Elios Minaj a Varese ha lasciato un ricordo bellissimo, firmando l’impresa a Sanremo che ha consentito ai biancorossi allora allenati da Gianluca Porro di vincere i playoff del girone A e sognare per un’estate un possibile ripescaggio in Serie C. Sembra passata una vita invece era solamente il 29 maggio 2022, esattamente 433 giorni fa, ma da allora è cambiato tutto: Porro non è più alla guida del Città di Varese, i biancorossi sono retrocessi in Eccellenza sul campo per poi salvarsi in extremis grazie al ripescaggio e anche Minaj ha disputato una stagione con più ombre che luci tra Brindisi e Arconate. L’occasione per il riscatto immediato gliel’ha offerta la Vogherese, un’altra nobile che era decaduta e che sta provando a tornare ai fasti di un tempo.

All’Ossola si ricordano molto bene di te dopo quel gol che ha permesso di vincere i playoff. Tu che memorie hai di quella trasferta a Sanremo?
“È stato uno dei momenti più belli della mia carriera. Eravamo costretti a vincere sul campo di un avversario molto forte e il gol arrivato nel finale ha coronato una bellissima cavalcata. È una giornata che ricorderò sempre con grande piacere non soltanto per il risultato sportivo, ma soprattutto per il bellissimo rapporto coi tifosi e per la festa insieme a loro a fine partita”.

Quella ribalta ti ha spalancato la strada per provare il salto a Brindisi, una grande realtà del sud Italia con ambizioni importanti. Sappiamo però che Porro ti avrebbe tenuto volentieri a Varese.
“Si il mio rapporto col mister è sempre stato molto buono, sono state altre le ragioni che mi hanno portato lontano da Varese. Quando ho capito che il mio futuro sarebbe stato lontano dall’Ossola e si è presentato il Brindisi non ho avuto dubbi nel provare quell’esperienza perché ha rappresentato il passo più importante della mia carriera. Il livello della Serie D al sud è altissimo con tante nobili decadute che hanno risorse e ambizioni per tornare tra i professionisti. Purtroppo avevo davanti tanti giocatori importanti e non sono riuscito a ritagliarmi lo spazio che speravo, così ho deciso di tornare al nord”.

Anche all’Arconatese però non è andata come immaginavi.
“Purtroppo sono stato impiegato fuori ruolo, da quinto di centrocampo dove faccio fatica perché non ho spiccate qualità difensive. Inoltre la concorrenza era importante e se non riesci a rendere al massimo fai fatica a giocare con continuità. Alla Vogherese invece conto di essere utilizzato nelle zone di campo che prediligo, ovvero da seconda punta o da attaccante esterno. Ho parlato con mister Mandola anche prima del ritiro e so che lui mi vede lì davanti”.

Cosa ti ha spinto a scegliere una neopromossa come la Vogherese?
“Diversi elementi hanno influito sulla mia decisione. Innanzitutto anche se sono neopromossi sono molto ambiziosi, sappiamo che il primo anno in una nuova categoria non è facile ma il progetto è interessante. Inoltre è una piazza storica con una tifoseria importante e a me piace molto questo tipo di realtà, ti fa sentire un calciatore vero e ti permette di avere quell’adrenalina, quella pressione positiva che ti fa rendere al massimo. Ma adesso abbiamo appena cominciato il ritiro e l’unico pensiero dev’essere quello di lavorare bene per farci trovare pronti all’inizio del campionato”.

Alex Scotti

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui