Capelli biondi, occhi chiari. Ad un primo sguardo in pochi scommetterebbero sulla nazionalità brasiliana di Rodrigo Ely. Il nome dà certo qualche indizio in più, ma i dubbi spariscono nel sentire il suo inconfondibile accento portoghese. Il giovane centrale di difesa del Varese è nato nella patria del samba, precisamente a Lajeado, a pochi chilometri da Porto Alegre, ed è approdato in Italia da giovanissimo. A soli diciannove anni (ne compirà venti il prossimo tre novembre) ha alle spalle una stagione da protagonista in Serie B con la Reggina e sta vivendo quella con il Varese da titolare inamovibile. Cresciuto nella Primavera del Milan, appartiene al club rossonero che lo ha girato in prestito alla società biancorossa.
In rosa quest’anno sono numerosi i giovani: Ely, Barberis, Fiamozzi, Lazaar, Spendlhofer, Cristiano Rossi e Forte, sono tutti ragazzi nati tra il 1992 e il 1994.
«Se un club vuole crescere e pensare al suo futuro deve puntare sulla “linea verde”. A qualcuno può sembrare una scelta scellerata, invece è molto saggia. Nonostante la nostra giovane età, il gruppo vanta già esperienza che può essere messa a disposizione di tutti. Gli errori in campo non sono prerogativa dei giovani, possono commetterli tutti. Noi dobbiamo essere pronti a sostenerci».
È successo proprio così tra te e Bastianoni…
«Durante la partita con il Pescara, Elia ha preso gol su punizione e si è enormemente dispiaciuto. In quel momento l’ho visto molto arrabbiato, e sono andato a dargli sostegno dicendogli che ci avrebbe fatto vincere la partita e così è stato. Conosciamo le sue qualità, può fare molto bene».
A proposito di compagni, come ti trovi a far reparto con Rea?
«Molto bene e mi sento fortunato a scendere in campo accanto a lui perché ha tanta esperienza e la mette a disposizione di tutti. Guida la difesa con sicurezza e la imprime agli altri. Con lui accanto è più facile evitare gli errori».
Qual è l’attaccante più bravo che ti sei trovato di fronte?
«Quando ero al Milan mi sono allenato diverse volte con Pato, Robinho e Ibrahimovic e devo dire che sono giocatori davvero di un altro pianeta. Come avversario ho giocato contro Del Piero, al Trofeo Berlusconi stagione 2011-2012».
Ti ispiri a qualche giocatore in particolare? Hai qualche modello?
«Sinceramente mi piace guardare molte partite perché secondo me si impara molto nel guardare avversari e compagni. Ci sono tanti giocatori forti nel ruolo di difensori e se devo fare un nome faccio quello di Nesta».
Rimani sempre nell’ambito rossonero. A proposito di Milan, cosa dici del ritorno in squadra del connazionale Kakà?
«Capisco la sua scelta come giocatore. Voleva andare ai Mondiali e forse l’avrei fatta anche io. Non l’ho incrociato al Milan perché sono arrivato l’anno successivo alla sua partenza. Mi dispiace molto per il suo infortunio. Spero si rimetta presto».
Nonostante la tua giovane età hai vissuto esperienze importanti. Il momento più bello della tua carriera?
«Ne ho già parlato prima. Il Trofeo Berlusconi quando ero al Milan, sono entrato proprio al posto di Nesta contro la Juve e abbiamo vinto con un gol su punizione di Seedorf e uno al volo di Boateng. Per un ragazzo della Primavera è stata una bella soddisfazione».
Sei al Varese in prestito dal Milan, hai già vestito la maglia rossonera della Primavera, sogni la prima squadra?
«Giocare al Milan sarebbe davvero un sogno, ma adesso non ci penso. Sono concentrato sul Varese e su questa stagione. Voglio fare bene qui poi magari Milan o anche solo Serie A sarà una conseguenza del mio impegno e del mio lavoro».
Dove può arrivare il Varese quest’anno?
«Dobbiamo pensare a salvarci prima possibile, poi vedremo di fare il nostro meglio. Il campionato è lungo e impegnativo».
Infatti, settimana impegnativa con tre partite nel giro di una settimana…
«A me piace così, giocare spesso, molto meglio che fare allenamento. La tensione rimane sempre alta e ognuno di noi rende al massimo».
La coppia d’attacco Neto-Pavoletti promette faville…
«Decisamente sì, abbiamo uno degli attacchi più forti della Serie B. Dobbiamo pensare a non prendere gol perché di sicuro davanti ne facciamo. Lo scorso anno li ho incontrati come avversari, Neto ci ha fatto gol sia all’andata che al ritorno. Pavoletti invece non l’ho affrontato perché, contro il Sassuolo, una volta sono mancato io e una volta lui. In ogni caso è molto meglio averli in squadra».
La prossima sfida casalinga è proprio contro la tua ex squadra: la Reggina. Punti di forza?
«Direi che è un buon gruppo. La passata stagione ci siamo salvati all’ultimo, ma le qualità non mancavano. Quest’anno è cambiata molto, direi una bella squadra che nel suo anno del centenario ha voglia di fare bene».
A Reggio Calabria il pubblico è decisamente più caldo rispetto a quello di Varese…
«In tutte le piazze del sud i tifosi sono più numeroso e più caldi. Il bello di Varese è che si vive un rapporto di vicinanza con la Curva e con i tifosi. Il pubblico biancorosso sarà minore, ma ci mette la stessa passione delle grandi piazze e dà lo stesso sostegno».

Elisa Cascioli