Classe ’97. Non un “veterano” nel senso duro e puro del termine, ma la caratura di Roberto Grieco può essere riassunta in una sola parola: personalità. E di carattere il centrocampista della Varesina ne ha dimostrato parecchio disputando fin qui (e non è ancora finita) una stagione super stagione per contributo tecnico sul campo, importanza nello spogliatoio e capacità di adattarsi alle situazioni.

Schierato a lungo difensore centrale per sopperire alle tante defezioni numeriche causate degli infortuni si è rapidamente trasformato da “soluzione d’emergenza” a “opportunità”: con lui dietro si è notevolmente alzato il tasso tecnico e la Varesina ne ha beneficiato per uscire con stile (ed efficacia) da situazioni pericolose. Davanti, poi, non ha mai fatto mancare il suo contributo: tre gol (record personale) e assist a profusione, come avvenuto per esempio domenica a Caravaggio con due pennellate da corner valse i gol di Manicone e Pertosa.

“Domenica è stata una partita difficile da affrontare – comincia Grieco – per il campo e per un avversario comunque tosto, ma quest’anno abbiamo una bella consapevolezza dei nostri meriti e sappiamo sfruttare qualsiasi occasione. I corner? Io li ho battuti, ma il merito dei gol è tutto dei miei compagni”.

Con la vittoria di domenica siete balzati in testa: anche se la stagione è ancora lunga, può esser in qualche modo definito il coronamento di un percorso?
“Hai detto bene: è ancora lunga. In nove partite può succedere di tutto, a maggior ragione perché dobbiamo affrontare tante squadre d’alta classifica. Vero che la maggior parte degli scontri diretti li avremo in casa, ma il momento di tirare le somme sarà un altro. Cambiano le prospettive delle altre squadre? Sicuramente adesso ci osservano tutti con un occhio di riguardo: prima potevamo essere la sorpresa di turno, ora non più, ma di certo non siamo noi i favoriti per la vittoria finale”.

Guardando al prossimo turno, sulla carta, il turno più difficile spetta a voi. Come si affronta il match contro la Pro Palazzolo?
“Come tutte le altre sfide: abbiamo vissuto una normalissima settimana di allenamento preparandoci al meglio per quella che sappiamo essere un’altra sfida difficilissima contro un avversario tosto, già affrontato due volte in stagione. Ci si ricorda del 3-0 in Coppa Italia, non della durezza di un match che, così come quello in campionato, ci ha spinto a dare più del 100%. Inizieremo la partita con il nostro atteggiamento di sempre e ce la giocheremo fino all’ultimo secondo”.

Match che va ad inaugurare un bel tour de force, l’ennesimo stagionale: domenica sfida al Desenzano e mercoledì “trasfertina” in Toscana per il ritorno della semifinale di Coppa Italia contro il Follonica Gavorrano. Che impressione ti hanno fatto e cosa serve per conquistare la finale?
“Non li conoscevo come squadra, ma devo dire che mi hanno fatto una bella impressione : giocano bene, hanno gamba, sono particolarmente attenti alla fase difensiva e sono riusciti a metterci in difficoltà. Detto questo, serve equilibrio: sappiamo di avere a nostra volta le carte in regola per batterli e ce la giocheremo fino al triplice fischio o, qualora fosse necessario, ai rigori”.

Tra Follonica e Clodiense chi ti ha impressionato di più? Tra l’altro, confrontandovi con realtà di altri gironi, qual è il livello della Varesina anche solo rispetto all’anno scorso?
“A Venezia abbiamo fatto tanta fatica soffrendo particolarmente nei primi venti minuti; poi ci abbiamo carburato e prolungato la gara ai rigori vincendola. Devo dire che entrambe, con pro e contro differenti, sono due grandissime squadre. Sul livello della Varesina dico che è brutto e ingiusto fare paragoni con il passato, ma i numeri parlano chiaro: l’anno scorso eravamo partiti forte per poi rallentare fra novembre/dicembre e ripetere lo stesso cammino anche nel girone di ritorno, arenandoci dopo aver conquistato la salvezza. Adesso vogliamo provare a mantenere questo livello”.

A livello personale, invece, qual è il bilancio che puoi trarre delle tue prime due stagioni a Venegono?
“Sicuramente quest’anno sto rendendo meglio rispetto allo scorso, stagione in cui ero partito bene incappando però in infortunio non gravissimo, una lesione al menisco, che mi ha però tenuto fuori un paio di mesi. Riprendere è stato difficile, ma non ho avuto dubbi nel restare qui: a Venegono si sta davvero bene e la società non ci fa mancare nulla”.

Quest’anno non solo ti sei scoperto difensore centrale, ma anche goleador…
“È andata bene (ride, ndr). Torno a quanto detto prima: è tutto merito dei miei compagni. In un gruppo così diventa tutto più facile, anche giocare fuori ruolo. La nostra forza è il gruppo perché anche chi gioca meno è fondamentale alle dinamiche di spogliatoio. Sui gol fatti sono il primo ad essere stupito: provo sempre a dare il massimo per aiutare la mia squadra, ma fin qui ero riuscito a segnare solo un gol a stagione. Più responsabilità senza Guidetti a centrocampo? No, la vivo molto tranquillamente proprio per il fatto che lavorare in un gruppo del genere ti agevola; Luca, tra l’altro, tornerà presto e ci darà un ulteriore plus per il finale”. 

Tu hai già vinto un campionato di Serie D due anni fa con la Recanatese. Che emozione è stata e come si vince la Serie D?
“Un’emozione difficile da spiegare a parole perché non solo abbiamo vinto il girone e conquistato la Serie C, ma anche trionfato nella Poule Scudetto vincendo la finale ai rigori. Quello che posso dire è che è sempre il gruppo a vincere: i singoli fanno la differenza, per carità, ma a darti la consapevolezza è l’alchimia dello spogliatoio. Poi serve tanto equilibrio tra under e senatori, alchimia tra squadra e staff e, perché no, quel pizzico di fortuna che è indispensabile per ogni cosa”.

I senatori alla Varesina ci sono. Gli under anche, e pure forti. La coesione tra squadra e staff non manca. Per cui: la Varesina può vincere?
“Vincere è possibile, ma da qui a darlo per certo o a dire che sia scontato ce ne passa. Serve equilibrio, come ho detto prima, ora più che mai perché essendo in testa le altre faranno di tutto per battere la capolista e, andando verso la fine del campionato, la classifica non esiste: tra chi lotta per vincere, chi per i playoff e chi per non retrocedere può letteralmente succedere di tutto. Colgo però l’occasione per fare i complimenti ai nostri under perché stanno disputando un campionato clamoroso”.

Matteo Carraro
Foto Scaringi

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