Con la vittoria sulle Filippine per 83-90, l’Italbasket si è qualificata al secondo turno del Mondiale asiatico, superando il primo grande scoglio della competizione, perchè al di là di quanto si possa dire o pensare ed al di là del fatto che questa nazionale sia arrivata alla kermesse vincendo tutte le amichevoli del pre-torneo, anche contro avversari di peso come Serbia e Brasile, ogni partita comporta un elevatissimo tasso di difficoltà e le partite con Angola, Repubblica Dominicana e stesse Filippine lo hanno dimostrato.

Difficoltà che ovviamente hanno alzato il tasso della tensione non solo tra i tifosi azzurri ma soprattutto all’interno della Nazionale che ha dovuto superare non solo gli avversari sul campo ma anche le pressioni dall’esterno su un gruppo arrivato carico di grandi aspettative a questa manifestazione.

Tensioni che si sono sciolte dopo la vittoria sulle Filippine e conseguente passaggio al secondo turno della manifestazione, un primo risultato importante che ha lasciato però dietro di sè unostrascico che riguarda il CT Gianmarco Pozzecco.

Sì perchè il Poz sta vivendo un Mondiale nel Mondiale, visto che, nel giro di due giorni, il coach azzurro ha riempito le pagine di giornali e siti prima con la strigliata di Petrucci dopo l’espulsione al 18esimo minuto della sfida con la Repubblica Dominicana e poi con la frase, infelice, nel post partita contro le Filippine.

Di che frase stiamo parlando? Di quel: “Nel mio hotel sono al 37esimo piano e dopo la sconfitta con la Repubblica Dominicana ho provato ad aprire la finestra perchè volevo saltare e uccidermi ma per fortuna non si può aprire la finestra (…). Ho sofferto molto ma ho 12 ragazzi meravigliosi, amo ognuno di loro, ho uno staff fantastico e ho il miglior presidente che abbia mai avuto nella mia fìvita che mi ha trattato come un padre tratta il figlio negli ultimi giorni. Sono molto felice“.

Un discorso che, nella prima parte, ha fatto molto scalpore, quasi arrivando allo scandalo, ma che in realtà rientra appieno nell’essere Pozzecco, giocatore, allenatore e uomo, sempre portato a vivere con un trasporto fuori dal comune ed esasperato al limite, ciò che gli succede.

Un essere istrionico che in questo caso lo ha fatto scivolare sulla cosiddetta “buccia di banana“, con una frase sicuramente, lo ripetiamo, gravemente infelice che tocca un tema delicatissimo come quello del suicidio e che può aver toccato la sensibilità di tante persone che vivono situazione psicologiche complicate e molto più serie di una partita di basket e che possono essersi tirati in ballo da questa uscita.

Allo stesso tempo, però, per quanto sbagliata l’uscita, è altrettanto sbagliata una decontestualizzazione del discorso del Poz, che sta portando ad una gogna mediatica pesante e inopportuna, tanto quanto l’uscita fatta.

Alessandro Burin

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui