Che il Varese si stia trovando a vivere una sorta di anno zero non è più un mistero: tra restyling societario, lavori al Centro Sportivo delle Bustecche e nuovi obiettivi sportivi (a tutti i livelli) la certezza è che il mondo biancorosso ha voglia di stupire. Il tutto confluisce in una rinnovata filosofia sportiva traducibile nel concetto di: “Spirito di sacrificio”.

Ben evidente nell’atteggiamento della Prima Squadra maschile di mister Cotta, la voglia di lottare e  sudare la maglia era in realtà già ben radicata nella Femminile di Andrea Bottarelli che, forte di un ottimo mercato, vuole confermarsi tra i top team di Eccellenza. Tra gli innesti più importanti dell’estate c’è Miriana Romeo (in prestito dal Lesmo), una che fa proprio della sana cattiveria agonistica (senza tralasciare quella qualità che non fa mai male) il suo punto di forza.

Guerriera”. Così viene presentata da Claudio Vincenzi, e la centrocampista classe ’00 accoglie la descrizione con un sorriso spiegando: “Diciamo che se in campo c’è da prendere qualche botta non mi tiro indietro, anche perché so quanto a volte sia importante conquistare una punizione per far respirare la squadra. Nei contrasti non ho paura di farmi male; anzi, se vai indecisa e molle rischi molto di più”.

Non solo garra, ma anche qualità.
“Tutto merito di Roberta Antignozzi, la mia prima allenatrice. All’epoca giocavo in attacco perché era il ruolo in cui facevo meno danni, ma quando il livello si è alzato, e c’erano ragazze molto più forti di me, lei ha avuto l’intuizione di trasformarmi in una centrocampista. Da allora questo è il mio ruolo e, con il tempo, ho imparato ad alzare la testa quando ho la palla tra i piedi: a volte mi viene bene, a volte meno, ma è anche questo uno dei miei punti di forza. Idoli? Zidane Marchisio, ma in generale tutti i centrocampisti con piedi buoni passati dalla Juventus”.

Domenica ci sarà una partitina di poco conto… che sfida sarà per te quella al Lesmo?
“Ho già l’ansia (ride, ndr). Non solo perché arriverà qui la squadra più forte del campionato che, sulla carta, non dovrebbe aver problemi a centrare la formazione, ma soprattutto perché affronterò una squadra in cui ho giocato per sette anni e che per me è stata una seconda casa, dove ho conosciuto persone che sono state a tutti gli effetti una seconda famiglia. Sarà un bell’effetto giocarci contro, ma le avviso: giocherò come so fare, contrasti e tanta intensità”.

Lo scorso anno il Lesmo ha vinto due volte su due contro il Varese: che impressione ti ha fatto il Varese da avversaria e quali sono invece le tue sensazioni ora che vesti biancorosso?
“L’anno scorso affrontavamo il Varese sapendo di avere a che fare con una squadra tosta, ma battibile. Ora che sono qui mi rendo conto che non è una squadra che si arrende tanto facilmente: se giocheremo come siamo in grado di fare, di squadra e senza vivere di individualismi, potremo esprimere tutto il nostro potenziale”.

Cosa puoi dirci invece sul Lesmo?
“È senza dubbio la corazzata del girone: il loro punto di forza sono attacco e centrocampo, ma anche in difesa hanno una bella solidità. Le abbiamo viste all’opera nell’amichevole pre-campionato: diciamo che per noi non è andata benissimo, ma non dobbiamo certo focalizzarci su quel risultato perché sono passati due mesi in cui siamo cresciute tantissimo e, unite, riusciremo a metterle in difficoltà”.

Tralasciamo il risultato: come deve uscire il Varese dalla sfida di domenica?
“Anche in caso di sconfitta non dovremo abbatterci perché alla luce del percorso che abbiamo iniziato in estate non possiamo certo definirci arrivate. Dobbiamo sempre imparare, soprattutto dagli errori, ma iniziamo a vedere come andrà la partita: speriamo di affrontarla subito al meglio, sperando che magari loro ci possano sottovalutare”.

Abbiamo parlato del Lesmo e della Romeo calciatrice, ma è ora di riavvolgere il nastro: perché sei a Varese?
“Per studio: faccio il terzo anno di medicina all’Insubria, ma non era ancora il momento di lasciare il calcio e, vivendo a due passi dalle Bustecche, il Varese era la scelta migliore. Oltretutto ci sono anche altre ragazze che sono venute qui dal Lesmo, per cui ambientarmi è stato facile; anzi, molto più facile di quanto mi aspettassi. Devo dire che fin dal primo giorno mi sono subito sentita accolta ed è nata una bella sinergia”.

“Non è ancora il momento di lasciare il calcio”. Ciò significa che stai pensando di farlo?
“In realtà ci avevo già pensato. Per me il calcio è una passione, ma non sarà la mia vita: ho intrapreso un percorso di studi e ho ben chiaro ciò che voglio fare. Detto questo, come tutte le passioni, non è facile lasciarla andare; anzi, qui a Varese l’ho riaccesa e mi sto trovando davvero bene nel coniugare le due cose. Lo studio avrà però sempre la precedenza”.

Cos’è la cosa che più ti ha colpito del Varese?
“L’ambiente familiare. Qui tutti stanno bene insieme e per chi arriva da fuori è la prima cosa che si nota: so che per qualsiasi cosa posso contare su chiunque. Lo staff è sempre disponibile, si può scherzare su qualsiasi cosa e anche il mister mi ha colpita fin dal primo giorno per il suo approccio amichevole. Varese è davvero un bel posto dove stare”.

Che indicazioni vi hanno dato le prime giornate e cosa ti aspetti dal campionato?
“A livello di risultati il bilancio è positivo e dispiace aver buttato via tre punti alla portata contro il FiammaMonza. Per il resto sappiamo che c’è ancora tanto lavoro da fare a livello mentale e di organizzazione del gioco: stiamo lavorando duramente per trovare la nostra quadra. Dopo solo quattro giornate è difficile sbilanciarsi, ma credo che potremo tranquillamente arrivare fra le prime cinque”.

Il tuo obiettivo personale?
“Fare il meglio possibile e diventare una persona cui le compagne si possano affidare, sia dentro che fuori dal campo”.

Non abbiamo parlato di una delle cose più importanti, per cui la domanda finale è: che emozione è stata trovare il gol domenica scorsa nella vittoria per 2-1 sul Villa Valle?
“È stata davvero una bellissima emozione perché l’anno scorso non avevo mai segnato, e riassaporare la gioia del gol dopo tantissimo tempo è stato bello. La cosa più importante, comunque, è aver portato a casa i tre punti”.  

Matteo Carraro

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