Due gol fatti, zero subìti: sette punti in tre partite. Minimo sforzo, massima resa. Non proprio perché di sforzi il Varese ne ha fatti eccome per portare a casa tre risultati positivi dal terribile trittico Alcione-Asti-Vado. E domenica prossima ci sarà anche l’RG Ticino.

Sta di fatto che l’allegriana filosofia del “Corto Muso” funziona e, a suon di 1-0 e risultati di misura (l’ultimo in ordine di tempo quello dell’infrasettimanale di ieri sul Vado), il Varese si è portato al terzo posto in classifica a -2 dalla vetta (occupata dall’Alcione) con la miglior difesa del campionato (due soli gol al passivo).  Sottolinearlo è Leo Rossoni: “Complimenti ragazzi, terzo posto e miglior difesa in assoluto del campionato”.

L’attacco, di contro, con i suoi quattro gol e ben lontano dai 12 messi a referto dall’RG Ticino (che però è a -5 dai biancorossi), anche se si è sbloccato con la girata mancina di Banfi. Parte proprio da qui l’analisi di Enrico Bellorini: “Tre punti d’oro, con qualche sofferenza e un po’ di fortuna, ma ancora porta inviolata. Finalmente Banfi ha trovato il gol, e adesso sul campo del Ticino che non è in un gran momento, pare”. Non troppo diverso il pensiero di Giovanni Forni: “Oggi ho visto un Varese aggressivo e determinato con un Furlan immarcabile. Chissà cosa ci riserverà il prossimo futuro quando avremo anche Guri e Di Maira là davanti”.

Soddisfazione enorme per Fabrizio Penati: “Tornato oggi al Franco Ossola dopo tanto tempo. Buona partita, tanto impegno e anche qualche tocco di classe. Ottimi Furlan e Banfi. Forza Varese”. Mauro Battistella prosegue: “Buona partita e risultato giusto anche se qualche sofferenza c’è stata: forza ragazzi”.

Se per Filippo Lo Pinto: “Vincere partite come quella di oggi vuol dire che quest’anno si va!”, Francesco Broggini preferisce tenere un profilo basso: “Bene così. Non gasiamoci troppo, ma la strada è quella giusta”.

Trascendendo dai discorsi relativi al calcio giocato, la riflessione di Matteo Metaldi pone fine al day-after biancorosso: “Il problema del Varese calcio resta sempre lo stadio… anche se si vincesse il campionato non potremmo fare la Serie C. Bisogna affrontare il problema… uno stadio piccolo senza pista e coperto attirerebbe anche più gente”. Riflessione che, implicitamente, restituisce l’ovvio desiderio della tifoseria: vedere quanto prima un Varese lontano dalla Serie D per tornare ad abbracciare il professionismo.

Matteo Carraro

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