Giornata di presentazioni in casa Pallacanestro Varese con i biancorossi che danno il benvenuto ufficiale alla nuova coppia di allenatori della stagione 2023-2024: coach Tom Bialaszewski e coach Marco Legovich.

“Sono molto felice di essere qui e di questa opportunità, non solo per me ma anche per la mia famiglia. Tornare in Italia era un obiettivo” le prime parole di Bialaszewski, seguito a ruota da Legovich: “Sono felice di essere qui, veramente tanto. Essere a Varese è un qualcosa di davvero importante per me, per la mia crescita umana. E’ la prima volta che mi allontano da Trieste e non vedo l’ora di iniziare questa nuova avventura e scoprire cosa mi potrà dare”.

SU COME GIOCHERA’ VARESE QUEST’ANNO (Bialaszewski)

“Abbiamo iniziato a lavorare da lunedì su come far giocare la squadra, ci sono indicazioni chiare dal management che ben si sposano con la mia filosofia di basket. Corsa, velocità, scelta di tiri rapidi, una tattica che fa parte del mio bagaglio culturale e della mia filosofia e lo sarà anche quest’anno. Abbiamo un supporto dal punto di vista tecnico e manageriale che ci indica bene cosa fare”.

COSA SI PORTA BIALASZEWSKI DALL’ESPERIENZA AL FIANCO DI MESSINA NEGLI ANNI PASSATI A MILANO

“Non può bastare questa conferenza per spiegare l’importanza che ha avuto Messina per me, sia da un punto di vista tecnico che culturale. Per il lato tecnico mi ha trasmesso una grande attenzione ai dettagli, non fine a se stessa ma a dove vogliamo arrivare, partendo dal lavoro della giornata per arrivare all’obiettivo finale. Un’altra cosa molto importante che mi ha trasmesso è stato il farmi capire come cambia il modo di giocare in Europa rispetto alle esperienze nel College ed NBA che ho avuto”.

UNA PRIMA VALUTAZIONE SUL ROSTER (Bialaszewski)

“Sono davvero felice della squadra che abbiamo, la società ha fatto un grande lavoro, scegliendo i giocatori giusti per il modo in cui vogliamo giocare. Non posso dire molto sui giocatori prima di averli visti in campo, a parte per Moretti con cui ho lavorato a Milano anche se l’esperienza che avrà qui e il ruolo saranno davvero diversi. Penso che ciò che ha fatto a Milano non sia paragonabile rispetto a ciò che farà qui”.

LA SCELTA DI LEGOVICH DI VENIRE A VARESE PASSANDO DA HEAD COACH AD ASSISTENTE

“Non è mai stato un discorso di ruolo. Per me lo scorso anno a Trieste è stata una stagione molto formativa, ora però ho voltato pagina. Non si può dire di no a Varese, una società con un blasone ed una caratura nazionale ed internazionale di livello, con un progetto chiaro ed importante. Io e il coach abbiamo trovato una buona connessione, voglio essere un importante compagno di viaggio per lui, anche se veniamo da due mondi cestistici differenti. Il basket però penso sia uno solo, la possibilità di lavorare in una società aperta ad una cultura cestistica e non solo, differente, penso sia un banco di prova nel quale crescere davvero importante per me”.

IL RAPPORTO DI BIALASZEWSKI CON SCOLA

“Conosco Luis da quando giocava a Milano, siamo sempre rimasti in contatto anche quando lui è venuto a Varese. Il nostro contatto è stato veloce, dalla prima telefonata che mi ha fatto alla firma del contratto sono passati due giorni. E’ un’ottima persona, è un po’ come me, aperto al dialogo ed all’avere relazioni con tutti. Condividiamo buona parte della filosofia sportiva, che non viene solo dal lavoro fatto in Italia ma anche da quanto fatto in NBA. Non ci poteva essere un posto migliore di Varese per prendere la decisione di iniziare la carriera di head coach”.

COME VEDEVA VARESE LEGOVICH LO SCORSO ANNO DA AVVERSARIO

“L’anno scorso chi veniva a Varese doveva cercare di abbassare i ritmi di gioco, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Le nostre due partite possono descrivere bene il sistema che aveva Varese, una squadra che viveva di break, sia positivi che negativi. La più grande difficiltà era resistere a quel credo cestistico fatto di folate non estemporanee ma continuative nell’arco dei 40′, capaci di ribaltare la situazione da un momento all’altro. Sono qui perchè è stimolante essere dall’altra parte della barricata e far preoccupare gli altri 15 staff di LBA”.

QUALI OBIETTIVI PER LA STAGIONE IN ITALIA ED IN EUROPA (Bialaszewski):

“Non ce ne siamo dati a lungo termine, la vera sfida è migliorare in ogni momento, di giorno in giorno e di vincere ogni partita. Se parliamo solo di numero di partite, l’obiettivo è vincerle tutte ma non è realistico, vogliamo però provare a metterci in condizione di poterle vincere tutte”.

PRIMA ESPERIENZA DA HEAD COACH, COME APPROCCIA A QUESTA AVVENTURA (Bialaszewski):

“Ho sempre voluto fare l’head coach e sono felice di essere qui e iniziare questa carriera. A Milano ho avuto l’opportunità di prendere grandi decisioni in allenamento ed in partita e sono felice che ci sia Legovich con me, sicuramente mi darà una mano importante”.

STIMOLO DI VIVERE LA PRIMA STAGIONE IN EUROPA (Legovich):

“E’ Varese ad essere stimolante in tutte le sue sfaccettature. E’ la prima volta che alleno fuori da Trieste, voglio imparare tutto da una struttura assolutamente innovativa. Le coppe sono una parte importante che arricchisce il nostro ed il mio percorso personale. Le squadre europee sono molto forti, nel preliminare sappiamo che può succedere di tutto, il percorso poi è di alto livello, con squadre pericolose ma dobbiamo farci trovare pronti per questa scalata”.

COME SI MOTIVA UN GIOCATORE COME CAULEY-STEIN (Bialaszewski):

“Non lo conoscevo personalmente, ho avuto la possibilità di parlare con lui prima che decidesse di firmare per Varese. Gli ho spiegato la differenza tra il tipo di gioco in NBA rispetto a quello che si fa in Europa ed in Italia e le differenze nello stile di vita tra America e Italia. Lui è stato molto felice di conoscere queste differenze nello stile di vita ed è stato un passaggio che lo ha fatto propendere per questo tipo di esperienza. Penso sia molto motivato, non ci sono molti giocatori come lui in Italia ed Europa, avrà un grosso impatto per il livello del nostro gioco e non vedo l’ora di poterlo allenare”.

IL SEGRETO DI ENTRARE IN EMPATIA CON LA SQUADRA (Bialaszewski):

“Ho avuto la possibilità di poter parlare con ogni giocatore e spiegare loro che non stiamo parlando di un rapporto allenatore-giocatore ma di avere un rapporto di partnership, dando il massimo per la città e i tifosi. E’ importante portare questo messaggio. E’ possibile che qualcuno di questi giocatori avesse opportunità diverse ed anche magari migliori però oggi sono qui e il mio compito è dimostrargli di aver fatto la scelta giusta. Non mi pongo in un piano superiore ma cerco di creare grande unione”.

PROSEGUE LEGOVICH:

“Non dovrà mai passare il concetto che stiamo usando il giocatore ma anzi, che grazie al lavoro più dettagliato possibile in settimana, i ragazzi possano migliorarsi, portando un bene a se stessi, alla società, alla città ed ai tifosi. Sta a noi trovare la chiave giusta per trovare la giusta relazione con loro e spingerli all’obiettivo”.

VARESE PUO’ ESSERE IL PRIMO POLO PER UN VERO SLANCIO DEL BASKET EUROPEO VERSO LA NBA? (Bialaszewski):

“In MLS si sta facendo di tutto per copiare il modello di calcio italiano ed Europeo, perchè nopn provare a fare lo stesso in Italia ed in Europa con il basket? Il fatto che due dirigenti formati e radicati nel mondo NBA abbiano deciso di venire qui è un passo importante, la cultura e la filosofia di gioco che stiamo provando a fare sicuramente avvicinano Varese al mondo americano ma questo deve essere solo un punto di partenza. E’ ovvio che in Europa ci sono regole diverse rispetto a quelle NBA ma si può provare a fare questo salto verso l’America per alzare il livello del basket in tutte le sue forme e componenti”.

IL CONFRONTO CON GALBIATI (Legovich):

“Ho parlato con Paolo che mi ha detto un gran bene del mondo Pallacanestro Varese: dall’ambiente esterno, all’organizzazione interna, ai tifosi, alla città, ai giornalisti. Non vedo l’ora di scoprire tutto questo”.

FINO A CHE PUNTO IL PRELIMINARE DI CHAMPIONS LEAGUE SARA’ CONDIZIONANTE SULLA PREPARAZIONE DELLA SQUADRA? (Bialaszewski):

“Il premilinare non è il nostro obiettivo stagionale. E’ ovvio che lavoreremo per arrivare pronti e provare a superarlo, lavoreremo in tal senso in queste settimane ma con la consapevolezza che la crescita sarà un processo lungo tutta la stagione”.

CHI SARA’ IL NUOVO CAPITANO DELLA SQUADRA DOPO FERRERO? (Bialaszewski):

“Non lo abbiamo ancora deciso”.

COME SPIEGARE LE DIFFERENZE TRA NBA/COLLEGE ED IL BASKET EUROPEO AI NUOVI (Bialaszewski):

“Non dovremo essere noi a spiegare tanto ma i giocatori a doverci fare domande e capire quali punti del loro basket sono in connessione con il modo di giocare che faremo qui e che si gioca in Italia ed Europa per esaltarsi al meglio. Quando ero a Milano ho passato il primo mese ha fare un sacco di domande e penso che questo approccio sia il migliore per crescere. Poi è chiaro che io, Marco e lo staff li aiuteremo a capire le differene più importanti ma vorrei che tanto venisse anche da loro in tal senso”.

IL RUOLO NELLO STAFF (Legovich):

“Avrò un ruolo fortemente incentrato sulla difesa e su come andremo a difendere, con un’ideologia chiara. Non dovremo snaturalizzarci rispetto agli avversari che andremo ad affrontare di volta in volta ma portare avanti un credo, come facciamo in attacco, così in difesa”.

VITA FUORI DAL CAMPO (Bialaszewski):

“Sono uno molto attaccato alla vita familiare. Ho una moflie e due figli che tra poco mi raggiungeranno, quando non sono in palestra amo stare insieme a loro”.

VITA FUORI DAL CAMPO (Legovich):

“La pallacanestro occupa una grossa parte della mia vita, quando non sono in palestra amo stare con la mia ragazza, oppure fare sport ma soprattutto visitare, conoscere posti e persone nuove, accrescendo il mio bagaglio culturale”.

Alessandro Burin

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