Prendiamo tutti i libri di ciclismo del mondo e cerchiamo informazioni sulla Tre Valli Varesine: poco o nulla, se non qualche accenno. Da oggi non sarà più così perché Sergio Gianoli è orgoglioso di presentare: “Tre Valli Varesine: la storia”. L’ultima fatica del noto giornalista varesino, scritto con la collaborazione di Luigi Cazzola ed edito da Sunrise Media, è un volume inedito di 208 pagine con ben 230 fotografie che ripercorre con una cronaca attuale le grandi imprese della corsa prealpina, con i suoi record, i grandi campioni e i meravigliosi percorsi che ne hanno contraddistinto la storia. “La Tre Valli Varesine merita un libro” si legge nella prefazione di Giuseppe Saronni. E d’ora in poi ce l’avrà.

Da dove nasce questa idea?
“Dalla passione – risponde subito Gianoli senza indugi – e dalla soddisfazione personale di voler essere il primo, in 102 anni, a pubblicare qualcosa esclusivamente legato alla Tre Valli. Questo libro non nasce da un giornalista, ma da un appassionato di ciclismo che ha voluto omaggiare la corsa simbolo di Varese”.

Cos’è la Tre Valli?
“Si tratta di una manifestazione che va oltre l’aspetto sportivo agonistico: è una corsa che fa parte della tradizione di Varese e basta parlare con chiunque in città per trovare un aneddoto: dal ricordo delle epiche battaglie sulle salite del Brinzio o della Ferrara, o anche banalmente dalle lamentele per esser stati bloccati nel traffico (ride, ndr). Poi c’è ovviamente anche l’aspetto sportivo”.

A tal proposito come è cambiata la Tre Valli in oltre un secolo di storia?
“È cambiata radicalmente perché in passato si correva ad agosto ed era uno dei punti di riferimento per i selezionatori delle Nazionali in vista dei Mondiali. Pertanto veniva curato l’aspetto tecnico e i percorsi erano realizzati ad hoc in base alle caratteristiche del circuito mondiale. Poi i costi sono aumentati notevolmente e, di conseguenza, si è data maggior importanza a chi sostiene questo evento, cambiando ad esempio la sede di partenza; i percorsi si sono ridotti scendendo da 260km a non oltre i 200km. In epoca contemporanea si corre ad ottobre, legandosi ad altre manifestazioni per avere più visibilità e consentire ai top team mondiali di partecipare. Una volta, inoltre, erano gli organizzatori a contattare direttamente i corridori, mentre oggi si usano gli intermediari e non sempre, visto il calendario decisamente fitto, si riescono ad avere tutti i più grandi campioni; la Tre Valli, rispetto ad altre gare, da questo punto di vista non si può certo lamentare”.

Qual è l’edizione a cui sei più affezionato?
“Sicuramente quella del 1970 perché è stata la prima Tre Valli Varesine che ho visto dal vivo con l’emozione del trionfo di Motta su Merckx. Da allora non ne ho persa una: prima da tifoso, poi da giornalista e poi da addetto stampa della manifestazione. A quella del ’70 aggiungo le vittorie di Saronni, ma anche le ultime edizioni che abbino l’aspetto sportivo, portando a Varese i campioni del ciclismo contemporaneo, alla promozione del territorio. L’ultima edizione, per esempio, ha avuto oltre 6 ore di diretta televisiva”.

Ci racconti quanto ci hai messo a scriverlo?
“Non saprei quantificarlo, di certo è stato un lavoro immenso di ricerca che solo un appassionato un po’ “folle” come me poteva fare. Garantisco che non ho copiato da nessuno (ride, ndr) anche perché di materiale ne esisteva pochissimo: proprio per questo è stato stimolante, perché ho raccontato storie che non erano mai state scritte. Sono andato a cercare i vecchi, vecchissimi, articoli pubblicati sull’allora esistente “Cronaca Prealpina” e ho passato ore ed ore in biblioteca. Sono però soddisfatto del prodotto finale perché ci sono quasi tutte le foto degli arrivi originali. Ho voluto impostare il libro come se fossi fisicamente ad ogni gara, raccontando al presente ogni edizione inserendo l’ordine d’arrivo e una descrizione del percorso per far vedere i cambiamenti di cui parlavamo prima”

Ringraziamenti?
“Dieci anni, dal 1980 al 1989, sono curati da Luigi Cazzola e ovviamente lo ringrazio per l’aiuto, così come ringrazio Giuseppe Saronni per la prefazione e chiunque vedrà un suo contributo all’interno del libro. Un grande grazie va a Sunrise Media, con cui c’è un rapporto di collaborazione che dura da trent’anni e con cui ho già fatto circa venti pubblicazioni: non è raro trovare così tanta disponibilità tra gli editori. Prossimo libro? Vorrei scrivere qualcosa su Stefano Zanini, perché lo ritengo un personaggio che ha tante cose da dire. Se lui lo vorrà…”.

Ricordiamo che “Tre Valli Varesine: la storia” sarà presentato stasera, mercoledì 29 novembre alle ore 20.45, al Chiostro di Voltorre in Via San Michele a Gavirate, con ingresso libero per chiunque fosse interessato.

Matteo Carraro

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