C’è poco da fare: la mentalità vincente è innata, o la si ha o non la si ha. Cecilia Cavallin ce l’ha eccome, dimostrandolo giorno dopo giorno con la maglia del Città di Varese e, settimana scorsa, con la divisa della Rappresentativa Regionale della Lombardia trionfando al Torneo delle Regioni (insieme, tra le altre, alla compagna di squadra Alessia Bogni) grazie alla vittoria in finale per 2-0 sull’Emilia Romagna.

Di ritorno in biancorosso, la centrocampista classe ’04 ha festeggiato anche il ritorno alla vittoria del suo Varese (dopo due sconfitte e un pareggio) espugnando per 3-0 il campo del CUS Bicocca. Il campionato d’Eccellenza ha però ormai davvero poco da dire: il Monterosso ha conquistato l’unico slot disponibile per la Serie C e, in assenza di playoff, l’unico obiettivo per le biancorosse è quello di difendere l’attuale ottava posizione.

Doveroso, pertanto, iniziare la nostra chiacchierata dal trionfo al Torneo delle Regioni. “Al di là della vittoria – esordisce Cavallin – è stata una bellissima esperienza formativa perché confrontarsi con ragazze di altre regioni aiuta a crescere. Il livello era mediamente buono: forse mi aspettavo un po’ di più dal Lazio, mentre l’Emilia Romagna mi ha sorpreso: erano inferiori a noi ma, complice l’emozione della finale, sono riuscite a metterci in difficoltà”.

A livello personale come giudichi il tuo cammino?
“Ho sicuramente disputato un buon torneo segnando quattro gol: non mi aspettavo di essere titolare e di giocare così tanto, ma sono felice per come sia andata. Già dai primi raduni l’obiettivo era quello di conquistare la decima vittoria e sapevamo di partire favorite insieme al Piemonte: abbiamo battuto le padrone di casa ai quarti di finale e da lì ci siamo tolte quel velo di tensione che, inevitabilmente, finale a parte, c’era. L’obiettivo è comunque stato raggiunto e personalmente mi sono goduta questo viaggio con un gran bel gruppo di ragazze”.

A maggior ragione dopo una vittoria del genere, quali sono i margini di crescita del calcio femminile lombardo?
“Credo che siano davvero ampi. In Lombardia, a differenza di altre regioni, abbiamo la fortuna di avere più squadre e più possibilità per giocare, ma è chiaro che dobbiamo crescere ancora di più. Le possibilità ci sono e anche noi, nel nostro piccolo, possiamo fare tanto affinché sempre più ragazze si avvicinino al nostro movimento”.

Di ritorno a Varese hai portato con te una mentalità vincente: quanto è stato importante tornare al successo dopo un periodo di appannamento?
“Era importante soprattutto per chiudere al meglio la stagione: domenica è stata una bella vittoria e, anche se non ero al 100% dopo il Torneo, sono contenta di aver contribuito. Arrivati a questo punto della stagione credo sia normale vivere una lieve fase di calo, soprattutto a livello psicologico, visto che il campionato non offre né traguardi da raggiungere né particolari stimoli. Da matricole volevamo salvarci e lo abbiamo fatto alla grande chiudendo a metà classifica: ora speriamo di salutare come si deve il campionato contro due big del calibro di Doverese e Crema”.

Classe ’04, ma già punto fermo inossidabile del Città di Varese, 21 gol e personalità da vendere: in cosa devi migliorare?
“Sicuramente devo crescere da un punto di vista tattico, di movimenti, e non sarebbe male migliorare il gioco aereo. Ho comunque iniziato da zero a 14 anni con il Ceresium Bisustum: se avessi cominciato a giocare prima sarei di sicuro più avanti, ma gli anni precedenti non sono certo stati buttati perché, avendo fatto tanta atletica, ho acquisito resistenza, velocità e coordinazione. A livello realizzativo non posso che essere soddisfatta: sapevo che avrei segnato meno rispetto alla Promozione, ma puntavo alla doppia cifra e non mi sarei mai aspettata di arrivare a superare quota 20. Adesso voglio chiudere al meglio”.

Qual è stato il momento più bello della stagione?
“Una partita in cui io non c’ero: la vittoria in trasferta contro il Lecco. Essendo in gita in Sicilia con la scuola non ho potuto partecipare ad uno dei match più sentiti dell’anno, ma l’ho seguita da lontano e so che quella vittoria è stata importantissima e bellissima. Cosa studio? Frequento il Liceo Scientifico di Bisuschio e l’anno prossimo mi piacerebbe iniziare l’Università di Scienze Motorie; il tutto, ovviamente, in parallelo al calcio perché voglio migliorarmi sempre più e arrivare sempre più in alto”.

Qual è il tuo sogno?
“Arrivare in Serie A e in Nazionale. Pur avendo iniziato relativamente tardi ho sempre voluto giocare e, da buona juventina, non posso che ispirarmi ad Alex Del Piero. Mi sono fatta le ossa giocando con mio fratello, mio padre, mio nonno e con i miei amici all’intervallo e in oratorio, finché mi sono decisa ad iniziare. Il mio punto di forza? La concentrazione. Do molta importanza al calcio perché credo in quello che faccio e prima delle partite sono davvero concentrata su quello che andrò a fare da lì a poco”.

Nell’immediato, invece, qual è l’obiettivo?
“La stagione è praticamente finita e il nostro sguardo è rivolto alla prossima: vogliamo rinforzarci, crescere e stare più vicine alle prime. Sappiamo di avere la possibilità di farlo perché il gruppo è la nostra vera forza: nonostante le età diverse ci troviamo davvero in sintonia, usciamo spesso a mangiare insieme dopo gli allenamenti e con il mister c’è un bellissimo rapporto visto che non si limita a farlo in campo ma lo è anche e soprattutto al di fuori. Ringraziamenti? Il pensiero va ai miei nonni perché sono sempre con me e mi hanno seguita anche al Torneo delle Regioni. Un grande grazie va in particolare anche alle mie compagne Alice, Miriam Marghe e Bea (Meloni, Laino, Fava e Oldani, ndr), le più vicine a me dal punto di vista anagrafico, perché con loro c’è un rapporto ancor più bello. Ripeto, comunque, che la nostra forza è il gruppo nella sua interezza e l’anno prossimo ci presenteremo ai nastri di partenza con ancor più determinazione”.

Matteo Carraro

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