Nelle ultime settimane il Città di Varese è stato oggetto di attenzione non solo per i risultati sportivi sul campo ma anche per alcune vicende extra sportive. Da un lato la vicenda De Paola con il punto di penalizzazione comminato al Varese, dall’altro il più recente ricorso dell’Asti per il numero sbagliato di Musumeci in occasione del suo esordio in maglia biancorossa. Un bel 2-0 in favore del Varese che ha vinto in entrambi le situazioni.

Ne parliamo con Antonio Rosati che abitualmente parla solo a cose fatte… “Hai detto bene, io parlo solo a cose fatte e nella sicurezza dell’operato svolto. Purtroppo c’è già troppa gente che ha voglia e tempo di parlare e scrivere nell’ignoranza, e ci tengo a sottolineare ignoranza nel senso che ignora, non mi permetterei mai di dare dell’ignorante a qualcuno in senso dispregiativo, (e sorride ndr). Questo anche lo specchio di chi manifesta il vero sentimento del ‘falso tifoso’, come li chiamo io, che spesso sono solo gran ‘leoni da tastiera’ ma probabilmente non sono neanche mai venuti a vedere una partita. Scrivono solo quando la squadra perde o alla società provano a togliere punti e dare squalifiche, quando la squadra vince e la società porta vanti progetti ambiziosi e concreti, vedi centro sportivo delle Bustecche, spariscono dal web. Sarò concreto come sempre: facciamo anche a meno di questi ‘pseudo tifosi’ e mi tengo stretti quelli che giornalmente mi manifestano riconoscenza e incoraggiano questa proprietà ad andare avanti nel suo progetto”. 

E’ un fiume in piena Rosati e prosegue: “Sul ricorso dell’Asti ho poco da dire, effettivamente c’è stata una problematica interna nello spogliatoio sulla consegna della maglia al ragazzo. Un errore che certo non ha cambiato l’esito della partita. Non amo fare polemiche e rispondere a chi ci attacca… a distanza, però mi hanno riferito che il Patron dell’Asti, invitato ad una trasmissione trasmessa da un sito on-line, seppur manifestando amore per Varese città e la sua squadra, ha detto che chi sbaglia paga, che gli è dispiaciuto fare questo ricorso ma che è stato un atto dovuto e fare certi errori costa caro ed è sinonimo di ‘hobbismo’. Visto l’esito del ricorso, mi spiace veramente non averlo potuto accontentare, e credo che i punti debba andare a trovarli su altri campi e, soprattutto, sul campo. Comunque se vuole un buon avvocato, in caso dovesse fare altri ricorsi, c’è mio fratello e posso passargli il numero”.

A proposito di tuo fratello, l’Avv.to Giuseppe Rosati, martedì scorso ha vinto il ricorso al Coni ed è stato restituito anche il punto di penalizzazione ed eliminati i sei mesi di squalifica ad Amirante (che lo ha coadiuvato nel caso) per la vicenda De Paola, cosa ci dici in merito?
“Che scrivere, parlare e sentenziare è elementare e banale, i conti si fanno sempre alla fine. Sapevamo le nostre ragioni e siamo andati consapevolmente avanti fino al Coni portando la sentenza al suo giusto compimento”.
In questi giorni ci sono stati anche un po’ di mugugni e lamentele da parte di tifosi storici, in particolare da Stefano Pertile, che lamenta un ‘dissidio con la proprietà’ e che gli sia stato chiesto di non aiutare più la società, cosa ci puoi dire in merito?
“Pertile non è stato preciso usando i termini ‘dissidio con la proprietà’ perché io non lo sento da circa due mesi, men che meno il presidente Girardi. Ha lamentato alcune disfunzioni societarie non presentandosi più al campo prima di una trasferta di metà dicembre di fatto chiamandosi fuori da solo. Potrei esporvi dettagliatamente i fatti accaduti ma non gli farebbero onore e, credo, che sia meglio chiuderla così. Il Città di Varese si sta strutturando sempre più e in conseguenza a questa ‘defezione’ ha proceduto con supporti esterni che comunque erano già in programmazione. Quando le società crescono e si strutturano è naturale impostare delle regole che, spesso, possono risultare scomode, ma ritengo che chi vuole il bene di un progetto, o veramente ama la propria squadra del cuore, si adegua o si chiama elegantemente fuori rientrando nel ruolo che gli compete”.


E’ di queste ore anche la sentenza del ricorso del Bra bocciato a favore dell’Alcione che sembra essere sempre più lanciato verso il salto di categoria, cosa ci dici a riguardo?
“Non conosco i dettagli della vicenda, sicuramente l’Alcione sta facendo un ottimo campionato e merita, ad oggi, il salto di categoria… poi il campionato non è finito e tutto può ancora succedere dentro e fuori dal campo… (e sorride ndr).

Michele Marocco

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