Ciao Varese, come stai? Posso immaginarlo… Oggi è il tuo compleanno, volevo farti i miei più sinceri auguri per i tuoi 113 anni di storia. Davvero tanti, non credi? Quante ne hai passate, attraversando le epoche del novecento e gettandoti con speranza nel nuovo millennio. Certo, hai modificato diverse volte la tua identità (forse troppe), ma non hai mai cambiato il tuo splendido abito: quell’ardente divisa biancorossa che dal 1926 colora lo stadio di Masnago, dopo un iniziale avvio in viola.

Quanti bei momenti hai saputo regalare ai tuoi tifosi. Ricordi la gioia che hai donato tra il 62’ e il ’65? Nel giro di tre anni sei riuscito a passare dalla Serie C alla prima storica salvezza in Serie A, con quell’Ettore Puricelli in panchina capace di creare un ciclo irripetibile. Da giovane lo chiamavano “Testina d’oro” perché era uno specialista del colpo di testa, ma a fare la differenza era la sua materia grigia. Alla guida un illuminato del lavoro e dello sport, l’impareggiabile Cavalier Giovanni Borghi, massimo protagonista del boom economico e reale artefice del periodo più alto che la città intera possa ricordare.

E le vittorie prestigiose contro le “sette sorelle” del calcio italiano? Quando giocavi in casa, l’Ossola diventava una sorta di fortino inespugnabile, capace di costringere alla resa anche gli avversari più ostici e blasonati. Eri riuscito a crearti una nomea nazionale, generando rispetto e timore reverenziale. Ricordi il campionato di Serie B del 1981-82? Quell’anno sì che hai saputo spaventare i tuoi avversari, non ti mancava nulla per riaffacciarti al grande palcoscenico della Serie A; sappiamo però come andò a finire, quella partita contro la Lazio grida ancora vendetta a distanza di quarant’anni.

Come tutti hai avuto i tuoi momenti no e il fallimento del 1988 fu il primo capitolo di un copione che, purtroppo, i tifosi hanno dovuto leggere troppe volte. Hai saputo però rialzarti e successivamente splendere, aggiungendo al tuo palmares anche la Coppa Italia Dilettanti nel ’94 e la Coppa Italia Serie C nel ’95.
Il 2004 fu un annus horribilis, con tutte quelle vicissitudini societarie ai quali non si era ancora abituati. Sei rinato e sei arrivato a toccare apici che non si vedevano da una ventina d’anni. Hai saputo trionfare in D, consolidarti in C e tornare in B in grande stile, sfiorando per due volte consecutive la promozione nel massimo torneo. Ricordi il match di ritorno nella finale playoff del 2012? Diluviava quella sera all’Ossola contro la Sampdoria, c’era un temporale da far paura, tanto che per un attimo si pensò che non si sarebbe giocato. Che atmosfera, lo stadio era traboccante di tifosi accorsi solo per te, come non lo si vedeva da molto tempo. Conosciamo l’epilogo di quel doppio confronto, ma certe emozioni non si dimenticano.

Dopo quella sfida, ogni anno a seguire è stato un continuo calare, fino a quel terzo fallimento del 2015 che ti ha fatto sparire dalla mappa del professionismo. Le ultime stagioni non sono state particolarmente scintillanti, anche se qualche soddisfazione hai saputo togliertela, come la stagione dei record in Eccellenza e la sontuosa vittoria dei playoff di Serie D della scorsa primavera. A ripensarci, sembra sia passato un lustro… Già, perché quest’anno è difficile riconoscerti: sembra tu abbia perso quel fuoco capace di far emozionare una città intera, quella grinta che in passato ha saputo risollevarti dai momenti più bui. In genere i regali si fanno a chi gli anni li compie, ma i tifosi non sarebbero affatto dispiaciuti se il regalo lo facessi tu.

Tanti auguri caro Varese, nella speranza di rivederti brillare ed emozionare, accendendo quella passione tinta di bianco e di rosso che si illumina all’ombra del Sacro Monte e ben contrasta sul verde prato dell’Ossola. Ad maiora semper!

Dario Primerano

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