Venerdì 9 giugno (dal pomeriggio alla sera) a Tremezzina sul Lago di Como, si è svolto lo stage dedicato esclusivamente al kumitè, o combattimento regolamentato, organizzato dalla Team Hakuryu e dall’ASI Nazionale Karate con la collaborazione dei Maestri Pompeo Ungaro e Francesco Pappalardo, nel quale era presente anche Luigi Busà (campione olimpico, europeo e mondiale di kumitè).

All’evento, hanno partecipato in generale più di duecento atleti provenienti da diverse scuole di Karate situate in ogni provincia della Lombardia, seguiti dai loro Maestri. La prima fascia oraria, dalle 17.00 alle 18.00, è stata dedicata ai bambini fino agli undici anni. Il Maestro Flavia Uboldi evidenzia la metodologia rivolta ai più piccoli, e focalizza anche un principio di motivazione enunciato da Luigi Busà, valido sia per la pratica del Karate, che per la vita quotidiana: “Hanno svolto degli esercizi ludici e una preparazione atletica propedeutica al kumitè, o combattimento regolamentato. Con parole semplici e dirette, il campione olimpico ha consigliato loro di essere perseveranti nel proseguire e raggiungere i propri sogni e obiettivi. Di solito, ai bambini si insegnano i principi dell’ equilibrio, e anche della concezione dello spazio“.

La seconda, dalle 19.00 alle 20.30, è stata invece riservata agli agonisti, a partire dai dodicenni. Uboldi spiega il concetto di strategia nel kumitè, il quale è stato suggerito dal campione olimpico ai suoi allievi, e poi parla anche di un principio, del quale sono entrambi concordi: “Durante il duello sportivo, oltre a colpire per ottenere il punto, mediante il contatto leggero o thintouch, occorre assolutamente anche impedire all’avversario di avvicinarsi. Per guadagnare il punto serve una tecnica di calcio o pugno veloce e diretta, ma soprattutto controllata. Il Karate è un’arte marziale nel quale si vince anche con la razionalità, non solo con la forza fisica; condividiamo il fatto che nei kumitè di alto livello, in fase difensiva, anziché effettuare delle tecniche di parata alta o bassa, sia meglio prendere le distanze dall’avversario allo scopo di evitare i colpi. L’abilità nel kumitè si dimostra anche per merito del proprio movimento in varie direzioni“.

Allo stage era presente molto pubblico e vi erano anche le autorità locali. Flavia Uboldi racconta più in dettaglio come si è organizzato per l’occasione il Deaishin varesino, ricordando l’etica basilare del combattimento sportivo e descrivendone anche la corretta attrezzatura: “Ho portato gli atleti a partire dalle cinture gialle, ricordando a tutti come tra i valori fondamentali e originari del Karate vi sono anche quello di non aggredire mai per primi e che si combatte solo per difendersi. Nel kumitè sportivo, i contendenti ad esempio indossano i guantini, il paradenti, e i parapiedi a scopo protettivo. Prima del combattimento, gli atleti eseguono il saluto sia all’inizio che alla fine, come segno di rispetto e di educazione, e in seguito si stringono anche la mano“. Il Maestro conclude descrivendo l’efficacia che lo stage ha avuto per i suoi allievi, e consiglia loro anche degli aspetti fisici e psicologici che occorre ancora consolidare, in merito alle prove di kumitè: “Credo che ci occorra maggior lavoro sulla parte atletica, allo scopo di muoverci con più agilità durante i duelli. Dovremmo anche imparare a gestire meglio gli stati d’ansia, prima di salire sul tatami o rettangolo, e nel combattimento. Ritengo che quest’esperienza sia stata molto utile, in particolare grazie ai consigli di Luigi Busà per fare approcciare degli altri atleti al kumitè. I miei allievi erano entusiaasti sia dell’evento che nei suoi confronti, anche per merito del suo ottimismo“.

Nabil Morcos

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