Situazione delicatissima in casa Pallacanestro Varese dopo la sconfitta per 102-88 contro l’Umana Reyer Venezia, la quarta consecutiva, la quinta nelle ultime sei partite per i biancorossi.
La crisi ormai conclarata in casa biancorossa ha aggiunto un altro capitolo in laguna con una squadra che sta mostrando lacune evidenti sia in termini tecnico-tattici che strutturali. Una situazione che necessita di una scossa per cambiare una situazione che diventa sempre più complicata, giornata dopo giornata.
I problemi sono diversi, abbiamo provato ad analizzarli e non li riprenderemo qui, perchè il punto adesso è un altro. Come dare una scossa al gruppo, all’ambiente? E’ una domanda che si sta ponendo certamente la società in questi minuti nelle segrete stanze biancorosse e che, come spesso capita nello sport, pare avere solo due vie: o il cambio di allenatore, o qualche cambio nel roster.
La panchina di Bialaszewski traballa? Sì, anche molto forte, ma in questo momento dovrebbe rimanere salda, a meno di cambi di rotta improvvisi, almeno fino alla gara con Tblisi e, in caso di vittoria, anche fino all’attuale scontro salvezza contro Sassari di domenica prossima a Masnago. Due partite decisive per il futuro di Varese e del suo coach che, in caso di risultati negativi, potrebbe davvero vedere finire anzitempo la sua avventura sulla panchina biancorossa. Le alternative? Impraticabile la pista Meo Sacchetti (per costi ma non solo), l’ipotesi più accreditata sarebbe quella di un avvicendamento nel ruolo di head coach di Marco Legovich, una scelta che per altro, permetterebbe di spendere l’extra budget su almeno un avvicendamento nel roster.
Una situazione in evoluzione che però potrebbe rimanere solo un’ipotesi in caso di vittoria giovedì in FIBA Europe Cup e domenica contro Sassari, anche perchè in questo momento il solo cambio di allenatore, probabilmente, risolverebbe qualche problema ma non sicuramente tutti quelli che stanno caratterizzando l’attuale momento di difficoltà di Varese.
Alessandro Burin
