tanto: è bravo a capire i tanti caratteri diversi ed è il primo a farsi avanti per dare un consiglio se vede che qualcosa non va”.
Domenica cosa ti ha scritto?
“Mi ha mandato un messaggio dicendomi solo due parole: partita clamorosa (sorride, ndr). Al netto della mia prestazione, era una partita da vincere a tutti i costi e, anche grazie al lavoro del mister, siamo entrate in campo nella maniera migliore disputando un’ottima prova di squadra. Personalmente mi sento meglio ogni giorno che passa e sto tirando fuori quella grinta che negli ultimi anni avevo un po’ smarrito; per un attaccante, poi, segnare fa sempre piacere. Obiettivo? Avendo fatto sei gol fin qui punto a raggiungere la doppia cifra, ma non voglio certo fermarmi lì”.
Condividi il reparto con una certa Michela Lunardi: qual è il tuo rapporto con lei?
“Io ho iniziato la stagione giocando da esterna, non propriamente il mio ruolo, mentre ora agisco da seconda punta: mi trovo decisamente meglio anche perché avere un punto di riferimento del calibro di Michela vuol dire davvero tanto. Oltre ad essere una calciatrice fortissima, è stata una delle prime ad accogliermi in squadra facendomi subito capire il tipo di lavoro che il mister avrebbe fatto con chiunque per riuscire a farci tirar fuori il massimo. Come lei, comunque, anche le altre ragazze sono straordinarie e domenica ho sentito un enorme affetto da parte di tutte”.
A livello puramente sportivo in cosa devi migliorare?
“È strano e per certi versi imbarazzante da dire in una categoria come l’Eccellenza, ma è già tanto se uso il sinistro per un passaggio. Posso fare qualsiasi cosa, ma se mi chiedono di calciare con il mancino vado in crisi. In generale si può sempre migliorare in tutto, ma sul mio piede debole devo compiere un’impresa”.
Serie C: ci arriverai con la maglia della Solbiatese Azalee o del Città di Varese?
“Città di Varese, senza dubbio: la mia idea è quella di restare qui e portare il Varese in Serie C. Cosa manca? Di sicuro la capacità di tenere costantemente alta l’asticella dell’attenzione perché a volte paghiamo dei vuoti, ma credo che continuando a fare esperienza e aggiungendo alcuni tasselli importanti alla rosa potremo fare il passo. L’attitudine, lo spirito di sacrificio e la costanza in allenamento sono prerogative fondanti di questa squadra. Il mio sogno? Arrivare in Serie A, credo sia un po’ il sogno di qualsiasi ragazza che inizia a giocare a calcio”.
A livello personale cosa puoi raccontarci?
“Inizialmente volevo proseguire con gli studi, ma ho capito che non era quella la strada giusta per me. O meglio, non lo è al momento: mi piacerebbe lavorare nel mondo del calcio, magari come preparatore atletico, e non escludo che un domani possa decidere di iniziare un percorso accademico. Per adesso, comunque, avanti tutta sul calcio in attesa di trovare un lavoretto. Ci tengo però a ringraziare il mio fidanzato Matteo De Maddalena, difensore dell’Union Tre Valli, per il supporto che mi dà; ovviamente, però, sono più forte io”.
Chiudiamo sul prossimo impegno: cosa puoi dirmi sul match di domenica?
“La Polisportiva Oratorio 2B è una squadra sulla carta più debole del Sedriano, ma proprio per questo non andrà sottovalutata perché il campionato ci ha insegnato che se non si entra in campo con la mentalità giusta si può perdere contro chiunque. La motivazione in più, dal nostro punto di vista, sarà data dalla possibilità di scavalcare il Minerva e conquistare il settimo posto: siamo pronte, cariche e determinate. Tripletta? Ci proviamo!”.
Matteo Carraro