Se si esce dalla trasferta di Napoli contro la GeVi di quest’anno con mille rimpianti vuol dire che molto più di qualcosa di buono lo hai fatto, vuol dire che sei stato in grado di combattere colpo su colpo ad una delle squadre più in forma del campionato, vuol dire che hai avuto la palla della vittoria senza riuscire a concretizzarla. Vuol dire, parimenti, che hai buttato via un’altra grande occasione ma che stai crescendo in maniera esponenziale.

Vuol dire tutto questo la trasferta del PalaBarbuto di una Openjobmetis che si arrende 97-96 alla GeVi Napoli dopo aver lottato e giocato una partita davvero bella, importante, di quelle che devono rendere sicuramente orgogliosi i tifosi per quanto visto in campo e che li deve, giustamente, lasciare incazzati per quanto poi ha lasciato il risultato finale, ovvero altri due punti persi di pochissimo, che se sommati a quelli con Tortona e Trento fanno 6, che nella classifica attuale di Varese vorrebbero dire ad oggi zone altissime del campionato.

Ed allora c’è il rimpianto, c’è l’amarezza per quel possesso finale che un campione come Moretti, sotto di 1 punto, a 16 secondi dal termine, mai ti aspetti arrivi a giocarselo con un tiro da tre punti contestato, quando avrebbe potuto cercare un più comodo attacco al ferro. Rimane il rimpianto per quelle 24 palle perse che gridano vendetta e che evidenziano una volta di più quanto a questa oJM manchi un vero e proprio equilibratore, un metronomo che sappia dettare i tempi e gestire l’azione, c’è la rabbia per un’altra prova insufficiente dell’uomo (Cauley-Stein) chiamato a Varese per fare la differenza e che invece va più ad intermittenza di una lampadina arrivata quasi allo zenit della sua carica.

In tutto questo, però, c’è anche il grande orgoglio di un gruppo che dopo tre vittorie consecutive, dopo la vittoria con Sassari, dimostra un ulteriore passo in avanti, una crescita esponenziale che la squadra di coach Bialaszewski palesa giornata dopo giornata sotto tanti punti di vista: dall’applicazione difensiva a alla pulizia offensiva di un attacco che sa costruire sempre meglio tiri aperti e puliti, che ha la capacità di andare oltre il solo tiro d atre punti, che ha la forza di non uscire dal match.

Passi in avanti importanti, che però adesso devono concretizzarsi in punti, senza più lasciare opportunità sul parquet, perchè mai come in Italia ogni lasciata è persa ed è davvero un peccato che ancora una volta, sia più il senso d’amarezza che quello di appagamento, per un gruppo che perde un’altra occasione di fare un bello sgambetto ad un avversario più quotato sulla carta, lasciando lì due punti che nel computo finale ti fanno vedere il bicchiere mezzo vuoto quando invece si sta riempendo giornata dopo giornata.

Alessandro Burin

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