Conto alla rovescia per sabato 25 marzo, data in cui si conoscerà il nome del nuovo Presidente del Comitato Regionale Lombardia (dopo la prematura scomparsa di Carlo Tavecchio) che avrà il compito di portare a termine il quadriennio 2021/2024.

All’Assemblea Elettiva si sfideranno Sergio Pedrazzini (Vice Presidente Vicario che negli ultimi mesi ha svolto, come da protocollo, le funzioni di Presidente) e Alberto Pasqualisconfitto proprio da Tavecchio nel 2021.

E chi dal 2021 è consigliere regionale è Dario Lo Bello, che dopo i primi passi mossi da dirigente nel varesotto ha aperto le braccia alla chiamata del CRL, esprimendo quelle che sono le sue sensazioni in vista di una giornata importante come quella di domani.

Tra meno di 24 ore le società saranno chiamate a scegliere il proprio presidente regionale. Da consigliere come ha vissuto questo periodo di “propaganda”?
“Con la massima serenità, siamo convinti che il lavoro fatto da Tavecchio e da tutti noi verrà apprezzato dalle società, alle quali siamo stati molto vicini in un momento difficilissimo come quello che abbiamo vissuto non più di due anni fa. Sergio (Pedrazzini ndr) è la naturale conseguenza di questo Consiglio che è unito, compatto e che so dai confronti con le società che ha riscosso particolare consenso, tanto che a Varese non mi sbilancio nel dire che i numeri arrivano oltre il 90%”.

Il suo augurio, dunque, è quello di una continuità rispetto a quanto portato avanti in questi due anni?
“Credo che sia giusto portare avanti i programmi cha avevamo con il presidente Tavecchio, che erano i programmi di questo Consiglio. Chiaramente essi avverranno con un nuovo presidente, Pedrazzini, una persona molto vicino alle società e presente su almeno 3-4 campi nel fine settimana. Non è quindi una rottura rispetto al passato, ma solo una passaggio di ciò che faceva da prima nelle vesti nuove di Presidente”.

Quali sono i temi che avete portato avanti in questi primi due anni e che intendete portare avanti nel prossimo mandato?
“Completare le riforme dei campionati, ma soprattutto portare avanti il tema dell’efficientamento energetico perché esso rappresenta una delle prime spese delle società: non è più possibile rinviare questi temi. I centri sportivi vanno rimodernati a partire dall’efficientamento energetico, abbiamo accordi con Eni e Agilux che vanno implementati; non è facile perché sono tematiche che necessitano un dialogo anche con le amministrazioni comunali e regionali ed al momento non siamo ancora arrivati ad un risultato che soddisfi le società, ma è sicuramente un tema che porteremo avanti con molta convinzione”.

Oltre a questo, ci saranno anche i temi della riforma dello sport e del vincolo sportivo che chiamano ad un lavoro non indifferente il prossimo presidente ed il Consiglio…
“La riforma dello sport è analoga al tema dell’efficientamento energetico. Va riportato il termine “dilettanti” all’interno di questa legge, perché dal punto di vista del lavoratore sportivo è impensabile che si applichi la stessa norma sia per la Serie D che per la Terza Categoria. Anche per il vincolo abbiamo proposto delle modifiche che andrebbero a coinvolgere le NOIF, questo a tutela dei settori giovanili in particolare”.

Quale invece secondo lei un tema di uguale importanza ma che necessita di un tempo un po’ più lungo per essere realizzato?
“Un obiettivo a lungo termine è di rivedere i settori giovanili. Qui va fatto un discorso importante, ci sono molti temi nel settore giovanile da affrontare, dalle infrastrutture a delle norme per portare la crescita dei ragazzi. Io credo che i ragazzi fino ai 12 anni debbano restare nelle società dilettantistiche e poi, chi naturalmente lo merita, si possa spostare nei settori professionistici. Questo non solo per la crescita dei ragazzi che eviterebbero così di fare centinaia di chilometri a settimana a soli 7-8 anni, ma anche per una collaborazione più stretta tra dilettantismo e professionismo che porti tutto il sistema calcio a crescere. Questo è un tema più da FIGC che da comitati regionali, ma è sicuramente un tema che mi auguro si possa toccare nei prossimi anni”.

Per chiudere, come si immagina il calcio lombardo a partire dal 26 marzo?
“Non diverso da quello del 24”.

Francesco Vasco

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