L’Amatori Tradate ha intrapreso un percorso molto interessante, che accompagna il club da diversi mesi e ha già dato molti segnali di crescita. Il Tradate ha infatti dato il via ad una progetto ambizioso legato al rugby inclusivo, atto ad avvicinare bambini e ragazzi con autismo e disabilità intellettiva al mondo della palla ovale.

Ed è proprio questa l’idea alla base di “Prima Linea”, il progetto de L’Arca Società Cooperativa Sociale e dell’Amatori Tradate Rugby, un cammino partito a inizio stagione, con un incontro a settimana che ha avuto riscontri più che incoraggianti. L’iniziativa ha avuto un ottimo seguito e il sostegno di tutto l’ambiente gialloblù, a partire dagli allenatori, genitori e così via. Dopo la chiusura del campionato seniores, il club tradatese ha dunque organizzato un evento di fine stagione per festeggiare l’avvio di questo bellissimo progetto che supporta il rugby integrato.

L’appuntamento, è fissato per giovedì 25 maggio al campo di Via Fontana, data in cui i piccoli atleti incontreranno la stampa e i sostenitori della Fondazione Barbara Genovese, anch’essa finanziatrice di questa prima stagione pilota. L’allenamento conclusivo sarà seguito da un piccolo e speciale “terzo tempo”, con la promessa di riabbracciarsi quanto prima per una nuova stagione di conquiste, sport e amicizia. La proposta de L’Arca, che ha già intrapreso percorsi analoghi anche in altre discipline, ha trovato un grande appoggio da parte dell’Amatori Tradate fin da subito e l’obbiettivo è quello di proseguire in questa direzione, a partire dal Minirugby. 

Il Direttore Tecnico del Tradate Enzo Comunale ha espresso tutta la sua soddisfazione e conferma l’intenzione del club di proseguire con questo progetto: “Il rugby è uno sport educativo, anche per gli atleti più piccoli. Il progetto del rugby inclusivo “Prima Linea” sta andando bene e il tutto è partito dalla proposta de L’Arca, che ci ha supportato e finanziato fin da subito insieme alla Fondazione Barbara Genovese. Dopo l’inizio della pandemia le risorse sono sempre meno ed è importante che le realtà e le risorse del territorio si uniscano per dare un seguito insieme a quest’iniziativa. Noi introduciamo questi ragazzi verso il rugby, insegniamo partendo dalle basi e puntiamo a farli giocare e allenare insieme ai pari età del minirugby “classico”. Dirigenti, genitori e non solo sono molto contenti, anche io sono molto positivo a riguardo. Abbiamo una squadra di rugby inclusivo e non dobbiamo fermarci qui, continueremo e daremo il nostro sostegno al meglio“.

Stefano Sessarego

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