Dal 26 al 30 ottobre 2023 presso la Làszlò Papp Budapest Sports Arena di Budapest, in Ungheria, si è svolta la ventiseiesima edizione dei Mondiali di Karate, previsti dalla WKF o World Karate Federation, ai quali hanno partecipato anche le nazionali di Parakarate: Italia, Azerbaigian, Ungheria, Egitto, Francia, Germania, Portogallo, Usa, Croazia, Slovenia, Kazakistan e Spagna.

Nella categoria K22, riservata ai parakarateka affetti da sindrome di Down, l’Egitto ha conquistato l’oro nel katà, mentre per la nazionale italiana Mattia Allesina, classe 1997, e Daniele Montanari, classe 1996, della “Ckoss polihandy” varesotta, del quale il Maestro Rolando Gaido ne è il presidente, si sono aggiudicati il secondo e il settimo posto nelle prove di katà, mentre il romano Daniele Alfonsi di Velletri, il quinto.

Il vice-campione del mondo Mattia Allesina, cintura nera, sempre primo nel ranking mondiale della WKF, ha svolto il katà Sansai, lo stesso dimostrato dal romano Daniele Alfonsi. Il Maestro Gaido evidenzia le abilità richieste dal katà Sansai e commenta con soddisfazione, ma nello stesso tempo anche con un po’ di rammarico, la prova di Allesina: “Occorrono molta coordinazione, forza fisica, acrobazie, salti, calci all’ indietro, tecniche di pugno, parate, posizioni in ginocchio, prese e proiezioni e lo ritengo molto complesso. Mattia se l’è cavata benissimo, ma purtroppo a causa di una perdita dell’equilibrio durante una rotazione, non ha vinto la medaglia d’oro. L’atleta egiziano, campione del mondo, ha portato il katà Kan Ku Sho, molto impegnativo, svolgendo una performance davvero corretta, fino al termine“.

Gaido prosegue spiegando più in dettaglio le prove di katà, forme o dimostrazioni di tecniche svolte dai parakarateka: “Katà individuali e non sono ancora previsti quelli a squadre. Non conducono né alla vittoria di punti, né a delle classifiche nazionali, ma solo a quella di medaglie. Sono dirette dagli stessi arbitri che giudicano le gare dei normodotati, i quali a Budapest si sono esibiti anche nel kumitè, o combattimento regolamentato”.

L’atleta francese Jordan Fontany ha conquistato il terzo posto, svolgendo il katà Go ju sho sho, lo stesso eseguito da Daniele Montanari, che si è classificato settimo. Gaido osserva: “Si tratta di un katà di altissimo livello, e ammetto che Daniele ha avuto delle difficoltà nell’ eseguirlo“; poi esprime un giudizio generale sul livello tecnico di Karate visto a questo mondiale: “Era medio-alto. Nella categoria K21 hanno gareggiato gli autistici, nella K30 i paraplegici, e anche i non vedenti, portando dei katà molto elevati. Ho apprezzato soprattutto anche il fatto che i miei allievi, già abituati, abbiano ben gestito l’ emotività dinnanzi al vasto pubblico di un mondiale organizzato al meglio, con belle cerimonie di apertura e chiusura e tanto seguito anche a livello mediatico“. Gaido conclude focalizzando un suo obiettivo futuro: “In occasione del prossimo europeo croato a Zara, in programma nel maggio del 2024, intendo preparare la mia parakarateka Sara Gatti, che partecipò cinque anni fa al mondiale di Madrid. Sara gareggerà nella categoria K22, e si preparerà sul katà Go ju sho sho, perché non prevede dei particolari salti, avendo dei problemi al ginocchio“.

Nabil Morcos

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