Il titolo è icastico (“Northwest 200: la corsa più bella del mondo”). Poi però ci sono 208 pagine perché la tesi regga l’antitesi su basi sportive, umane e statistiche e possa giungere alla sintesi di cui sopra. Roba hegeliana che poco ha a che fare con le ruvide storie della road race nordirlandese che Giovanni Cortinovis ha provato (con innegabile successo visti i numeri di vendita sulla piattaforma Amazon), a sdoganare anche oltre la nicchia dei duri e puri cultori della materia.

Bustocco di nascita, dairaghese di domicilio e bergamasco di origine (questo motiva la destinazione benefica dell’operazione editoriale), l’autore è firma di spessore in quota 2 ruote per Motosprint, La Gazzetta dello Sport e L’Eco di Bergamo. Con primi passi di carriera mossi alla Pro Patria come Ufficio Stampa una ventina di anni fa. Epoca condivisa con chi scrive per un risvolto davvero di relativo interesse. Ma perché cercare definizioni altrove quando è lui stesso ad attribuirsene ben 3 in crescente gradazione pastoral/motoristica: trafficante di velocità, coltivatore diretto di statistiche, allevatore di storie bestiali. Insomma, se prima c’era solo curiosità, ora l’attenzione è d’obbligo.              

Andiamo per ordine. Trafficante di velocità. Millantato credito o episodio di vita vissuta?
“Decisamente la seconda. Deriva da un mio viaggio nel deserto salato dello Utah per seguire le gare di velocità. Al ritorno mi portai un sacchetto del famoso Sale di Bonneville. Quando all’imbarco la DEA (Drug Enforcement Administration,ndr) verificò la presenza di una polvere bianca nel mio bagaglio, potete immaginare l’equivoco…”.

La Gazzetta nei lunedì post GP o il settimanale Sportweek ospitano le tue originali e succosissime statistiche. Consideri un punto d’onore esserne coltivatore diretto?
“È una passione personale che ho alimentato cercando di evitare di prendere numeri da altri. Anzi, costruendo tutto attraverso un database personale. Nel caso della Northwest 200 ho scoperto che a dispetto dei quasi 100 anni di storia (la prima edizione si tenne nel 1929, ndr), molti dei dati riportati nell’appendice statistica del libro erano assolutamente inediti”.

Infine, allevatore di storie bestiali. Etichetta che non ha declinazioni solo motoristiche…
“In effetti da anni ho in cantiere il progetto di un libro sulle storie più assurde legate al mondo del tifo calcistico. Le avevo raccolte ai tempi della mia collaborazione con il Guerin Sportivo. Ce ne sono centinaia. Partendo da quella di un tifoso dell’Arsenal amante dei tatuaggi da considerare a buon diritto il più sfigato della terra. Chissà che prima o poi non ci sia tempo per dare corpo a quel progetto”.

Inquadrato l’autore, tocca parlare dell’opera. Togliamoci subito il dente. Perché la Northwest 200 sarebbe la corsa più bella del mondo?                  
“Qui dobbiamo fare una premessa. La mia è chiaramente un’opinione personale. Nel mondo delle corse c’è il grande pubblico che segue la Motogp, chi la considera troppo schiava della tecnologia e preferisce la Superbike, chi pensa che ci sia troppa “politica” e ama solo le road races come il TT. Già perché l’icona mondiale delle corse stradali resta quella dell’Isola di Man. Nonostante o forse anche in virtù della mattanza di vittime (ufficialmente 267). Giacomo Agostini la vinse 10 volte prima che negli anni ’70 i piloti si imponessero per togliere l’appuntamento dal calendario del motomondiale. E qui scatta il paragone con la Northwest 200. Solo 8.970 miglia nel leggendario triangolo (The Triangle) tra le cittadine di Portrush, Portstewart e Coleraine (contro le 37.73 miglia del Tourist Trophy). Partenza anche con la pioggia tutti insieme e non “a cronometro” come al TT. Questo tutela le strategie, la capacità di tirare le staccate, il gioco di scia. Soprattutto, il pubblico non ha bisogno di affidarsi al tempo per capire chi è in testa. Non esattamente un dettaglio. La sopravvivenza di queste gare anche nel futuro è legata a parecchi fattori. Non ultimo quello assicurativo”.

Come neutralizzare il rischio di trasformare il libro in una guida per iniziati?
Beh, c’è una parte storica dedicata all’Irlanda del Nord e alla sue vicende in parte irrisolte. E una parte a tutti gli effetti turistica con consigli per il viaggio, dritte ed informazioni accumulate durante le mie tante esperienze in Irlanda del Nord

Nella sua efficacissima prefazione Carlo Canzano scrive “E poiché, diciamolo, Giovanni è un po’ maniaco, si è quasi trasformato in un missionario di queste evento, raccontandone le vicende dei protagonisti, di vertice o comprimari, qua e là su quotidiani nazionali e locali, oltre che riviste specializzate e nei suoi profili social”. Chi ha più contribuito all’epica della NW200?
“Indubbiamente la famiglia Dunlop con Joey primatista di vittorie (26) al TT, con 13 successi alla NorthWest 200 e successivamente scomparso in una corsa a Tallinn. Il fratello minore Robert che la Northwest l’ha vinta 15 volte prima di morire a Mother’s Cross il 15 maggio del 2008. Due giorni dopo il figlio Michael volle comunque correre per onorare la memoria del padre e vinse la gara. Il secondo fratello William morto anche lui in sella ad una moto. Una famiglia che esprime un destino tragico all’interno di una passione genuina, assoluta, per il motorsport”.

Scorrendo la lista dei vincitori poche eccezioni al monocolore britannico. Con una notabile eccezione tricolore… 
“Maggio 2019. Vengo a sapere che Stefano Bonny Bonetti, allora 42enne bergamasco di Castro e migliore interprete italiano delle road races correrà la NW200 nella categoria Supertwin (650 cc 4 tempi) con la Paton. Lo conosco bene, intuisco possa vincere. Prima di partire, vado da Aumai e compro una bandiera tricolore. Non si sa mai. Va a finire che Bonetti vince davvero e sul podio la bandiera sventolata è proprio la mia. Soddisfazione doppia”.

Appuntamento alla settimana tra il 6 e l’11 maggio per l’edizione 2024 della Northwest 200. In quei giorni si tornerà a sgasare a 300 km/h sulle strade del Triangolo. Nell’attesa, su Amazon il libro di Giovanni Cortinovis (per la cronaca, in vendita al prezzo di 14.99 euro con fondi destinati alla donazione di un defibrillatore alla Contrada di Tagliata di Costa Serina), è primo nella sezione moto davanti a “Belìn: che paddock” di Carlo Pernat e “Pensa se non ci avessi provato“ di Valentino Rossi. Vuoi vedere che davvero la Nortwest200 è la corsa più bella del mondo?

Giovanni Castiglioni

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