Continua il nostro viaggio alla scoperta della nota e diffusa arte marziale coreana, il Taekwondo, questa volta a Gallarate, dove il Maestro Matteo Pipitone, in precedenza allievo del Maestro e presidente dell’UNITAM Vitale Monti, ne illustra aspetti tecnici, fisici, educativi, sportivi e psicologici.

Come si avvicinò al Taekwondo?
“Il mio approcciò fu in gioventù, dopo aver praticato anche delle altre arti marziali, tra le quali il Karate, Kung-fu, Ju-Jitsu e l’autodifesa del Krav Maga. Nel 2017, su suggerimento del Maestro Vitale Monti, ho aperto una palestra di Taekwondo qui a Gallarate; di quest’arte marziale coreana apprezzai in particolare il lato sportivo, e anche le tecniche di difesa e di contrattacco nei combattimenti. Attualmente il Centro Taekwondo Gallarate è frequentato da oltre cinquanta allievi; in generale svolgiamo molta preparazione atletica e ginnastica, eseguendo spaccate laterali, spazzate, e altri esercizi di allungamento muscolare, allo scopo di consolidare l’agilità, velocità e l’equilibrio”.

Cosa le insegnò il Maestro Monti in merito?
“Per me fu un mentore, importò il Taekwondo qui in Lombardia; ricordo in particolare la sua disponibilità nel dialogo e anche nel complesso la sua professionalità, e mi fece cogliere soprattutto il lato educativo del Taekwondo”.

Quali tecniche prevede?
“Molti calci: frontali, laterali, semicircolari, circolari, calci, spinta e all indietro, in volo e doppi calci in volo. La tecnica di calcio, in lingua coreana, è chiamata “Chagì”. Il calcio frontale è l’ “Ap chagì”, il laterale “Yop chagì”, il semicircolare “Bandal chagì”, il circolare “Dollyo chagì”, il calcio spinta è il “Miro chagì” e quello all’indietro è il “Dwi chagì”. Vi sono tecniche di pugno circolari, dirette e laterali, e anche di parata; parata in coreano si dice “Makì” e si eseguono sia con le braccia che con le gambe, ci sono parate con avambraccio alto e medie. Sono incluse anche schivate, spostamenti e anche colpi a mano aperta”.

Quali sono le finalità del combattimento e dei Pomsaee?
“Se parliamo di Combattimento o di Poomsae, il combattimento contro due o più avversari immaginari, parliamo di un confronto dove ogni atleta dimostra le proprie capacità e per poter capire i propri limiti. Noi insegniamo che l’unico nemico da sconfiggere è quello della paura, nell’interiorità di ciascuno di noi. Pertanto, in ogni gara vediamo i nostri ragazzi, grintosi e ambiziosi di vittoria, confrontarsi con gli avversari, per poi giocare e scherzare tranquillamente tutti insieme al termine. Quindi per noi il combattimento ed i Poomsae sono un momento di crescita individuale, dove ogni atleta esprime il meglio di sé, per poi avere un punto di partenza, dal quale ripartire con gli allenamenti, dopo la competizione”.

Voi del Centro Taekwondo Gallarate, avete degli atleti agonisti?
“Come Associazione, siamo affiliati all’Endas (Ente di Promozione Sportiva riconosciuto dal Coni) che ha un settore Nazionale Taekwondo con 84 ASD affiliate, diretto dal maestro Monti. Io invece faccio parte anche dell’UNITAM, che è l’Associazione di noi Maestri. Nella mia Associazione, su oltre 50 iscritti più della metà sono atleti Agonistici, per quanto riguarda il combattimento, mentre quasi tutti partecipano alle gare di Forme o Poomsae, perché non vi è un contatto fisico.  L’anno scorso, al 17° Trofeo Città di Magnago, la nostra associazione si è classificata al primo posto con 15 atleti saliti sul podio. Il prossimo 2 e 3 Marzo al Campionato Nazionale, che si svolgerà a Lonate Pozzolo, porteremo 11 atleti e ci aspettiamo un buon risultato come squadra. Inoltre, grazie al circuito di gare internazionali, che fa capo al SMK, portiamo i nostri ragazzi in gare all’estero (Francia, Spagna, Inghilterra, Irlanda, Scozia e Grecia), dove si sono sempre distinti e affermati per l’ottimo livello tecnico”.

Nabil Morcos

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