Silenzio e lavoro sul campo“. Questo il mantra di Bryan Mecca dopo il pareggio per 1-1 contro il Villa Valle che non ha mosso di un centimetro le speranze salvezza del Città di Varese, atteso domenica prossima da un altro scontro diretto di fondamentale importanza contro il Sona (che insegue a -6). Così come la squadra (anzi, forse di più), anche mister Porro è ben consapevole dell’importanza del momento e della necessità di far parlare il campo ma, in quanto allenatore, ha il dovere di parlare per analizzare le partite e tenere alto il morale. Cosa che ha fatto domenica, prima di gettarsi subito nella preparazione del match contro i veneti in programma domenica 19 marzo a Sona alle ore 14.30.

Analisi sempre lucide e fondate che però, inevitabilmente, dividono la tifoseria tra chi gli dà ragione e chi preferirebbe invece un Varese all’assalto per 90′. La parola chiave di Porro è “equilibrio“, il che implica un connubio tra le due parti: giusto non sbilanciarsi troppo, ma filo in più di cattiveria non guasterebbe. Il Città di Varese è infatti una squadra impaurita, lo dice la storia di questa stagione sciagurata, e gettarsi all’attacco senza costrutto sarebbe ben più deleterio di un atteggiamento rinunciatario visto troppe volte in campionato.

Porro sta provando a costruire una base di certezze (a cominciare dalla difesa) per poi lavorare sull’attacco; il nemico numero uno in tal senso, oltre al Varese stesso, è il tempo: i match point sono sempre meno e la strada per la salvezza si fa sempre più in salita. Se lo scorso anno il tecnico aveva subito lavorato sulla “varesinità” della squadra appellandosi ai senatori (in ben altra situazione di classifica), quest’anno il compito è più arduo dopo lo scioglimento del blocco storico nel mercato invernale; non mancano, comunque, uomini d’esperienza chiamati a tirar fuori qualcosa in più per regalare ad una piazza storica come Varese un traguardo che non gli appartiene ma che, visto il momento, varrebbe ben più di una promozione.

In difesa della difesa

Già Luciano De Paola aveva capito come la solidità difensiva doveva essere la chiave per far svoltare il Varese nel girone di ritorno e Porro ha proseguito su questa linea preparando le ultime tre sfide nel miglior modo possibile al fine di non far soffrire troppo la squadra. Esperimento riuscito a metà: sulla carta gli attacchi di Desenzano, Arconatese e Villa Valle sono stati ingabbiati, ma i gol sono arrivati in maniera quasi “casuale”. Dal tiro da fuori del Desenzano (su cui la difesa doveva uscire meglio) ai due su palla inattiva contro i bresciani (rigore nato da un tocco di mano su calcio d’angolo) e Villa Valle (punizione laterale), passando per un lancio lungo letto male da Moleri contro l’Arconatese.

Nel complesso, comunque, il numero di palle gol concesse agli avversari è drasticamente calato rispetto alle uscite precedenti e lo testimonia il dato dei gol concessi nelle stesse partite tra andata e ritorno: 20 reti subìte nelle prime dieci partite del campionato, 9 nelle prime dieci del 2023. Chiaro che, a livello generale, la difesa del Varese paga dazio nei confronti delle altre squadre visto che i 40 gol al passivo la collocano al terzultimo posto davanti solo a Sona (44) e Caronnese (50).

In attacco dell’attacco

Se la difesa, al netto delle disattenzioni di cui sopra (pagate carissimo), ha dimostrato un netto miglioramento, lo stesso non si può dire dell’attacco che è invece crollato sia nei numeri sia nell’incidenza all’interno della gara. Il già per sé impietoso dato delle reti segnate (23, il quarto peggior attacco dopo i 16 del Sona, i 20 della Caronnese e i 21 della Real Calepina) impallidisce confrontando le statistiche delle dieci gare già prese in analisi per la difesa: a inizio campionato (cinque partite con Porro e cinque con De Paola), i biancorossi avevano segnato 14 reti mentre, nelle prime dieci partite del girone di ritorno i gol fatti sono stati appena 3. Una crisi che il Varese sta pagando a carissimo prezzo perché è dai gol che passano le vittorie e, conseguentemente, la salvezza di una squadra.

Lo scellerato mercato invernale ha lasciato al Varese il solo Ferrario come attaccante di ruolo e il blocco realizzativo del centravanti (unito allo scarso supporto realizzativo degli altri reparti) sta influendo negativamente sulla pericolosità offensiva biancorossa. La soluzione? In nome dell’equilibrio tanto caro (giustamente) a Porro, bisognerebbe comunque cercare di alzare il baricentro per portare più uomini a riempire l’area, meglio ancora se incursori alla Mecca, e soprattutto trovare molta più cattiveria e rabbia agonistica di quella dimostrata fin qui.

Settebello

Per fortuna, il Città di Varese ha ancora il suo destino nelle proprie mani senza dover dipendere dagli altri. O meglio, passi falsi sarebbero sempre ben graditi, ma al Varese basta vincere per avere la certezza matematica di giocarsi la salvezza quanto meno ai playout. Domenica prossima, infatti, con una vittoria i biancorossi arriverebbero almeno a -7 dal tredicesimo posto, rientrando così nella forbice per lo spareggio, visto che andrà contemporaneamente in scena lo scontro diretto Folgore Caratese-Villa Valle. I brianzoli (quattordicesimi) hanno al momento 32 punti, i bergamaschi 31 e il Varese 22: a prescindere dal risultato di Carate Brianza, una vittoria varrebbe oro per il Varese. L’incognita, semmai, è rappresentata dai 30 punti del Breno che, vincendo, scavalcherebbe a sua volta una delle due mantenendo così gli otto punti di vantaggio sul Varese (in quel caso ancora virtualmente retrocesso); i bresciani, però, se la vedranno con la capolista Lumezzane e la settimana dopo ancora faranno visita proprio alla Folgore Caratese.

Discorsi che saranno rimandati a domenica 19 marzo, nonostante la 28^ giornata del Girone di Serie D inizierà già domani pomeriggio con Arconatese-Ponte San Pietro (14.30). Vista l’incombenza della Viareggio Cup (da lunedì 20 marzo a lunedì 3 aprile), la LND ha infatti concesso alle squadre interessate da convocazione di propri tesserati, di anticipare il turno in programma il prossimo weekend e questo è il caso proprio del Ponte San Pietro visto che Stefano Mangiapoco (portiere classe ’04) è stato convocato dalla Rappresentativa; anticipate, nel Girone A, anche Borgosesia-Gozzano e Ligorna-Sestri Levante.

A questo punto, al Varese non resta che rimboccarsi le maniche e lavorare sulle ultime sette partite che decideranno il destino dei biancorossi: Sona, Brusaporto, Ponte San Pietro, Caronnese, Folgore Caratese, Sporting Franciacorta e Lumezzane. La squadra si è ritrovata quest’oggi alle Bustecche per assimilare il boccone amaro del pari contro il Villa Valle e iniziare a preparare la trasferta veneta: solito iter settimanale (mercoledì sessione mattutina alle 10.30, giovedì e venerdì alle 14.30 e rifinitura sabato alle 10.00) per giungere nel migliore dei modi alla nuova più importante sfida dell’anno.

Matteo Carraro

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