A bocce ferme si possono fare tanti bellissimi discorsi filosofici sull’estetica del calcio, ma ogni riflessione viene brutalmente spazzata via dalla realtà dei fatti: l’importante è il risultato. Retorica spiccia, è vero, ma che è quanto di più vero si possa dire. Un esempio? Nel 2012 il Barcellona di Guardiola giocava un calcio sublime e il Bayern Monaco di Heynckes sembrava una corazzata: a vincere la Champions League è stato però il rognoso Chelsea di Di Matteo, fatto di “pulllman davanti alla porta” e ripartenze. L’essenza del calcio.

Ora, lungi da noi l’accomunare il Varese di Corrado Cotta al Chelsea del 2012, ma il cappello introduttivo serve a esemplificare un concetto tanto banale quanto fondamentale: non importa come si vince, l’importante è vincere. Il Varese ad oggi gioca un calcio pulito e semplice (pardon, efficace) che si traduce in partite maschie e combattute, che spesso (quasi sempre) finiscono “di misura”. Finora, Coppa Italia compresa, il Varese è stato bravo a volgere perlopiù il risultato a suo favore: quattro vittorie (2-1 su Vogherese e Lavangese, 1-0 su Alcione e Vado), due pareggi (0-0 a Bra ed Asti) e due sconfitte (2-0 nel derby contro la Varesina e 1-0 a Borgosesia). Non mancano i tifosi che vorrebbero vedere qualcosa in più, ma probabilmente chiunque metterebbe la firma per proseguire con questo score.

E guai a parlare di minimo sforzo, massima resa. Ogni partita è stata sudata dall’inizio alla fine, proprio perché il Varese ad oggi non può certo permettersi il lusso di dominare in un lungo e in largo: le squadre perfette non esistono e il Varese fa dell’imperfezione la sua perfezione. Voglia di lottare (anche e soprattutto in maniera sporca) su ogni pallone e sana cattiveria agonistica le chiavi del gioco di Cotta, ma anche idee di gioco che si traducono nella qualità sopraffina degli interpreti che saranno chiamati ad aggiungere all’efficienza del risultato quel pizzico di spettacolarità. Vitofrancesco, Furlan, Palazzolo, Guri e Di Maira (quando saranno in campo a pieno regime) ma anche altri elementi sanno giocare a calcio e sanno farlo molto bene: tempo al tempo.

Nel frattempo, però, il tempo stringe e il prossimo appuntamento incombe. Domenica 7 ottobre il Varese farà visita all’RG Ticino per continuare la propria marcia nella parte alta del Girone A di Serie D. Ostacolo quanto mai insidioso. Se ci si ricorda della squadra retrocessa due stagioni fa, allora è bene mettere da parte quel ricordo perché i verde-granata, dopo l’anno di purgatorio in Eccellenza, sono tornati in Serie D con ben altre ambizioni: il mercato estivo ha regalato a mister Filippo Carobbio (ex Varese, lo scorso anno a Brusaporto) una super-squadra che, tuttavia, al momento non sta ingranando (due vittorie, un pareggio e tre sconfitte in trasferta per un attuale -4 dai biancorossi). Giusto per fare qualche nome, in mezzo al campo c’è un certo Claudio Poesio (ex capitano della Varesina che mise a segno una tripletta nel derby dello scorso anno), in attacco figura l’ex Novara Pablo Gonzalez (l’età avanza, ma la classe è sempre quella), mentre in difesa ecco Gabriele Quitadamo, altro ex Varese e profilo di assoluta caratura per la Serie D. Senza contare i vari Gianluca Sansone (ex Serie A con il Sassuolo), Sebastiano Aperi (ala di categoria in arrivo dalla Sanremese), Marco Capano (centrocampista con tanta esperienza in Serie C con la Giana Erminio e vittoria della Serie D con il Novara) e Moris Sportelli (difensore ex Pro Patria). Insomma, potenziale enorme che prima o poi s’innescherà.

L’augurio del Varese è che ciò non avvenga proprio domenica e, anzi, sarà compito dei biancorossi impedirlo. Le premesse per far bene ci sono tutte, perché l’ultimo trittico di partite (Alcione, Asti e Vado) ha lasciato in eredità una bella solidità difensiva e la sensazione che davanti ci sia sempre l’opportunità di accendere la miccia. Furlan regala spettacolo, Palazzolo è pronto a incidere e Banfi, dopo essersi sbloccato, è a caccia della continuità. Tutto ciò in attesa di Guri (arriverà il transfer?) e di Di Maira (ancora ai box). L’undici titolare che schiererà Cotta potrà comunque contare sulle due armi più importanti: lo spirito di sacrificio e la voglia di sudare la maglia.

La scheda della partita

RG TICINO – CITTÀ DI VARESE
7^ giornata Serie D, Girone A
Stadio: Beretta Munitti (Via del Tintoretto, Romentino)
Orario: 15.00 (domenica 8 ottobre)
Arbitro: Stefano Selva di Alghero (Marco Marchesin di Rovigo – Pier Guido Morsanuto di Portogruaro)

LA CLASSIFICA
4. Varese (11 punti): GF 4 – GS 2
11. RG Ticino (7 punti): GF 12 – GS 8

GLI AVVERSARI
Allenatore
: Filippo Carobbio
Modulo base: 4-3-3
Portieri: Edin Ajradinoski (’05), Simon Harrasser (’05)
Difensori: Moris Sportelli (’00), Gabriele Quitadamo (’94), Matteo Marinari (’00), Alessandro Longhi (’89), Jan Jimenez (’04), Denys Svystelnyk (’04), Luca Siciliano (’03), Thomas Lucentini (’04), Salvatore Alabiso (’03), Simone Bobbo (’06)
Centrocampisti: Antonio Zaccariello (’99), Samuel Maltoni (’04), Leonardo Straccio (’04), Marco Capano (’96), Giovanni Aronica (’04), Valentino Salducco (’03), Alessio Bugno (’90), Claudio Poesio (’87)
Attaccanti: Sebastiano Aperi (’92), Thomas Diego Altomonte (’06), Daniele Buongiorno (’94), Pablo Gonzalez (’85), Niccolò Colombo (’90), Gianluca Sansone (’87)

I PRECEDENTI
(04/12/21) RG Ticino – Città di Varese 0-1 rig. Piraccini (V)
(14/04/22) Città di Varese – RG Ticino 2-2 Viti (RG), Mamah (V), Pastore (V), Sansone (RG)

Matteo Carraro

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