Parafrasando si potrebbe dire: se non pace tra gli ulivi, citazione dal famoso film, figuriamoci tra le betulle. Infatti, betulle, inteso come PalaBetulle, impianto sportivo multifunzionale sito a Luino, è in questi giorni al centro di polemiche per il comportamento adottato dalla Forus Italia, società che lo gestisce in convenzione con l’amministrazione comunale luinese, nei confronti di Pallacanestro Virtus Luino, club che da tantissimi anni utilizza questa struttura per gli allenamenti e le partite di tutte le squadre, dal minibasket, alle giovanili fino alla prima squadra che milita in serie C Regionale.

Polemiche che, per ora, hanno attivato al massimo stato di allerta i rispettivi studi legali anche alla luce di quanto successo lunedì scorso, 6 novembre, quando la società che ha in gestione il PalaBetulle, ha blindato la struttura, cambiato le serrature ed impedito all’accesso a 70 bambini e ragazzi che quel giorno avrebbero dovuto allenarsi. Questa situazione sta mettendo a rischio l’attività di una società che permette a quasi 300 tesserati di giocare a pallacanestro.

Motivo di questi comportamenti?
“La questione legata alla gestione del PalaBetulle è – spiega il presidente della PVL Matteo Minetti – annosa e problematica da diversi anni: basti ricordare che lo scorso anno proprio in questi giorni eravamo al centro delle cronache per gli allenamenti a 15 gradi ed una decina di anni fa il PalaBetulle era noto in tutta la provincia come il “palaghiaccio”. Tutte problematiche che negli anni abbiamo affrontato e risolto con il gestore di turno. Esaurita questa premessa, il motivo della diatriba è semplice e deriva dall’esigenza della società gestrice, concretizzatasi solo a metà ottobre, di utilizzare maggiori spazi nel palazzetto per le loro attività, a dispetto di quanto già concordato nelle discussioni estive, benchè non finalizzato in un contratto, non per nostra volontà. A prescindere da motivazioni e situazioni, cambiare serrature e posizionare lucchetti, sono comportamenti illegali che mal si confanno ad un contesto negoziale”.

Come procede adesso la situazione e più importante, quali sono le sue aspettative in ottica futura?
“Dopo un paio di giorni trascorsi senza poter svolgere le nostre attività normale e programmate con acclarati danni e disagi per i nostri atleti e per le loro famiglie, nella giornata di ieri (mercoledì 8 novembre) siamo rientrati, ma con orari forzatamente ridotti, al PalaBetulle. La situazione è in divenire e viviamo giocoforza alla giornata. Tuttavia, è chiaro e comprensibile a chiunque che, al mese di novembre, con tutti i campionati già iniziati, calendari stilati e programmazione dell’intera stagione già a regime da tante settimane, questa situazione non può passare in cavalleria e deve essere risolta al più presto. Come? Noi di Pallacanestro Virtus Luino non abbiamo alcuna intenzione di esacerbare gli animi e ci auguriamo di poter conservare lo “status quo” per salvaguardare questa annata sportiva. In segno di buona volontà, aderendo anche all’esplicita richiesta di accordo “in pacem” della giunta di Luino, abbiamo più e più volte formulato proposte alla società che gestisce l’impianto e, forse, in questi giorni, sembra che la strada del dialogo cominci a prendere piede. Quindi, nonostante le tante sorprese di queste settimane, sono fiducioso che la vicenda potrà rientrare mettendo da parte pretese e atteggiamenti arroganti ed utilizzando gli strumenti della negoziazione e del dialogo. Mi permetto di segnalare il comportamento rispettoso ed educato dei nostri tesserati che, salvo rarissime eccezioni, si sono allineati alla nostra strategia volta a moderare i toni per favorire il dialogo, anche perché non ci dimentichiamo che il nostro fare sport è strumento di educazione civica e sociale: un avversario anche se spigoloso o eventualmente poco leale, resta tale e non diventa mai un nemico, né, parimenti, i suoi comportamenti possono giustificare reazioni fuori dalle regole da parte nostra e di chi è con noi. A questo punto la speranza è che prevalga il buon senso perchè – conclude Minetti -, in una “guerra” agita tra avvocati e carte bollate non si salverebbe nessuno”.  

Massimo Turconi

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