È un Mattia Bellucci forza quattro quello di Malaga. Nel torneo ATP Challenger 125 della città andalusa, il tennista nato a Busto Arsizio, ha centrato la quarta vittoria consecutiva e domani si giocherà la possibilità di sollevare il trofeo. Dopo quella di Cassis, arrivata nei primi giorni di settembre e poi vinta, Bellucci giocherà un’altra finale Challenger in questa stagione.

Questa volta il suo avversario sarà il transalpino Ugo Blanchet. Reduce da una settimana a dir poco favolosa, Blanchet, partito dalle qualificazioni perché numero 324 ATP, si è regalato la possibilità di poter affrontare l’azzurrino per cercare di ottenere il suo primo titolo a questi livelli. Dal canto suo, Bellucci arriverà al match di domani, domenica 15 ottobre alle ore 10:30, ora italiana, consapevole del suo livello di gioco molto alto espresso questa settimana. D’altronde, dopo aver battuto avversari del calibro di Carballes Baena (61 ATP, ndr), Carreno Busta (195 ATP ma ex numero 10, ndr), Vavassori (145 ATP) e Nava (162 ATP, ndr) è impossibile non arrivare all’atto conclusivo del torneo con i favori del pronostico. Anche nel match di oggi, sabato 14 ottobre, il giovane giocatore della MXP Tennis Academy, ha espresso un ottimo tennis e sconfitto per 7-6 6-4 lo statunitense Nava, che lo aveva estromesso dal torneo di Saint-Tropez nemmeno un mese fa.

Mattone dopo mattone Bellucci si sta costruendo un nome nel circuito Challenger e non aspetta altro che spiccare il volo anche nei tornei di livello superiore. Ma il processo di maturazione passa anche da queste settimane così intense e combattute. Nonostante la pressione dei punti in scadenza lunedì della vittoria dello scorso anno a Saint-Tropez, il varesino ha trovato tranquillità e con questo risultato scenderà solamente di 5 posizioni (sarà 149 mentre ora è 144 ATP, ndr) con un cambiamento minimo e poco rilevante. Speriamo, dunque, che il mancino cresciuto a Castellanza possa regalarsi un’altra gioia e continuare sul “forza quattro”, vincendo domani il suo quarto titolo del circuito cadetto.

Filippo Salmini

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