Ezio Vaghi, presidentissimo di Robur Saronno, ne ha vista di pallacanestro passare sotto i ponti. Eppure, mai come nelle ultime due stagioni, collaboratori, altri dirigenti e amici l’hanno visto sereno e rilassato.

Merito dei favolosi risultati ottenuti dal gruppo allenato da coach Renato Biffi, ma anche, soprattutto, degli effetti positivi prodotti dal progetto tecnico varato qualche anno fa.

“Il nostro primato in classifica in serie B Interregionale rappresenta una clamorosa sorpresa perchè – commenta soddisfatto Vaghi -, nessuno tra noi e tra gli addetti ai lavori aveva previsto un simile “exploit”. Però, al di là dei numeri, peraltro meritatissimi, ottenuti sul campo, a me piace sottolineare la continua crescita del gruppetto di “millennials” prodotti dal nostro settore giovanile. A partire da Tresso, classe 2000, Quinti 2001, De Capitani e Pellegrini entrambi 2002 tutti già ottimi protagonisti in categoria, per finire con Motta 2003, Figini, Canton e Mariani tutti classe 2005, che la serie B hanno iniziato a masticarla, è un grandissimo piacere vedere sul parquet una folta rappresentanza di ragazzi “made in Saronno”. Una presenza che, è giusto metterlo in evidenza, prende il via da un progetto partito qualche anno fa: ricominciare a lanciare in prima squadra i ragazzi del nostro settore giovanile, avendo però cura di affidarli alle mani di uno staff tecnico qualificato, ma anche, una volta in campo, a “tutor” bravi tecnicamente, ma soprattutto affidabili, disponibili e pazienti nella cura dei giovani. Grazie al lavoro di tutti siamo riusciti a costruire la squadra che avevamo in mente: una miscela perfetta formata da giovani di buonissime prospettive e senior altrettanto perfetti e a loro agio nel ruolo di “professori”. A questo “mix” aggiungi voglia di allenarsi e migliorare in palestra, attitudine al sacrificio, altruismo e talento tecnico e fisico, “et voilà”, il gioco è fatto”.

Proprio un “giochino” bello e funzionante visto che siete primi in classifica con distacco.
“I numeri – 18 vinte, 3 perse -, parlano da soli, ma non possono esprimere quelli che, a mio parere, sono gli elementi che danno maggior soddisfazione:  la bellezza, la qualità e l’efficacia del nostro gioco. I nostri ragazzi fino al big-match vinto contro Pavia, che ci ha garantito il primato in classifica, sono stati semplicemente splendidi. Poi, complici alcuni acciacchi fisici e un comprensibile calo mentale, hanno alzato il piede dall’acceleratore perdendo un paio di partite. Tutto ciò però non altera nè il giudizio largamente positivo, nè gli applausi a scena aperta che tutto il nostro pubblico, tornato in buon numero sulle tribune del Centro Ronchi, regalano ai giocatori”.

Ancora 40 minuti di gioco, sabato in casa contro Tortona, è poi inizierà la seconda fase: con che spirito la affronterete?
“Prima di rispondere a questo domanda ci tengo a sottolineare un aspetto rilevantissimo: stando a quello che sento dire, noi di Robur Saronno siamo uno dei rarissimi club che interpreta la categoria con una filosofia che potrei definire “vecchio stile”. Quindi – precisa il massimo dirigente saronnese -, teniamo fuori dalla nostra sede qualsivoglia idea di professionismo, termine che, a mio giudizio, a questo livello, fa davvero ridere o, peggio, è addirittura inquietante. Ci alleniamo solo tre volte la settimana, rigorosamente in orario serale, e tutti i nostri giocatori sono studenti o lavatori. Tutto ciò perchè in fondo questo campionato che ha un nome pomposo e altisonante, leggi B Interregionale, non è altro che la serie C1 dei vecchi tempi e allora come oggi era ridicolo scimmiottare, spesso molto male, i comportamenti dei veri professionisti. Poi, è chiaro, ognuno a casa sua è libero di fare quello che vuole e usare il “giocattolino” come meglio crede. Fatta questa precisazione, dico che affronteremo la fase playoff con le stesse motivazioni che ci hanno condotto fino a questo punto: giocarcela alla pari contro tutti, usare queste partite per offrire un banco di prova importante per i nostri giovanotti e, infine, uscire dal campo consapevolmente orgogliosi di aver fatto il massimo possibile. Sappiamo che affronteremo squadroni di altissimo livello che, per il discorso fatto poco fa, quello relativo al professionismo, schiereranno giocatori costosissimi e avendo decine e decina di allenamenti più di noi nelle gambe saranno preparatissimi. Ma noi siamo sereni e già felicissimi perchè – conclude fiducioso Vaghi -, il nostro “scudetto” l’abbiamo già vinto”.

Massimo Turconi

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