Il giorno dopo è il giorno del dolore, della rabbia e dell’amarezza. E così sarà a lungo perché una retrocessione del genere non può che bruciare per parecchio tempo e restare una macchia indelebile nella storia calcistica di Varese: al termine di una stagione indecorosa, il Città di Varese era riuscita ad aggrapparsi alla speranza playout, ma i 120′ di Carate Brianza hanno certificato il fallimento del progetto sportivo 2022/23 culminato con una pesante sconfitta per 2-0 (merito di una mai doma Folgore Caratese degli ex biancorossi Giuliano Melosi e Mauro Borghetti) e l’addio alla Serie D. Addio che dovrà ancora essere certificato visto che in mattinata la società biancorossa ha presentato ricorso di non omologazione del risultato a causa dell’altezza non regolamentare delle porte: la decisione del Giudice Sportivo è attesa per domani mattina.

A prescindere dall’esito del ricorso, il Varese non doveva finire in questa situazione. Uno, nessuno, centomila. Ecco i colpevoli di tutto ciò: se al termine del match la curva ha ancora una volta sostenuto mister Porro e la squadra, online si punta il dito verso chiunque. Massimo Chiarello scrive: “Non abbiamo perso oggi… paghiamo i mesi persi con De Paola“, anche se Alessio Contadin fa notare: “Non abbiamo fatto un tiro in porta nella partita più importante della stagione“.

Ad inizio stagione ci si vantava di vincere il campionato… Davvero complimenti!” tuona Matteo D’Andrea. Nel vortice della critica, inevitabilmente, la società e la dirigenza: parole come “incompetenti” e “vergogna” si sprecano. “Senza una società sarà sempre peggio” sentenzia Maurizio Sciammarella e Lamberto Raspa aggiunge: “Ci vuole gente che ama il Varese“. Matteo Forte si unisce: “Bravissimi… siete riusciti nell’impresa… RETROCEDERE… missione compiuta.. era quello che volevate giusto? Andate tutti a lavorare!!! Vergogna“. Ci arriva anche il messaggio di C.L.: “Oggi andiamo via da Carate con una speranza: prima o poi anche noi, tifosi veri del Varese, riusciremo a chiudere il cerchio con gli autori dello scempio di quest’anno, cacciandoli!!!! Così oggi ci ha insegnato mister Melosi!!“.

Edoardo Manfredi tiene banco con un lungo sfogo: “Non abbiamo fatto un tiro in porta in 120 minuti nella partita più importante della stagione, la maggior parte dei giocatori farebbe panchina nel campionato di Promozione, l’annata è stata disastrosa e la cosa più indecente è che nessuno della dirigenza si sia presentato a fine partita per dire due parole… I tifosi biancorossi non meritano più questo scempio, ora fate una bella pulizia di tutti quei personaggi che stanno distruggendo questa gloriosa società!!! SEMPRE FORZA VARESE“.

E adesso? Filippo Lo Pinto, per quanto non formalmente in società, in un lungo post di scuse su Facebook dichiara: “Il progetto continua. Si farà di tutto per dimenticare questo passo falso e tornare dove ci compete. Dobbiamo dare tutto per questi incredibili tifosi e questa fantastica piazza, se lo meritano. Per quanto mi riguarda e sarà nelle mie possibilità non mi tiro indietro e vado avanti. Varese non molla mai“. Lo Pinto, Antonio Rosati e Nicla Grizzetti hanno aspettato a bordo campo il rientro dei giocatori negli spogliatoi, salutandoli uno ad uno: segno di vicinanza ed umanità. Gesto che, indirettamente, si lega al commento di Luca Sarno: “In ogni caso grazie Gianluca Porro per averci regalato delle speranze. Grazie a tutti i giocatori che ci hanno messo il cuore. Non c’è categoria che da te mio porti via“.

Da capire, nei prossimi giorni, come si svilupperà il nuovo progetto del Città di Varese, aspetto chiaramente legato all’esito del ricorso. Al netto dei mille dubbi e delle mille incognite del lunedì più nero della storia recente, si può già avere una certezza ribadita con orgoglio da Alessandro Bodini: “Anche in Eccellenza non riesco a stare senza, e torneremo in B“. In sintesi, i tifosi biancorossi non sono mai retrocessi e continueranno a sostenere la squadra fino alla fine, nella speranza che sulla Varese calcistica possa tornare in fretta la luce. Magari già da domani, seppur non nel modo più “signorile”.

Matteo Carraro

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