Che questa Pallacanestro Varese potesse perdere di 30 punti a Bologna contro la Virtus era preventivabile. Troppo grande ad oggi la differenza di valori in campo, sia dal punto di vista tecnico che fisico. E’ però vero che partite così danno sempre la possibilità di mostrare qualcosa di buono, qualcosa che questa OJM ha mostrato solo nel terzo quarto, quando è però giusto sottolinearlo, la partita era già praticamente andata.

Cosa non va? Cosa non funziona? Questi sono gli interrogativi principali che da ieri sera nel mondo biancorosso, tra tifosi e addetti ai lavori, ci si pone per capire cosa in questo momento non stia girando in casa Varese. I fattori potrebbero essere diversi: dall’atteggiamento del gruppo, apparso remissivo per lunga parte del match in tanti suoi interpreti, in primis quel Willie Cauley – Stein che in partite del genere dovrebbe essere trascinatore e non zavorra dei suoi compagni; dalla, in questo momento, poca consistenza tecnica e fisica di alcuni interpreti come McDermott, Brown e Woldetensae; dalla poca forza mentale di un gruppo che, come mostrato contro Pistoia, viaggia ad una discontinuità troppo pesante, perchè con i toscani era bastato un tempo per ribaltare match e risultato, con la Virtus ovviamente no, anche se il terzo periodo lascia qualcosa di buono.

Tutte variabili, quelle sopra descritte, vere e riconducibili alla situazione attuale in casa biancorossa ma non solo. Ne manca forse una ancora maggiore, forse quella principale, ovvero l’assenza di quel legante capace di unire qualità e caratteristiche di un gruppo che può dare molto più di quanto mostrato finora. Un legante che porti la squadra a non dare l’idea di essere un insieme di singoli spesso disuniti e molto poco armonici nel gioco di squadra, un legante che sia in grado di assemblare le caratteristiche di gioco di un gruppo che è totalmente diverso da quello dello scorso anno per caratteristiche dei suoi interpereti.

Quel filo conduttore capace di portare grinta e verve in una fase difensiva che ad oggi è fin troppo fluida, oltre che sintonia e struttura ad un attacco che vive d’estemporaneità legata alle giocate di talento di interpreti come Hanlan e Moretti su tutti. Perchè di talento questa squadra ne ha, ma con solo il talento non si va da nessuna parte, serve trovare il canale giusto per poter esprimere questo talento, per poter far luce su una squadra che in questo momento vive di molte più ombre, che in questo momento ha bisogno di una svolta, già a partire dalla sfida di domenica prossima con Tortona.

E’ vero che anche lo scorso anno la OJM che poi visse un campionato da assoluta protagonista non iniziò benissimo (1 vittoria e 2 sconfitte) ma l’immagine era totalmente diversa da oggi perchè una situazione completamente diversa, perchè forse il vero legante per questa nuova Pallacanestro Varese può essere la capacità di allontanarsi definitivamente da un modello di gruppo e di squadra che non ci sono più e iniziare a scrivere una propria storia che non viva di passato ma solo di attuale, nuovo, presente.

Alessandro Burin

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