Alle spalle c’è la bella stagione con il Gallarate, davanti a sé occhi fissi su una nuova avventura in cui potersi stupire ancora un po’, togliendosi altre soddisfazioni, semplicemente rincorrendo l’amico di una vita, quel pallone fedele compagno di mille battaglie e sinonimo di adrenalina, e Alessandro Asero questo lo sa bene.
Classe ’89, nel suo bagaglio c’è tanto Piemonte e tanta Svizzera, ma anche una presenza in serie C2 con il Vibo Valentia dove si divideva tra beretti e prima squadra, la serie D con il Paternò e l’eccellenza in quel di Agrigento; poi lo scorso anno arriva la chiamata del Gallarate, ad una manciata di metri da casa.
Non potevo dire di no, un po’ perché volevo provare il calcio lombardo, e un po’ per la comodità, quando superi i 30 anni e hai famiglia conta tanto anche quello”.

Primo anno in Lombardia e primo anno nel varesotto, che campionato è stato? Che ne pensi di questo calcio?
È stato un bel campionato, divertente, combattuto, di ottimo livello ed il calcio che si gioca qui è un po’ diverso rispetto al Piemonte, qui c’è più tattica e più tecnica, hai più spazi, più tempo per la giocata, oltreconfine invece è più fisico, le entrate sono più dure e limitano un po’ tutto il resto, devo dire che mi sono divertito molto ed è anche per questo che ho deciso di restare in zona a giocare”.

Quanto ti sei divertito con il Gallarate?
Fino a gennaio tanto, davvero, è stato un bellissimo campionato ed un bellissimo girone d’andata, anche oltre le aspettative, credo che il lavoro fatto nei primi mesi sia stato incredibile anche perché quando giri a +6 sulla seconda con una squadra totalmente nuova, significa che stai davvero facendo bene, poi qualcosa si è inceppato, ci sono stati dei dissidi interni e alla fine abbiamo pagato a caro prezzo un mese in cui le cose non sono andate come avremmo voluto, credo che tutto sia nato a Laveno, dove non abbiamo giocato così bene, a Mozzate è stata una gara di episodi, poi però abbiamo sbagliato anche un paio di partite successive, ed è andata come è andata, sia chiaro le nostre colpe sono da dividere fra tutti, ma onore al Mozzate che nel girone di ritorno non ha sbagliato niente, io però un po’ di rammarico ce l’ho”.

Pensavi di metterti in tasca l’ennesimo campionato vinto? 
Sarebbe stato il mio 7° campionato…sì, ho pensato davvero potessimo farcela, ne ho vinti sei in questi 24 anni di calcio, forse non lo pensavo tanto all’inizio della stagione quanto cammin facendo perché davvero ho visto una squadra che giocava bene, che dava il massimo, che raccoglieva quanto seminava e fino a gennaio secondo me nessuno era più forte di noi, il calcio però è fatto di sconfitte e di vittorie e dobbiamo accettare il verdetto del campo”.

Però dopo quel mese di down, vi siete ripresi e avete conquistato il playoff regionale, anche se non è andato come speravate…
È stata un’altra occasione sprecata perché la vittoria era alla nostra portata, con l’Accademia Bmv prendiamo gol allo scadere dopo alcune occasioni nitide non sfruttate nonostante fossimo in inferiorità numerica, e a Bergamo chiunque ha visto la partita sa che ci è mancato solo il gol, è un peccato soprattutto per come abbiamo giocato, ma anche in questo caso dobbiamo accettare il verdetto del campo e voltare pagina”.

Cosa pensi della tua stagione? Sei soddisfatto?
È stata in linea con quella della squadra, penso di aver fatto bene nella prima parte, mi sono divertito molto lo ribadisco, e meno bene nella seconda parte dove ho giocato molto meno, partendo spesso da fuori, in totale ho realizzato 14 gol tra coppa e campionato, io viaggio sempre su quelle cifre, però non è tanto il gol che mi ha dato soddisfazione quanto le prestazioni, per esempio se mi chiedi la partita più bella ti dico Tradate all’andata, dove non ho segnato nonostante una vittoria rotonda, eppure penso sia stata la mia miglior gara dell’anno”.

Guarda caso proprio Tradate sarà la tua prossima destinazione: so che il telefono ha squillato quest’estate, come mai la tua scelta è ricaduta su questa piazza?
Sì devo dire che le proposte non sono mancate, anche dalla Promozione, e questo fa sempre piacere, ma come ho detto prima devo guardare tante cose quando scelgo, in primis l’impegno, la distanza, la famiglia, ho scelto di rimanere in Prima Categoria perché è più gestibile, e non nascondo che ho scelto Tradate anche perché la distanza non è molta, però mi ha convinto il progetto, la voglia della società di rilanciarsi, l’idea è quella di fare un campionato meno sofferente dello scorso anno e di stare nella colonna di sinistra, con il mirino puntato sui playoff, è una piazza che cerca di rilanciarsi e di porre le basi per risalire di categoria, poi ci saranno Crini, Essan, Bigoni, ragazzi che conosco e con cui ho giocato, penso potremo divertirci, lo dico sempre anche a mio figlio che ha 8 anni e gioca a calcio, se ti diverti tutto il resto viene da sé”.

Il prossimo campionato te lo aspetti combattuto come questo?
Forse anche peggio…ci sono squadre forti che si stanno attrezzando ancora di più, vedi il Cassano che ha aggiunto qualità in mezzo al campo con Torno, vedi il Morazzone, vedi il Luino che ha preso Gningue, un giocatore di un’altra categoria, sarà tosto perché se è vero che partono tutti per fare un buon campionato, è vero anche che la qualità e i giocatori bravi ci sono in tante squadre”.

Tu hai 34 anni e la stessa passione di un ragazzino, pensi mai a cosa farai quando appenderai le scarpette al chiodo?
Penso solo che seguirò mio figlio giocare, magari andrò a vedere qualche amico, nulla più, ad oggi la mia idea è questa poi magari ci ripenso, resta il fatto che ho ancora troppa passione, al martedì magari arrivo a casa stanco dopo gli allenamenti e dico a mia moglie “Chi me lo fa fare, un annetto e smetto”, poi però arriva la domenica e sento quell’adrenalina dentro che mi frega sempre, vivo di calcio, è la mia passione da quando ho 10 anni e alla passione è difficile dire di no”.

Mariella Lamonica

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