Dici Michela Cobianchi e dici Pallamano Cassano Magnago, per il lunghissimo corso della giocatrice nella società amaranto (dal 2009) e per ciò che rappresenta da ormai 4 anni, con il suo ruolo di capitano della squadra di A1 Femminile.

A1 Femminile che sta stupendo tutti, chiudendo questa prima parte di stagione al primo posto in classifica grazie alla vittoria nel big match dell’ultimo turno di campionato per 27-26 su Jomi Salerno e che ora non si pone più limiti.

Come valuta il percorso sorprendente della vostra squadra fin qui?
“Hai detto bene tu: sorprendente ed aggiungo inaspettato. Siamo una squadra giovanissima, 22 anni come età media del nostro gruppo non tanto ampio, composto da tante ragazze che fanno il doppio campionato anche in A2 ma che sono una parte fondamentale della nostra realtà. Siamo partite con l’obiettivo di rimanere nella parte centrale della classifica, puntando poi alla parte più alta come l’anno scorso, chiuso con un ottimo risultato. Abbiamo perso diverse ragazze importanti quest’estate e dovuto assemblare nuovamente la squadra, dando il benvenuto alle nuove ma è andato tutto bene, perchè la squadra ha iniziato a girare fin da subito. La vittoria con Erice in casa è stata il trampolino di lancio della nostra stagoone fin qui. Abbiamo avuto anche fortuna a livello di calendario, che non ci ha messo subito contro le formazioni top, permettendoci così di crescere man mano ed arrivare poi agli scontri top del campionato con fiducia e convinzione nei nostri mezzi, cosa che ci ha permesso di performare al meglio. Siamo più che soddisfatte di questo inizio di stagione”.

Qual è la peculiarità che sta permettendo a questo gruppo di emergere così bene in campionato?
“Siamo una squadra atipica, non abbiamo una punta di diamante predefinita, una cosìdetta “Top-Player”. Siamo tutte buone giocatrici che in base alle proprie caratteristiche ci mettono ognuna un mattoncino ad ogni partita. Siamo un gruppo omogeneo, che lavora molto e che sta bene insieme e questa è una cosa fondamentale poi per vivere una grande stagione”.

Come sta vedendo coach Affricano alla prima esperienza a capo di una squadra femminile e soprattutto cosa vi sta dando finora?
“Lui è una persona molto attiva, è convinto del suo lavoro, ha una grande voglia di fare e di fare bene. Ci dà tanto a livello di ritmo, d’intensità, sia in settimana che in partita. Ha la bravura di riuscirci a tenere sempre accese. Questa cosa ci è un po’ mancata negli anni scorsi. Ci corregge, ci stimola, tiene ben dritta la barra dell’attenzione e questo è molto importante, anche se a volte qualche compagna lo può pensare fin troppo perfezionista ma serve anche questo per amalgamare al meglio un gruppo nuovo”.

Nel suo ruolo di capitano il lavoro più duro immagino venga ora: va tutto benissimo ma bisogna rimanere con i piedi per terra..
“Per esperienza posso dire che anche quando a livello di classifica va tutto bene nella quotidianità di una squadra c’è sempre qualcosa che non va, quindi il mio “lavoro” di capitano non ha mai veramente un momento per rilassarsi (ride, ndr). Cerco di tenere il gruppo coeso principalmente, ma devo dire che ci sono tante ragazze che mi danno una mano e ripeto, siamo un bel gruppo, una cosa che forse era mancata negli anni scorsi. Dico sempre alle ragazze più giovani di confrontarsi, se qualcosa non va bisogna dirlo, bisogna cercare una soluzione, perchè sparlare o tenersi dentro delle insoddisfazioni non porta a nulla”.

Che giudizio dà alla stagione finora delle due nuove arrivate: Diana Kobilica e Angelica Manfredini?
“Diana è atleta nazionale di beach handball e da due anni non giocava in indoor, si è rimessa in gioco da zero senza mai lamentarsi e sta dando un grosso contributo. Angelica è una ragazza giovane che aveva poco spazio dov’era prima, mentre qui le abbiamo chiesto di essere il nostro pivot titolare e si sta dimostrando davvero super”.

Arrivati al giro di boa della stagione in testa alla classifica, quale diventa ora l’obiettivo?
“Adesso che abbiamo visto di cosa siamo capaci e chi siamo davvero, l’obiettivo direi che è arrivare a giocarci la finale scudetto, questo sicuro. Poi si vedrà”.

Alessandro Burin

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