Come si dice di solito, 150 e non sentirli? Ecco, non è questo il caso, qui è 150 e sentirli tutti, ricordarli quasi a memoria, riviverli nella mente, emozionarsi ancora, responsabilizzarsi, crescere, maturare ma anche tornare bambino alla vista di quelle immagini che nell’epoca moderna scorrono via come un reel di 30’’ al retrogusto di adrenalina e di passione, quella poi non manca mai.
Centocinquanta che in realtà sono già centocinquantuno, perché domenica è stata tripletta ed il traguardo è stato pure sfondato, ma la fame di Alberto Stefanazzi, attaccante classe ’95 dell’Union Villa Cassano e vincitore del Pallone d’Oro di Varese Sport 2023, è un gorgoglio nello stomaco che rumoreggia h24.
Io vivo per il gol, sono uno di quegli attaccanti che se non segna diventa matto, sono forse troppo fiscale, anche troppo severo, ma il mio dovere è aiutare la squadra e aiutare la squadra significa segnare, nel mio ruolo, a mio avviso, non ci sono alternative”.

Una vita di esultanze, verrebbe da dire, perché se a 29 anni appena compiuti la calcolatrice ne conta 151 è perché ci si è fatti spesso trovare pronti. Il gol è emozione e allora raccontaci l’ultima: come è andata domenica?
È paradossale raccontare domenica perché contro il Laveno mi sentivo bene, sono entrato in campo concentrato e convinto e ne sono uscito con tre pali ed un rigore sbagliato, e soprattutto con la sconfitta della squadra, poi contro il Gorla Minore abbiamo davvero fatto il Cassano fino in fondo, la prestazione è stata di quelle giuste e alla mia seconda marcatura sono corso in panchina perché sapevo ci fosse una maglietta ad aspettarmi, me l’avevano preparata già durante le vacanze e contro il Laveno il nostro dirigente ce l’aveva sotto la giacca, c’era il dubbio che non portasse benissimo, fortunatamente non è stato così”.

Però domenica eri particolarmente carico ed un segreto c’è…
Parli di Sinner?Sì.Sono un malato di tennis, è vero. La vittoria di Sinner agli Australian Open mi ha gasato tantissimo, lo seguo da quando ha 16/17 anni e ho sempre pensato potesse diventare il numero uno al mondo, è un campione che stimo davvero tanto e vederlo vincere il primo grande slam della sua carriera è stata una bella botta di emozioni, magari c’è una connessione fra il suo successo e la mia tripletta, in fondo lo sport è anche questo immedesimarsi e sentire proprie le emozioni altrui”.

Restiamo su di te: 151 gol, qual è il più bello?
Viene un po’ difficile citarne uno ma d’istinto ti dico il primo gol in Eccellenza, credo fosse il 2012 e la partita era Sestese – Pro Vigevano Suardese (4-2 ndr), ma ancor di più il gol in finale di Coppa Lombardia lo scorso anno, è vero che non è valso la vittoria ma fu un gran bel gol ed un’emozione indescrivibile, è sicuramente in cima alla lista”.

Come sei cambiato nel corso di questi anni? Forse eri un giocatore più di qualità che di quantità, eppure negli ultimi tre anni sono arrivati più di 80 gol che fanno rima con exploit…
Ero un giocatore più insicuro, meno consapevole, sbagliavo un passaggio e mi perdevo via, è vero che giocavo in categorie superiori e che magari avevo anche altri compagni di reparto, non ero “la punta di diamante” se vogliamo dirla così, ma ero proprio diverso, più fragile mentalmente, c’è voluto tempo affinché diventassi conscio dei miei mezzi, ad Oleggio faccio 20 gol in Promozione, mica male, ma sono gli ultimi tre anni che mi hanno cambiato, oggi a volte penso che i difensori mi temono e questo talvolta mi lusinga ma è anche un vantaggio per la squadra”. E prosegue:Quando dicono che un giocatore deve stare bene anche e soprattutto fuori dal campo è vero, ho trovato il mio equilibrio sia a livello lavorativo che oltre, ho le mie amicizie e poi ho Alice, la mia compagna, mi segue ovunque ma lo fa con passione, c’è un bel legame anche fra lei e l’intero gruppo, gioisce per me, soffre con me, l’amore come il resto si è praticamente allineato e io sto molto bene in ogni ambito della mia vita”.

Affacciamoci su questo campionato, inutile dire che ci si aspettava qualcosa in più dall’Union Villa Cassano…
Anche noi ci aspettavamo qualcosa in più, non possiamo certo nasconderci, in queste situazioni le colpe sono sempre equamente condivise perché la società, il mister e noi ragazzi degli errori li abbiamo fatti, però sappiamo anche una cosa molto importante, nel momento di difficoltà nessuno si è girato dall’altra parte, nessuno è scappato, ci siamo guardati in faccia e abbiamo cercato una soluzione, abbiamo cercato di venirne fuori, e penso anche che in realtà ne siamo fuori già da prima di Natale perchè le prestazioni non mancano, i punti e qualche risultato sì, ma è il bello del calcio, anche rincorrere e continuare a crederci nonostante sia difficile ad oggi raggiungere i playoff fa parte del bello e sono certo che non sia ancora finita”.

Pensi che la netta vittoria sul Gorla Minore (5-2 ndr) possa essere una chiave di volta nella vostra stagione?
A livello mentale lo spero nel senso che deve darci qualcosa in più, a livello di gioco anche ma, ripeto, nell’ultimo mese non sono mancate le prestazioni, è mancato un po’ il contorno, la continuità nell’arco dei 90 minuti, l’episodio che ti gira male, però se devo pensare che possa essere uno slancio per fare qualcosa in più va bene, ci sta, dobbiamo pensare partita dopo partita, ora dobbiamo solo divertirci e vedere che succede”.

In generale cosa pensi di questo campionato? Credi che la classifica rispecchi i valori delle squadre?
È un campionato un po’ particolare e credo che Olimpia e Morazzone abbiano qualcosa in più rispetto a noi, onestamente non vedo la rosa del Cassano inferiore a quella di Gorla Minore o Folgore Legnano, però se loro sono lì è perché lo meritano e se noi siamo indietro è perché abbiamo fatto degli errori al di là di tutto quello che ho detto prima, in questo momento siamo in una posizione in cui non sai dove guardarti, non sai se guardare dietro o guardare avanti, ma penso che sia comunque un campionato avvincente che deve dire ancora molto, anche Nuova Abbiate e Luino sono due ottime squadre e per me si faranno valere fino alla fine”.

Campionato stimolante anche per nomi, solo nel reparto attaccanti si contano giocatori forti e di categorie superiori, come vivi questo confronto a distanza?
È stimolante, ci sono giocatori fortissimi e ne dico due su tutti, Carrion e Ghizzi. Il primo non segna tanto, è vero, ma in campo si fa sentire, non molla un centimetro ed ha una mentalità pazzesca, Ghizzi è devastante, personalmente mi spinge a fare sempre meglio vuoi perché anche nella classifica cannonieri c’è una bella lotta “a distanza” fra me e lui”. 

Ti piacerebbe giocare con un partner così?
Premesso che ho grande stima e rispetto per tutti i miei compagni, ma non posso negare che giocare accanto ad un nome come Carrion o come Ghizzi, ma ce ne sono anche altri, sarebbe davvero bello”.

Va bene i 151 gol, ma adesso qual è il tuo prossimo obiettivo personale?
Vivo di obiettivi, devo prefissarmeli ogni giorno, adesso potrei parlare di 25 gol stagionali (è a 19 ndr), poi magari alzo l’asticella e dico 30, ma anche il terzo titolo consecutivo di capocannoniere in Prima Categoria non sarebbe male”.

E lo baratteresti il titolo di capocannoniere con l’accesso ai playoff?
Ahia…che domanda, ti ho detto che vivo per il gol non puoi chiedermi una cosa del genere (ride ndr), scherzi a parte lo baratterei anche perché sono convinto che questa società debba tornare in Promozione e sono certo che se avessimo questa chance la sfrutteremmo al meglio”.

È strano perché sei a Cassano da sole due stagioni, eppure sembri uno di quei giocatori che ha passato qui una vita, è stato un colpo di fulmine?
Possiamo davvero parlare di colpo di fulmine, mi sono innamorato subito, anzi ci siamo innamorati subito, questa società è fatta di brave persone, di un ambiente strepitoso, di una squadra che è un gruppo pazzesco ed un mister che vive tutto al massimo come noi, quando passi la giornata e non vedi l’ora delle 19 per andare al campo e dimenticarti di tutto il resto, quando ogni occasione è buona per ritrovarsi e stare insieme, quando sai davvero di poter contare l’uno sull’altro, è perché non stai più parlando di squadra o amici, stai parlando di una famiglia”.

A che punto sei della tua carriera? Fine primo tempo? E cosa farai “da grande”?
Adesso mi tocca dire che la mia fidanzata è la più brava e più bella del mondo altrimenti col cavolo che posso pensare di giocare altri 10 anni (ride ndr), però è quello che vorrei, diciamo che per come sono fatto io giocherò finché farò la differenza, non mi trascinerò in campo a oltranza solo per un discorso di non voler smettere, però anche post carriera da giocatore è un mondo in cui voglio restare, non so ancora se in qualità di allenatore o direttore sportivo, ma c’è tempo, non mi sento al giro di boa, mettiamola così, nei minuti di recupero del primo tempo”.

Domenica trasferta a Porto Ceresio, gara da non sbagliare se si vuole dare seguito a quanto detto prima, pronti?
Pronti per forza, dobbiamo esserlo, come dice il mio amico “Ada” (Adami ndr), occhio alle trappole, è una squadra che ha altri obiettivi ma che giocherà alla morte, noi dobbiamo viverla senza ossessioni però, adesso viene il bello, divertiamoci”.

Mariella Lamonica

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