Un allenatore rivoluzionario e illuminato, Julio Velasco. La sua fama, non solo di allenatore, ma di maestro al quale ispirarsi, dentro e fuori dal campo, lo precede, soprattutto grazie al ruolo di commissario tecnico della nazionale italiana di pallavolo maschile, incarico ricoperto dal 1989 al 1996.
Fu infatti sotto la sua guida che gli Azzurri, fin lì ai margini del volley mondiale, nel corso degli anni ‘90 si affermarono tra le formazioni più forti di tutti i tempi. Quella che è passata alla storia come ‘la generazione dei fenomeni’ con Marco Bracci, Luca Cantagalli, Ferdinando De Giorgi (attuale CT della nazionale maschile), Andrea Giani, Luigi Mastrangelo, Andrea Lucchetta… e molti altri di una lunga lista.
Non solo un grande allenatore di pallavolo, ma anche un grande motivatore. I due mestieri sono strettamente legati, dal momento che compito del coach è, oltre tutto, motivare la sua squadra alla vittoria. “Uno non è un grande allenatore quando fa muovere i giocatori secondo le proprie intenzioni, ma quando insegna i giocatori a muoversi per conto loro”, questo è uno dei mantra del coach.
Argentino di La Plata con passaporto italiano, nato il 9 febbraio 1952, ha iniziato la sua carriera da allenatore in Argentina nel Ferro Carril Oeste (1979/82). È arrivato in Italia nel 1983 per allenare la Latte Tre Valli Jesi in A2. Nel 1985 passa alla Panini Modena (attuale Modena Volley). Nel 1989 è stato nominato CT della nazionale italiana maschile. Sulla panchina azzurra ha conquistato l’argento olimpico ad Atlanta nel 1996, 3 ori europei, 2 titoli mondiali e 5 vittorie nella World League (l’attuale Volleyball Nation League), oltre ad altri numerosi trofei. Forte dei suoi successi con la nazionale maschile, nel 1997/98 Velasco è stato chiamato a guidare la Nazionale Femminile.
Dopo quattordici anni dedicati alle nazionali, nel 2003 ritorna ad allenare nel campionato italiano, guidando il Piacenza fino alla finale scudetto, persa contro il Treviso. Nel febbraio 2014 viene scelto come commissario tecnico della nazionale del suo paese, ruolo che non aveva mai ricoperto nella sua lunga carriera, con la quale nel luglio 2015, a Toronto, vince la diciassettesima edizione dei Giochi Panamericani.
Nell’annata 2018/19 torna ad allenare a Modena per la terza volta in carriera. Conquista la Supercoppa italiana nella finale contro il Trentino, prima di dimettersi al termine della stagione. Nel giugno 2019 viene nominato direttore tecnico del settore giovanile della FIPAV, dove ha contribuito al raggiungimento di numerosi successi e importanti risultati che hanno confermato il settore giovanile azzurro nell’élite del panorama pallavolistico mondiale.
La popolarità di Velasco nel mondo dello sport italiano è stata tale da far sì che venisse chiamato nel 1998 dall’imprenditore Sergio Cragnotti, all’epoca presidente della società calcistica della Lazio, a ricoprire la carica di direttore generale del club. Nel 2000 transita per un breve periodo anche nell’Inter, sotto la presidenza di Massimo Moratti, come responsabile dell’area fisico-atletica del club.
Grinta, disponibilità e determinazione, questo è il mix base del coach di La Plata: “La prima regola che io metto è ‘Non si molla’. Mai. Possiamo giocare male, possiamo avere una brutta giornata, però non si molla. Se si molla sono dolori”.
Certi che questa sua attitudine venga portata anche sulla panchina della UYBA, non ci resta che attendere il 1° settembre per vederlo ufficialmente all’opera in vista dell’inizio campionato che sarà sicuramente tosto per le farfalle, ma assolutamente affascinante e ricco di emozioni.
Matteo Carcano