In punta di piedi, con tante difficoltà, ma anche un ottimismo encomiabile: si è presentato così il Ceresium Bisustum in Prima Categoria, e si è presentato così il suo capitano, Omar De Bortoli. L’attaccante classe ’96 che al momento conta 4 reti e che nella stagione 2021/22 vinse anche il Pallone d’Oro di Varese Sport Ce l’ho in camera di fianco alla coppa dei Remigini dell’asilo, perché io due cose ho vinto nella mia vita” non perde il buon umore e anzi, con leggerezza ma anche determinazione, analizza il momento e carica i suoi compagni.

Omar te l’aspettavi così questo campionato?
Sinceramente mi aspettavo di avere qualche punto in più a questo punto della stagione (8 e terz’ultimo posto in classifica ndr) ma sono anche convinto del fatto che non tutte le partite siano andate come avrebbero dovuto, abbiamo messo in fila diversi pareggi da cui avremmo potuto ottenere qualcosa in più, fino a domenica, quando abbiamo ottenuto la prima vittoria della stagione e infatti non è un caso se il giorno dopo ha nevicato” (ride ndr).

Ci sono squadre che ti hanno impressionato più di altre?
Sicuramente Olimpia e Morazzone sono di una categoria diversa, hanno un altro passo, un livello sopra tutte, ma da tutte le altre squadre, seppur buone e ben organizzate, non sono rimasto impressionato, abbiamo detto la nostra e possiamo ancora dire la nostra, le sconfitte sono state di misura, ci è mancata l’esperienza tante volte, dobbiamo fare tesoro di questo girone ed essere bravi a costruircela da soli l’esperienza perché sarà una delle armi che ci servirà da qui in avanti”.

Quali sono le principali differenze che stai notando tra la Seconda e la Prima Categoria?
A livello tecnico poche, nel senso che il giocatore più tecnico o meno tecnico c’è in ogni squadra di ogni categoria, la differenza più lampante è a livello atletico, si corre, si corre molto di più, e per i giocatori come me che sembrano Totti a 40 anni è problematico” (ride ancora ndr).

Hai fatto tanta fatica?
Avrei voluto mandarti le foto durante la preparazione, ma forse è meglio non te le abbia mandate, comunque abbastanza, è stato un po’ difficile ambientarsi, per me ma anche per i miei compagni, c’è da dire dall’altro lato che me la sto godendo, mi sto divertendo molto, è stimolante affrontare certi difensori, certe squadre, ho riscoperto la fatica, ed è bello e giusto che sia così. Io leader? Bah, non lo so, forse sì ma non sono un grande motivatore, piuttosto prendo da parte un mio compagno e gli spiego le cose con calma, però ecco sto provando a dare l’esempio, a correre, a non mollare, credo che questo conti di più”.

Alla luce di quello che mi dici, avete qualche rimpianto sul salto di categoria?
Assolutamente no, noi siamo qui perché ce lo siamo meritato dopo una cavalcata incredibile, ed è bellissimo essere qui, certo le tempistiche non ci hanno aiutato, lo abbiamo saputo a luglio e la società ha fatto quel che ha potuto, sapevamo fosse difficile ma qui c’è un gruppo bellissimo, ci metteremo cuore, gambe, polmoni, tutto quello che serve per restare in Prima, io credo che siamo fatti per restare in questa categoria e che possiamo anche puntare a non fare i playout, solo il tempo ci darà le risposte che cerchiamo”.

Nonostante la situazione un po’ complicata è bello sentirti così ottimista…
Qui l’ottimismo regna sovrano e questo è un dato di fatto, nelle ultime settimane ci siamo anche confrontati tra di noi, ci siamo guardati in faccia e ci siamo detti che al di là del far vedere cosa siamo capaci di fare, dobbiamo godercela e divertirci di più, serviva un cambio di mentalità e la voglia di giocare per noi stessi, penso si sia visto soprattutto con il San Michele”.

A proposito, che vittoria è stata?
Abbiamo giocato a calcio, abbiamo tenuto meglio il campo, li abbiamo limitati nella loro azione offensiva e colpiti al momento giusto, con cinismo, vincere è stata una liberazione ma anche emozionante, è pur sempre la nostra prima vittoria in prima categoria”.

Per quanto riguarda te, un giorno di sette anni fa hai deciso di tornare qui per giocare con tuo fratello e per il tuo paese natale, da lì è stato solo Ceresium. Ma quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Innanzitutto giocare fino a 30 anni, oltre già la vedo difficile, io non sono mica come il mio compagno Luca Gelli che ha 41 anni e ancora viene al campo con la stessa voglia e la stessa passione di un ragazzino, onestamente non so proprio come faccia, al Ceresium ho fatto una dichiarazione d’amore e spero di poter dare il mio contributo per salvarci e poi chissà magari l’anno prossimo alzare l’asticella, però prima c’è da far gol, belli o brutti sono quelli che contano e che servono alla mia squadra, sono a quota 4, spero di arrivare in doppia cifra, devo fare di più”.

Chiudiamola così: il Ceresium Bisustum si salva se…
Se riesce a trasformare il proprio campo nel proprio fortino, lo è già stato negli anni passati, quest’anno abbiamo vacillato un po’, ma ci siamo anche rialzati dopo 4 sconfitte consecutive, casa nostra deve tornare ad essere il nostro punto di forza, chi viene qui deve dimostrare il 200%, deve aver più fame di noi, siamo pronti a qualsiasi sfida ma sempre con il sorriso sulle labbra”.

Mariella Lamonica

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