Ormai già avviati alla fase di ritorno del campionato di Serie B, lo Yaka Volley di Malnate continua a mantenere alto il proprio nome forte della sua 3^ posizione in classifica con 23 punti grazie alle 8 vittorie su 11 partite disputate. In questa stagione, come nella galoppata della scorsa, uno dei pilastri fondamentali del gruppo guidato da coach Mattiroli resta il centrale classe ’95 Andrea Croci. Legato alla società dalla stagione 18/19, la sua fame di vittorie e di affetto dal pubblico non si è ancora arrestata e sicuramente spera ancora di regalare alla società malnatese quell’obiettivo che è sfumato sul finale dell’anno scorso per pure questioni tecniche.

Iniziamo cercando di conoscerti meglio: ci racconti chi è Andrea Croci.
“A livello pallavolistico sono semplicemente un giocatore, personalmente mediocre, che prova a fare della pallavolo al meglio delle sue potenzialità insieme ad un gruppo che mi stimola. Al di fuori della pallavolo Andrea è un progettista meccanico, è una persona estremamente competitiva, come nella pallavolo, che ha determinati obiettivi che vuole raggiungere. Inoltre, mi reputo come una persona molto sensibile che cerca di equilibrare i rapporti con tutte le persone”. 

Cosa rappresenta per te la pallavolo e quali sono state le principali tappe del tuo percorso di crescita?
“Per me la pallavolo rappresenta tanto, nel senso che per me questo sport è molto più del semplice concetto di una partita il sabato sera. La vedo molto di più come un fare squadra, di creare dei rapporti che non sono fini solo al risultato della partita. Questo sport mi ha dato tanto e penso che la cosa più bella che mi lascerà in futuro, quando smetterò di giocare, è proprio questo… i molti legami che qui si sono creati. Spero che il mio percorso possa ancora continuare a lungo, ma fino ad ora ho due momenti che reputo fondamentali: il primo è la promozione in serie A nella passata stagione perché è stato qualcosa di veramente unico e bello, soprattutto con questo gruppo. La seconda è la giovanile a Segrate, che per me è stato un momento fondamentale della mia formazione: sicuramente difficile… ma molto bello”.

Ormai fai parte della società dalla stagione 2018/2019. Dopo tutti questi anni, cosa vuol dire per te Yaka Volley? Cosa rappresenta?
“Yaka per me ormai rappresenta tanto ed è di fatto una mia seconda casa. Mi piace stare qua, mi piace il gruppo, l’ambiente e fare pallavolo in questo modo. Qua il mio concetto di squadra e di pallavolo sono molto allineati con quelli della società ed è per questo motivo che mi piace molto stare a Malnate”.

Come vivi il rapporto con i tifosi? Senti la loro presenza durante le partite o mentalmente cerchi di isolarti?
“Io cerco molto il pubblico. Personalmente è un valore aggiunto non indifferente ed è una parte di quello che io chiamo Società. In questi anni, penso anche grazie ai risultati raggiunti e quel po’ di disponibilità che diamo noi giocatori nei loro confronti, si è costruito un legame sempre più stretto e di condivisione con i nostri tifosi. Tutto quello che ci viene ripagato dal pubblico ha un valore esponenziale rispetto a quello che noi offriamo realmente a loro e per questo motivo io cerco di avere un rapporto molto diretto con chiunque venga al palazzetto a supportarci. Ci sono certe persone nel pubblico, che ringrazio infinitamente, che sono un po’ più visibili e ci tengono particolarmente a noi, non solo il sabato sera ma anche durante tutta la settimana. Mi piace averlo vicino il pubblico e, soprattutto nelle partite casalinghe, cerco di farmi trasportare da loro e di farlo diventare effettivamente un giocatore attivo in più nel campo. Il messaggio che, come società, vogliamo far passare è proprio quello di creare un coinvolgimento diretto con tutte le fasce di età, creando un posto sano e bello dove sai che se il sabato sera vieni a vederci ti divertirai sicuramente con dei ragazzi che a fine partita sono super contenti di scambiare due parole con tutti. Infatti, nella foto finale delle nostre partite a Malnate non siamo mai solamente noi giocatori, ma andiamo apposta in mezzo alle gradinate per coinvolgere e ringraziare tutti”.

Come ti prepari prima di una partita? Hai qualche rituale?
“Si certo! Io per forza, a pranzo, ho la mia pasta al sugo con 3kg di formaggio che non me la potrà mai togliere nessuno. Poi, il pomeriggio prima della partita, ho sempre un riposino, la doccia, riguardo il foglio di preparazione alla partita che ci dà in settimana il coach e poi vengo in palestra”.

Per rimanere sempre in tema di concentrazione e preparazione mentale: come gestisci la pressione durante una partita in una situazione di stress?
“In queste situazioni mi viene spontanea una cosa: cercare uno sguardo. Nel senso… quando si prende magari una serie di 2/3/4 punti consecutivi con magari qualche ace non è mai facile rimanere concentrati e molto coesi. Quindi cercare uno sguardo, un cinque o solo trovarsi in mezzo al campo due secondi per resettare tutto e ripartire da zero… secondo me è un buon modo. Per me, per uscire dai momenti di difficoltà l’unico modo è il gruppo, perchè nella pallavolo non c’è spazio per le singolarità e bisogna sempre lavorare e ragionare tutti insieme”.

Chi ti ha aiutato ed/o ispirato maggiormente in questa tua avventura pallavolistica?
“Nel mio percorso pallavolistico ho avuto la fortuna di poter fare le giovanili in una società di serie A; quindi, lì le fonti d’ispirazione sono tante. Vedere in allenamento con te centrali come Riccardo Spairani o molti altri giocatori di un certo livello… quelle sono decisamente ottime fonti d’ispirazione, soprattutto quando sei ragazzino. Crescendo poi le mie fonti sono diventate altre. Forse un po’ meno pallavolistiche, ma dal mio punto di vista più profonde come raggiungere un obiettivo insieme, lo stimolo che ti può dare un compagno o un allenatore. Sicuramente uno ha dei focus diversi in base alla sua età ed alla sua categoria, ma la mia chiave è di voler sempre migliorarmi nonostante tutto”.

Cosa è significato per te, nella scorsa stagione, arrivare a conquistare la serie A? Quanto è stato faticoso, appena arrivati a questo bellissimo traguardo, doverlo abbandonare per pure questioni tecniche?
“È una questione che mi fa ancora male a pensarci. La stagione dell’anno scorso è stata sicuramente pesante dal punto di vista atletico e sportivo. Eravamo perfettamente consapevoli di poter competere tranquillamente con tutte le squadre del nostro girone ma, di contro, è stato anche un carico di aspettative notevole. Nonostante ciò, siamo stati felicissimi di dimostrare il nostro valore sul campo. Poi sappiamo tutti com’è andata… c’è stata una settimana in cui è stato veramente difficile accettare tutto ciò, però se esistono delle regole è giusto che vengano rispettate, anche se vanno a nostro svantaggio. Inoltre, c’è da considerare che in quel momento non avevamo neanche i diritti per giocarci la Serie B; quindi, avevamo veramente il morale a terra. D’altra parte, eravamo comunque molto orgogliosi di tutto il movimento che avevamo creato e non potevamo permetterci di distruggere tutto questo ambiente bellissimo che si era creato. Nonostante ciò c’è chi ha deciso, giustamente, di accettare delle proposte da categorie superiori. Quello che ha fatto si che almeno l’85% della squadra rimanesse è stato il sentimento condiviso e la consapevolezza di ciò che avevamo creato”.

Quali sono i tuoi obiettivi/sogni futuri, sportivi e no?
“Sicuramente questa è una stagione più difficile rispetto all’anno scorso e gli obiettivi non possono essere gli stessi, come abbiamo discusso anche con tutta la società. Questo non vuol dire tirarsi indietro, ma semplicemente rendersi conto dei nostri limiti. L’obiettivo è sicuramente fare il meglio possibile per noi e per chi ci segue in casa e, addirittura, fuori casa. A livello personale ci sono una serie di sfide che mi aspettano, un po’ familiari ed un po’ lavorative. Di conseguenza cercherò di portare il tutto avanti nel migliore dei modi possibili”.

ANDREA CROCI – VOLLEY IDENTIKIT

Fondamentale preferito?
Attacco

Beach Volley o Snow Volley?
Snow Volley

Rotazione in campo preferita?
P4

Giocatore/giocatrice di riferimento?
Marco Bollini

Preferisci partite intense e combattute o vittorie più agevoli?
Decisamente partite intense e combattute

Scarpe alte o basse?
Basse

In battuta sul 23-24 per gli avversari: battuta piedi a terra o spin jump?
Io mi farei sostituire, ma se dovessi consigliare a qualcuno direi di saltare

Quale canzone/genere non può mancare nella tua playlist prepartita?
Qualunque cosa che spinga, generalmente sul rock e techno

Se dovessi scegliere una parola per descrivere il tuo stile di gioco, quale sarebbe?
Equilibrato

Pallone Molten o Mikasa?
Mikasa

Matteo Carcano
foto di Gianluigi Rossi

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