Il tennista bustocco classe ’96 dice stop all’attività professionistica internazionale.Dopo tante soddisfazioni a livello juniores e annate proficue ed emozionanti,passate soprattutto nel circuito ITF, è pronto per un nuovo capitolo: “Vorrei trasmettere la mia esperienza ai ragazzi più giovani”

Domenica 17 settembre, con un post sui suoi profili social, Simone Roncalli ha ufficialmente dichiarato terminata la sua carriera internazionale. Nel suo palmares, oltre a tante vittorie di prestigio a livello juniores (vittorie contro Medvedev, Bublik, Humbert e Harris, ndr), anche un titolo ITF 15mila dollari a Il Cairo. Nel maggio 2022 ha raggiunto il suo best ranking di 536 ATP. Dopo questo annuncio inaspettato lo abbiamo raggiunto e gli abbiamo posto qualche domanda in merito.

Ciao Simone. Partiamo dalle motivazioni della scelta: come mai hai deciso di chiudere la tua carriera internazionale? È stata una scelta ponderata e complicata, immagino…
“È un momento in cui vivo sensazioni contrastanti. Da una parte sono dispiaciuto di aver dato l’addio alle competizioni internazionali, ma dall’altra sono convinto che questa decisione sia corretta per me, soprattutto per il mio futuro. Negli ultimi mesi non avevo più le motivazioni giuste e anche se avevo avuto la possibilità di giocare più volte le qualificazioni dei tornei Challenger, provavo sensazioni strane. Anche a livello economico vivere costantemente nel circuito ITF non garantisce introiti alti e, dunque, è inutile proseguire se non si è convinti al 100%. Non so esattamente spiegare il motivo e i pensieri che mi hanno fatto giungere a questa scelta, ma ho sentito che fosse l’attimo giusto per intraprendere un nuovo capitolo della mia vita professionale”.
Ci sono, però, ricordi che non si possono cancellare. Quali sono i momenti che ti porti dietro di questi anni?
“Riassumere più di quindici anni di tennis in un ricordo non è semplice. Nella mente ci sono tante immagini che ho ancora vivide e che mi porterò dietro per sempre: dai primi campionati regionali Under 12 e 14, passando per la prima convocazione in nazionale Under 16, fino ad arrivare al primo titolo ITF dopo 7 finali perse. Ma ce ne sono tanti altri come il secondo turno dell’US Open Junior quando giocai sul Grand Stand (uno dei campi principali del complesso di Flushing Meadows, ndr) contro Jared Donaldson. Per concludere, un altro momento d’oro è stato l’allenamento con Djokovic a Montecarlo nel periodo in cui ero stabilmente alla Piatti Tennis Academy a Bordighera. Bellissimo, se ci ripenso!”

Dopo il tuo annuncio su Instagram ti sono arrivati tanti messaggi, anche da tuoi colleghi famosi, tra cui Matteo Berrettini. Che sensazioni hai provato a ricevere tanto affetto?
“Non posso dirti altro che mi ha fatto un enorme piacere. La carriera internazionale è incredibile anche per questo. Si impara tantissimo a livello tennistico, si gioca tanto, ci si allena ancor di più, ma la cosa più bella è proprio l’instaurazione di rapporti umani. Tra italiani è più facile legare, dato che si parla la stessa lingua e si giocano spesso gli stessi tornei. La colonia italiana in giro per il mondo è una delle più folte e dal circuito ITF sono passati tutti, anche chi è arrivato più in alto a livello ATP. Con Matteo (Berrettini, ndr) ho condiviso praticamente due anni interi di tornei ITF Under 18 e posso solamente parlare bene di lui. Aver ricevuto quei messaggi, oltre che dai miei amici più stretti, ma anche da colleghi e addetti ai lavori, vuol dire aver lasciato un ricordo positivo e per me non c’è niente di più bello”.
Concludiamo con una domanda inevitabile. Quali sono i tuoi progetti futuri?
“Avendo fatto questa scelta ho già ben chiare in testa le idee per il mio futuro. Prima di tutto voglio concludere la laurea magistrale in Sport Management. Mi mancano quattro esami e mi concentrerò tanto sullo studio per conseguire anche questo tiolo. Dopodichè posso dire che mi sono iscritto al corso da Istruttore di 1°grado FITPe vorrei prendere la qualifica al più presto. Sarà una stagione in cui avrò almeno 10 settimane di lavoro fisso al TC Milano Bonacossa come istruttore per il settore agonistico, che mi servirà da rodaggio dato che dalla prossima stagione allenerò al circolo a tempo pieno. Continuerò ad allenarmi e a giocare le competizioni a squadre in Italiaperché sono consapevole che il mio livello di gioco è ancora alto”.

So che è ancora presto ma ti vedi più come maestro di circolo o come coach personale?
“È difficile da dirlo. Non voglio sbilanciarmi perché la mia avventura da istruttore vero e proprio deve ancora cominciare, ma sono sicuro che darò tutto me stesso così come quando scendo in campo per giocare. Ho sempre avuto il desiderio di allenare e il mio primo pensiero è quello di infondere fiducia nei ragazzi che, giorno dopo giorno, si allenano per perseguire dei risultati nel tennis agonistico. Ho avuto la fortuna di fare tante esperienze emozionanti e formative grazie al tennis e voglio trasmettere tutte le mie conoscenze ai miei allievi. Vorrei che questo fosse il mio valore aggiunto e il mio tratto distintivo”.

Filippo Salmini

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