Dopo 19 partite il Varese occupa la quinta posizione (alias playoff), ma il finale in crescendo della stagione non può che far ben sperare in vista del girone di ritorno. Se per qualcuno il campionato è ormai andato, per i biancorossi è ancora tutto aperto e da gennaio ci si aspetterà il tanto agognato salto di qualità da parte di un gruppo che ha le carte in regola per stupire.

Al giro di boa di una stagione fin qui da 7, il bilancio complessivo va ovviamente a toccare nel dettaglio i protagonisti in campo e, come da tradizione, non può mancare il nostro Pagellone. Dopo aver analizzato il rendimento di portieri e difensori prima e centrocampisti e attaccanti poi, chiudiamo la nostra carrellata con le valutazioni di staff e società.

STAFF

CORRADO COTTA 7

Il Varese ha dimostrato solo a tratti di poter fare un grande calcio, prerogativa non indispensabile per poter vincere; di contro, in più occasioni, si è confermato una squadra tignosa, frutto di uno spogliatoio davvero unito. Cotta non sarà certo ricordato per il calcio champagne, ma il legame che ha contribuito a creare in un gruppo totalmente nuovo (e in una piazza ambiziosa e non semplice come Varese) va elogiato. Tutti i giocatori, dal primo all’ultimo (anche chi ha fin qui giocato meno) hanno sempre speso belle parole su di lui e sul suo modo di approcciarsi. Per vincere basta fare un gol in più degli avversari: verità scomoda, che a volte non piace e che a volte si ritorce contro (Albenga e Sanremese due esempi lampanti), ma che è sempre attuale. Ecco il Varese di Cotta. Pragmatico

MARIO FIORE 7

La spalla perfetta per uno come Cotta: l’intesa tra i due è davvero notevole e la comune visione del modo di intendere calcio li porta a stimolare in egual misura i calciatori. Tra una battuta e l’altra, in allenamento si lavora davvero tanto e se qualcuno sbaglia qualcosa (posto che ogni tanto la strigliata ci sta) il vice biancorosso è il primo  dare consigli (sulla postura, sul modo di calciare e su mille altri piccoli dettagli). Motivatore

PAOLO PACIAROTTI 6.5

Compito ingrato quello di allenare i portieri: se sbaglia un giocatore di movimento l’errore può passare in secondo piano, ma se a sbagliare è un portiere allora sono guai. Non sempre si ha la possibilità di avere un Buffon o un Neuer in casa (per inciso, anche loro hanno combinato qualche frittata, com’è normale che sia), ragion per cui è importante lavorare soprattutto sulla testa dei giocatori, per aiutarli a superare ogni difficoltà. Il “Pacia” lo fa da sempre. A modo suo. Energico

LUIGI PASQUILLO e SIMONE BESTETTI 7

I motori della squadra. Preparazione atletica differente rispetto al passato, ma decisamente funzionale: la maggior parte degli infortuni patiti dalla squadra non dipendono da fastidi muscolari, ma da fattori esterni (una distorsione, il riacutizzarsi di vecchi traumi o colpi subìti in allenamento/partita). Il Varese fisicamente sta bene e il merito e di due giovani leve: Pasquillo (preparatore atletico) li fa sudare, Bestetti (fisioterapista) previene o li rimette in piedi: il tutto in un clima sereno che fa bene all’ambiente intero. Entusiasti

SOCIETÀ

PAOLO GIRARDI 7

Per sua stessa ammissione il calcio non è il suo sport ma, trascinato dalla passione e dall’entusiasmo di Antonio Rosati, ha accettato l’incarico presidenziale senza mai far mancare nulla al Varese. Lo dimostrano la campagna acquisti di livello assoluto e, soprattutto, i cospicui investimenti al Centro Sportivo delle Bustecche. Sempre disponibile e sorridente, svolge il suo incarico senza entrare nel merito dell’area tecnica; è la figura perfetta per rappresentare la società. Equilibrato

ANTONIO ROSATI 7.5

Il fautore della “rinascita” biancorossa. Dopo una stagione disastrosa sotto tutti i punti di vista, ha preso in mano la situazione ridisegnando l’asset societario e dando l’accelerata concreta ai lavori al Centro Sportivo delle Bustecche. Più volte fin qui ha ripetuto di aver imparato molto rispetto alla sua prima esperienza, e il capitolo strutture riveste un ruolo di primaria importanza nell’era Rosati-bis: il Varese avrà presto la sua casa completa ed efficiente cui (si spera) si aggiungerà uno stadio all’avanguardia. Chiaro, però, che i tifosi vogliono vincere e il successo di un progetto passa dai risultati in campo: ad oggi il Varese non è la corazzata che molti speravano potesse essere, ma una squadra solida e unita che ben sposa lo spirito biancorosso. Nel girone di ritorno ci si aspetta un passo in più, ma le premesse sono buone. Trascinatore

VARESE IN CAMPO (DAVIDE RAINERI) 7

Voto che non accontenterà nessuno, ma che è un po’ la summa di ciò che è stato il cammino biancorosso fin qui. Di sicuro tutti vorrebbero vedere il Varese lassù (9 punti di distacco dalla vetta sono tanti, è vero), ragion per cui non mancano i detrattori del progetto che lo etichettano già come fallimentare. Analizzando ciò che è stato, vanno però fatte delle premesse: oltre al punto di penalità (non imputabile alla squadra in campo), il Varese ha pagato un’estate turbolenta tra ricorsi e contro-ricorsi che hanno consegnato ai biancorossi la certezza della Serie D solo il 4 agosto. Poi la volontà di rimodulare le ambizioni verso l’alto ha portato ad una piccola “rivoluzione” della rosa e l’amalgama del gruppo ha tardato a consolidarsi. In questo va elogiato il lavoro di un direttore sportivo esperto quale Davide Raineri (che ben conosce il territorio) che non ha mai esitato nel chiudere le trattative necessarie a rinforzare la squadra. Al netto di ciò il Varese ha sempre mantenuto una sua regolarità di rendimento chiudendo con quattro sconfitte (di cui solo quella con il Chisola è stata netta), sei pareggi (molti con rammarico) e nove vittorie. Bilancio senza dubbio positivo che consegna ad oggi un piazzamento playoff. Finale in crescita, gruppo solido e ottime prospettive per il girone di ritorno: il Varese sarà della partita fino alla fine. Solido

VARESE FUORI CAMPO (DIRIGENZA) 8

Inutile girarci intorno, ad oggi il Varese è una società che fa della programmazione il suo punto di forza. Il “problema” è che siamo solo all’inizio di un percorso davvero lungo e complicato (come, per certi versi, dimostrano i piccoli ritardi -non imputabili alla società- nei lavori alle Bustecche) che darà i suoi frutti negli anni a venire; e non tutti conoscono il valore della pazienza. Giustamente, per certi versi, perché il Varese deve per sua natura vincere, ma facendo le cose step by step i risultati arriveranno. Intanto il Varese comincia a funzionare in campo e fuori: tutta la filiera biancorossa sta beneficiando di un centro sempre più completo e tra qualche mese si avrà una prima importantissima risposta sul progetto Stadio portando avanti dalla società in sinergia con Aurora Stadium. Un progetto che, scetticismi a parte, dimostra la vera volontà di questa società: tornare nel professionismo e tornarci per giocare un ruolo da protagonisti. Avanguardistico

Matteo Carraro

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