Quello di Doha è stato il Mondiale della consapevolezza per Susanna Pedotti.

L’atleta della Busto Nuoto Sincronizzato torna dal Qatar con una grande convinzione nei propri mezzi e con tante lezioni imparate dagli errori commessi, utilissimi per continuare a crescere in un percorso di sviluppo continuo che l’ha portata a diventare la nuova compagna di Re Giorgio Minisini nel Duo Mix, culmine di un’esperienza che ci racconta così.

Susanna, intanto, partiamo da prima del Mondiale e dalla notizia che avresti potuto essere tu la nuova compagna di Minisini. Reazioni?
“Inizialmente sono rimasta molto scioccata, non avevo mai pensato che lui cambiasse doppista e che io potessi diventare la sua nuova compagna. Ero molto contenta perchè lui è una brava persona, è molto simpatico per cui mi stuzzicava l’idea di poter lavorare con lui”.

Come sono andate le prime prove insieme?
“Giorgio provava il suo singolo e io provavo il mio, quindi facevamo più o meno le stesse cose, passando tante ore a lavorare in acqua sulla tecnica. Devono aver visto che ci muovevamo in grande sintonia e hanno pensato di farci provare a lavorare insieme. Mi è stato detto che io sarei stata la prima doppista con cui avrebbe provato, ci siamo trovati, abbiamo avuto grande sintonia fin da subito e da lì è partito tutto”.

I primi allenamenti come sono andati?
“I primi allenamenti sono stati a novembre. Io inizialmente ho dovuto imparare la coreografia, che poi era quella con cui lui si esibiva lo scorso anno con Lucrezia. Una volta imparata abbiamo iniziato a provarla insieme, con i vari cambi e lavorando più specificamente sugli elementi”.

Quando poi è uscita la notizia che avresti fatto coppia con lui al Mondiale, anche a livello mediatico questa notizia ha vuto grande risalto mediatico. Come hai vissuto tutto?
“Molto bene. Era una notizia bellissima per me, ovviamente so quanto il mio ruolo affianco a lui sia importante e per questo mi rendo conto anche dell’importanza e della pressione di questo nuovo ruolo, ma al Mondiale ho vissuto tutto con molta tranquillità”.

Ecco andiamo sul Mondiale. Mi racconta che tipo d’esperienza è stata sia in vasca che al di fuori?
“E’ stata un’esperienza bellissima da cui ho imparato moltissimo dagli errori che ci sono stati e mi sento molto maturata sotto il punto di vista tecnico. Questo Mondiale l’ho vissuto con molta più tranquillità rispetto a Fukoka in vasca, mentre al di fuori è stato bellissimo con tutto il gruppo, ci siamo trovate in grande sintonia fin da subito e abbiamo avuto modo anche di condividere tanti momenti divertenti. Poi, infine, devo dire che il Qatar è davvero un Paese che mi ha colpito molto, a livello paesaggistico e ambientale”.

Andiamo sui risultati che hai ottenuto: partiamo dal decimo posto nel Solo Libero, una gara che hai interpretato molto bene…
“Si, questa come le altre, sono state finali in cui ho fatto peggio rispetto all’eliminatorie ed è un assurdo pensando che poteva andare al contrario la cosa. Ci può stare però, perchè ad esempio nel Solo Tecnico ho alzato la difficoltà dichiarata, il che mi ha portato a cambiare moltissimo rispetto a quello che avevo provato per tre mesi, è stato un errore a livello di strategia diciamo. Nel Singolo Libero ho preso un base mark nel penultimo pezzo ed è stato un errore solo mio, però sono soddisfatta perchè ho capito durante la gara dove devo lavorare maggiormente per crescere ancora”.

Il sesto posto del Duo Mix vi ha lasciato più amarezza o più consapevolezza che questo è solo il primo passo del nuovo percorso che avete intrapreso?
“Per me e penso anche per Giorgio, è stata una finale che è solo un punto di partenza. Ci siamo allenati moltissimo su questo doppio, lavorandoci praticamente tutti i giorni da novembre fino a Doha e nessuno si sarebbe aspettato uno sbaglio così. Però Giorgio mi ha detto che secondo lui possiamo fare davvero bene come coppia e io concordo appieno”.

Tu hai sempre fatto coppia con Alessia Macchi. Cosa cambia ora nel gareggiare al fianco di Giorgio e quindi passare da una ragazza ad un ragazzo?
“Non cambia molto in realtà, perchè gli esercizi sono quelli. Cambia ovviamente la conoscenza reciproca, anche in allenamento. Alla fine io sono abituata da tantissimi anni a lavorare con Alessia e quindi su alcune cose la connessione è più immediata ma ripeto, anche con Giorgio si è subito creato un bellissimo feeling ed è ovvio che più si lavora più si cresce anche dal punto di vista della conoscenza reciproca”.

Io ho scritto che questo è stato il Mondiale della consapevolezza per te. Sei d’accordo con questa affermazione?
“Sì, assolutamente. Ho capito tante cose: ad esempio, dalla finale del doppio, che si può essere preparati quanto si vuole per una gara ma poi l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e non bisogna per questo mai dare nulla per troppo scontato. Poi come ti ho detto prima, rispetto a Fukoka, ho vissuto meglio tutta la manifestazione, con meno tensione e questo è un segno della crescita che ho fatto ed è una sensazione che mi porto dietro con grande felicità”.

Alessandro Burin

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