Ivan Basso si è ormai ritirato dal ciclismo professionistico ma le sue gesta restano ben impresse nella mente di qualunque amante di questo sport. Classe 1977, il giovane corridore è stato un professionista dal 1999 al 2015 e per circa un decennio i pronostici e finanche i numeri delle scommesse sulle corse di ciclismo lo hanno visto tra i favoriti alle maggiori gare a tappe del circuito mondiale, tanto da conquistarsi il soprannome di Ivan il Terribile. Tra i più prestigiosi traguardi raggiunti è impossibile non citare le due vittorie al Giro d’Italia (nel 2006 e poi nel 2010) e i due podi conquistati nel Tour de France (al terzo posto nel 2004 e al secondo nel 2005). Ad oggi, dopo essersi ritirato, ha scritto un’autobiografia e ha dato vita ad un team professionistico, l’Eolo-Kometa. L’esordio in carriera è invece datato 1995 e coincide con la medaglia d’argento al campionato mondiale juniores di San Marino. Il debutto tra i professionisti,però, non avviene prima del maggio 1999 tra le fila della Riso Scotti-Vinavil, sotto la direzione di Davide Boifava. Per le sue prime vittorie tra i grandi aspetterà un anno, in una tappa in linea e una a cronometro, del Regio-Tour in Germania (corsa a tappe tra Francia, Germania e Svizzera dismessa nel 2012).

La seconda parte del 2006 è però un’annata da dimenticata. A fronte di grandi successi nei primi sei mesi dell’anno, dove partecipa alla Milano-Sanremo e alla Liegi-Bastogne-Liegi e raggiunge l’apice nel Giro d’Italia, con la vittoria di tre tappe e conquista la classifica generale. Il 30 giugno però la carriera di Basso subisce un brusco stop a causa della Operacion Puerto, lo scandalo avvenuto in Spagna a seguito di alcuni casi di doping. Il ciclista di Cassano Magnago non può così partecipare al Tour de France di quell’anno, la cui data d’inizio era fissata per il giorno seguente. Il 12 ottobre di quell’anno il CONI archivia il procedimento e Basso viene reintegrato, una settimana più tardi però vi è la rescissione del contratto con il team di Bjarne Riis, che non aveva atteso un istante dal prendere le distanze con Basso subito dopo lo scoppio del caso.

Nel novembre di quell’anno il ciclista firma un nuovo contratto con Discovery Channel ma è un sodalizio destinato ad avere vita breve. Nell’aprile del 2007, infatti, il caso doping viene riaperto e pochi giorni più tardi avviene la rescissione contrattuale. Lungi dal chiudersi, il processo subisce un altro colpo di scena il maggio successivo: è Basso stesso a confermare il tentativo di usare pratiche dopanti in vista del Tour de France del 2006 e apre alla sua collaborazione con il CONI per l’indagine: è il primo ciclista in Italia a farlo. Tuttavia, il cassanese evidenzia di aver semplicemente contattato i medici e di non essersi mai dopato. Nel giugno dello stesso anno viene condannato a due anni di squalifica, pur non essendo mai stato positivo a nessun test.

Il suo ritorno si ha nella stagione 2008/2009 e ha inizio la seconda parte della sua carriera: vittoria nel Giro del Trentino, nel Giro d’Italia, nel Gran Premio di Lugano e della Japan Cup, ultimo suo successo prima del ritiro avvenuto tre anni più tardi, nel 2015.

Redazione

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