Otto lunghe stagioni. Difficili da gettare via con un colpo di spugna. Decisioni difficili da prendere. La Varese cestistica perde un altro capitano di lungo corso: Elena Mistò ha deciso di dire basta al basket giocato settimana scorsa.

A illustrarci la sua scelta è la stessa ormai ex capitana di Pallacanestro Femminile Varese: “Non è stata assolutamente una decisione facile da prendere – l’incipit di Elena – il basket mi accompagna da sempre, da quando avevo 6 anni. Tanti allenamenti, a volte giornate con doppio allenamento, i weekend con le partite: insomma, un vero e proprio compagno di vita. Ho sempre giocato per divertirmi e la decisione è arrivata ora a causa degli impegni lavorativi che mi portano a fare avanti e indietro da Milano. Alzarsi presto al mattino, andare a lavoro, tornare e andare direttamente ad allenamento mi faceva sentire stanca, non riuscivo ad allenarmi bene e in campo non mi divertivo più. E’ stata più la frustrazione di non poter essere al 100% a farmi prendere questa decisione”.

Dopo così tanto tempo possiamo dire che la maglia di Varese per te è una seconda pelle. Otto anni sono difficili da cancellare…
“Esatto. Varese è stata la mia seconda casa per otto lunghi e intensi anni. Sono arrivata ancora come Under e ricordo che con la Under 20 abbiamo centrato le ultime finali nazionali a Biassono. Ho un mare di ricordi che elencarli tutti penso sia impossibile: da quelle finali nazionali che nessuno si aspettava alla promozione in A2, l’anno della A2 e questi ultimi anni in B. Poi, posso dire che ho trovato non solo delle compagne di squadra, ma anche delle vere amiche che mi hanno accompagnato in tutti questi anni. Ecco, uno dei ricordi più belli sarà sicuramente l’entusiasmo e l’unione che avevamo in campo e fuori”.

Nel passato c’è anche la maglia azzurra con anche un Europeo Under 16 disputato in Ungheria.
“Anche questo è stato un qualcosa di super. La cosa che ricordo di più è, ovviamente, il momento dell’inno nazionale: cantarlo tutte insieme, abbracciate. Mi vengono ancora adesso i brividi per quei ricordi. Ho fatti vari campi di allenamento con la Nazionale e poi ho disputato l’Europeo Under 16 in Ungheria a Debrecen. Siamo arrivate fra le prime otto perdendo ai quarti di finale contro il Belgio. E’ stato veramente impegnativo e di tutto ricordo perfettamente che mia madre, al ritorno dall’Europeo, mi disse che ero troppo bianca! Questo perchè d’estate ai tempi passavamo un paio di mesi al mare…potete capire la differenza!”.

Il passaggio in Nazionale sicuramente è stato un momento chiave della tua carriera. Quando hai capito che la giovane Elena poteva diventare una giocatrice vera?
“E’ un qualcosa che è maturato nel corso delle giovanili. Aver disputato tante finali nazionali sebbene non ne abbia mai vinto nessuna o allenarmi insieme a Zandalasini o Kacerik e vedere che riuscivo a stare in campo mi ha fatto capire che potevo farcela. E’ stata un’idea nata quando ero al Geas”.

Qual è la gara o il momento che ricordi con più piacere della tua carriera?
“Uno dei ricordi più piacevoli è quando con il Geas ero nell’Under 17 e vincemmo la semifinale scudetto contro la Reyer Venezia dopo un tempo supplementare. Poi, perdemmo la finale, ma quella semifinale è qualcosa di unico.

In un momento cruciale persi la palla con un passaggio e la intercettò Francesca Pan della Reyer Venezia, che andò in contropiede, io tornai indietro di corsa più che potevo e mi misi davanti per “beccare sfondamento”. Caddi a terra, l’arbitro fischio’ e capii cos’era successo solo quando Zandalasini mi disse se sapevo di aver appena mandato fuori Pan per 5 falli e mi abbracciò. Ecco quel momento è stato davvero bello perché mi ha insegnato che ovvio si può sbagliare, nel basket e nella vita, ma se si reagisce subito si può rimediare e magari da un errore nasce anche una cosa migliore!
Infatti, senza Pan nel tempo supplementare vincemmo la partita, se non avessi sbagliato il passaggio e Pan fosse rimasta in campo chi lo sa…Con Varese uno dei momenti più belli è certamente quando con l’Under 20 vincemmo l’interzona mentre penso sia scontato dirtelo, ma ovviamente la gara più indimenticabile è quella con cui abbiamo centrato la promozione in serie A2: emozioni così sono le più forti che ho mai vissuto su un campo da basket”.

Parte fondamentale del tuo cammino sui campi è stata anche la tua famiglia.
“Si, ma prima vorrei dire un grande grazie a Varese partendo dalla dirigenza attuale a quella passata, ai coach che mi hanno allenata e alle compagne. Non posso non ringraziare anche il nostro pubblico che ci ha sempre supportato: il calore della città di Varese è unico. Poi, ovviamente la mia famiglia che mi ha sempre seguito su e giù per tutta l’Italia” chiosa Elena.

In chiusura è naturale chiedertelo….cambierai idea?
“Per il momento ti dico di no, anche così non ho tempo libero. Però chi lo sa, magari tra un paio d’anni cambierò idea…”.

Intanto, grazie per le emozioni regalate sul campo in questi 8 lunghi anni in maglia varesina, poi, ci piace pensarla un pò come gli Afterhours…ci sono molti modi…chissà che Elena e il basket non torneranno a scorrere insieme.

Matteo Gallo

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