Il Maestro Manzo, presso la Brasa Team Italy di Varese, fondata dai campioni del mondo Rodrigo “Comprido” Medeiros e Felipe Costa, ci guida alla scoperta del Jiu-Jitsu Brasiliano, descrivendoci le differenze rispetto alla sua radice giapponese ed illustrandoci le fasi di preparazione, combattimenti ed i concetti di sparring e grappling.

Come si diffuse il Jou-Jitsu in Brasile?
“Nel 1914 il console giapponese Mitsuyu Maeda, poi naturalizzato brasiliano con il nome di Otàvio, già cintura nera di Judo, in precedenza allievo di Jigoro Kano e anche di Jiu-Jitsu, prese sotto di sé i fratelli Gracie, una famiglia di origini scozzesi e contro ogni dogma dell’epoca, che vietava ai giapponesi di insegnare agli stranieri le arti marziali nipponiche, tramandò loro delle tecniche di difesa personale e dei principi della lotta corpo a corpo derivanti dalla tradizione dei Samurai. Quest’arte marziale si diffuse successivamente in tutto il Brasile, finchè negli anni novanta, i figli dei fratelli Gracie, tra i quali Elio, lanciarono una sfida globale verso tutte le altre discipline di lotta, allo scopo di dimostrare una supremazia del Jiu-Jitsu Brasiliano, che è essenzialmente rivolto allo sport e alla sua pratica in senso agonistico”.

Cosa in particolare l’appassionò di quest’arte marziale?
“Il confronto corpo a corpo e il fatto che, a differenza del Jou-Jitsu giapponese, il brasiliano non prevede né l’impiego di armi né i katà, o simulazioni di combattimenti con avversari immaginari. Sono incluse delle tecniche di pugno e calcio di derivazione pugilistica e anche di proiezioni e cadute, provenienti dal Judo. Il Jiu-Jitsu Brasiliano, a differenza del Judo nel quale prevale il combattimento in piedi, privilegia invece la lotta a terra, ispirandosi alla difesa personale da strada, comprendendo anche le leve e strangolamenti. Attualmente sono cintura nera al Quinto Grau. Il Grau è il termine portoghese che corrisponde al Dan o grado nelle arti marziali giapponesi. Qui nella Brasa Team Italy varesina abbiamo anche degli atleti amatoriali di diverse età, dei bambini e anche alcune donne, le quali concepiscono il Jiu-Jitsu Brasiliano come una disciplina in grado di aiutarle a superare anche delle difficoltà psicologiche. Gli agonisti, per poter andare in gara, svolgono delle fasi di preparazione finalizzate al rafforzamento muscolare e seguono particolari diete”.

Come si valutano i progressi degli atleti?
“Nel Jiu-Jitsu Brasiliano non si svolgono esami e il passaggio di livello negli allievi si verifica in base ai risultati che ottengono in gara e anche alle abilità che acquisiscono durante gli allenamenti. Si inizia dalla cintura bianca, le regole sono state stabilite dalla famiglia Gracie e questa è una disciplina autonoma che fa riferimento alla FIJKLAM. Per noi il combattimento è anche un confronto con sé stessi; inizia quando i due atleti sono a terra e la parte svolta in piedi richiama parzialmente la lotta in stile libero”.

Come avviene un combattimento di Jou-Jitsu Brasiliano?
“Si disputa un unico round da dieci minuti, il cui scopo è quello della sottomissione dell’avversario mediante una leva o uno strangolamento, per costringerlo alla resa. Vince l’incontro l’atleta che ottiene il punteggio più alto: ad esempio, colui che in piedi proietta l’avversario guadagna due punti, così come quando un’atleta sottomette il contendente nel momento in cui è a terra. Durante il combattimento non sono previsti né calci né pugni e neanche parate ma solo leve, strangolamenti, proiezioni e passaggi di guardia. Il regolamento sportivo di quest’arte marziale è diffuso anche a livello internazionale e sono proibite, ad esempio, le leve cervicali, i morsi, le dita negli occhi e non si può assolutamente né toccare la colonna vertebrale né effettuare delle torsioni alle guanciali”.

Cosa fate durante gli allenamenti?
“All’inizio è prevista una fase di riscaldamento fisico finalizzato alla lotta, seguita da una parte relativa alle tecniche di combattimento, fondamentalmente proiezioni e strangolamenti. Infine è previsto un combattimento tra gli atleti principianti contro dei compagni di livello superiore, noto come sparring, allo scopo di affinarsi dal punto di vista tecnico ed esecutivo. Nel Jiu-Jitsu Brasiliano è fondamentale anche il concetto di grappling, nel confronto corpo a corpo, a distanza ravvicinata, per sottomettere l’avversario e costringerlo ad ammettere la sconfitta”.

Quali nazionali primeggiano nella disciplina?
“Prevale e domina ancora il Brasile, seguito dagli Usa. In Italia, Francia, Germania e Spagna vi sono degli atleti che hanno conseguito dei risultati importanti, così come molto forti sono gli atleti scandinavi, polacchi e dei paesi dell’est ma come sport non è ancora in generale molto affermato. Negli Emirati Arabi Uniti, o EAU, degli Sceicchi consentono ad alcuni maestri brasiliani di insegnarlo in alcune scuole locali, allo scopo di migliorare la propria reputazione nel Jiu-Jitsu Brasiliano”.

Nabil Morcos

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui