10 giorni. Questo è il lasso temporale che separa il possibile Brase – bis alla Pallacanestro Varese da un nuovo anno zero per i biancorossi. Dopo l’addio improvviso di Michael Arcieri, è normale che l’attesa e la suspense riguardo il futuro di colui che insieme a Scola e proprio Arcieri, aveva dato vita non più tardi di 12 mesi fa, al nuovo progetto biancorosso che in un solo anno era stato capace di stupire tutta Italia.

Un anno nel quale Brase ha saputo smentire tutte le perplessità sul suo conto, al primo anno in Europa ed in Italia, con una tattica di base molto lontana da quella del basket del nostro continente, sparigliando le carte in tavola e riscrivendo parte delle regole del gioco. Una scelta azzeccatissima dunque, quella della scorsa estate, del tandem Scola-Arcieri e per dire la verità, il peso di El General in questa scelta, fu molto di più di quello dell’ex GM biancorosso, visti i rapporti proprio tra l’ex campione argentino e l’allenatore nativo di Tucson.

Una scelta rivelatasi ancor più azzeccata per i suoi risvolti sul mercato, con gli acquisti di due totem della stagione biancorossa appena passata, quali Markel Brown e Jaron “Nino” Johnson, ex giocatori di Brase in passato e che avevano scelto Varese proprio per ricongiungersi al loro vecchio coach.

Si capisce dunque il peso della figura di coach Matt Brase nel mondo biancorosso, una realtà con la quale ha subito trovato feeling, con cui si è immedesimato e che ha saputo scoprire, vivere e godersi fino in fondo.

Ma allora perchè al 20 giugno Brase ancora non ha sciolto le riserve sul suo futuro? Il sogno NBA rimane forte ed anche fino all’ultima ora disponibile, Brase non si arrenderà all’idea di non poter tornare nella lega più importante al mondo. Ambizione ma anche un po’ di delusione, per quanto accaduto nel finale di stagione a Varese. La penalizzazione, il vedersi portare via quanto conquistato sul campo, tutto il ritorno d’immagine che è seguito alla clamorosa vicenda Tepic, ha colpito molto più profondamente Brase di quanto non si sia raccontato fino ad oggi.

Un Brase che è rimasto veramente molto arrabbiato da quanto accaduto, amareggiato a tal punto da iniziare a mettere in forte dubbio la sua permanenza a Varese. Una situazione nella quale, probabilmente, solo la figura di Scola può intervenire per provare a trattenere il coach statunitense anche se proprio l’AD biancorosso, nella conferenza stampa informale di settimana scorsa, è stato molto chiaro a riguardo: nel caso in cui Brase andasse via, ipotesi assolutamente non smentita da Scola, non ci sarebbe nessun panico in società e soprattutto, i biancorossi non attenderanno la scelta dell’allenatore per iniziare ad operare sul mercato, come la mossa Shahid dimostra.

Una situazione quindi molto controversa, che attende risvolti sul futuro dell’allentore statunitense che, intanto, ha perso il suo fidato braccio destro Galbiati, con cui aveva stretto un legame molto forte, non solo professionalmente e che oggi è forse più lontano che vicino a Varese, in un silenzio che fa un rumore davvero assordante e che durerà, probabilmente, fino al prossimo 30 giugno.

Alessandro Burin

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