Il tempo sembra non passare per Altin Shala, centrocampista classe 1977 in forza al Gallarate. Domenica si è preso la responsabilità di calciare il rigore procurato da Aloardi. Un pallone pesantissimo, visto che i varesotti sono ultimi in classifica ed erano precipitati a -6 dal penultimo posto dopo il ko nello scontro diretto col Ceriano Laghetto. Il penalty con espulsione del portiere Pasiani però poteva mettere nella giusta carreggiata la difficilissima sfida con l’ex capolista Aurora CMC Uboldese, serviva solo spingerlo in porta per completare l’opera e portarsi in vantaggio. L’esito: portiere da una parte, palla nell’angolino opposto. Con questa vittoria i rossoblù si sono riportati a -4 da chi li precede in graduatoria e hanno riacquisito morale e fiducia, fondamentali per riaprire la corsa salvezza.

Altin, avevi già deciso dove calciare oppure hai aspettato il movimento del portiere?
“No non avevo deciso prima. Io guardo sempre il movimento del portiere, aspetto che si muove per tirare dalla parte opposta. Scegliere prima l’angolo significa affidarsi alla fortuna perché non sai dove si butterà il portiere”.

Dopo la sconfitta col Ceriano la classifica sembrava compromessa, questa impresa invece cambia tutto.
“È una vittoria fondamentale perché in questo modo i distacchi sono ancora contenuti. Dobbiamo riuscire a fare ancora 5-6 punti prima della fine del girone d’andata per restare in linea col nostro obiettivo. Sicuramente ci sarà bisogno d’intervenire sul mercato perché sappiamo che la società è stata ripescata all’ultimo minuto quest’estate quando aveva già costruito la rosa per la categoria inferiore”.

Quando hai capito che ormai la partita era vinta? Al 2-0 di Viganotti?
“In realtà dopo il vantaggio non abbiamo mai avuto la sensazione che potessero riprenderci, eravamo abbastanza in controllo. Certo l’Aurora CMC Uboldese è una squadra molto forte e per me vincerà il campionato, avevano delle assenze importanti. Però credo anche che ci hanno sottovalutati, poi quando si sono trovati in svantaggio e in dieci uomini la partita per loro si è complicata molto”.

Tu sei il giocatore di maggior esperienza della squadra, tra te e il secondo giocatore meno giovane ci sono 16 anni di differenza. Che consigli ti chiedono i tuoi compagni?
“Un po’ di tutto, è normale perché potrebbero essere tutti miei figli. Io cerco di aiutarli trasmettendo soprattutto tranquillità. Quando le cose non vanno bene l’importante è mantenere la calma. Ci tengo molto a raggiungere la salvezza perché credo che sarà il mio ultimo anno”.

Alex Scotti

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