La Pallacanestro Varese, con la vittoria su Brindisi, ha messo un bel mattone nella corsa verso la salvezza in campionato. Un successo arrivato dopo la bella prova di Nymburk, con cui i biancorossi hanno ipotecato il passaggio del turno in FIBA Europe Cup, una missione da completare mercoledì sul parquet dell’Itelyum Arena di Masnago.

Due vittorie che sono arrivate anche grazie al carattere della squadra di coach Bialaszewski che “spalle al muro” ha risposto ancora una volta presente, pur con tutti i difetti che le due gare hanno evidenziato.

Del momento dei biancorossi ne abbiamo parlato con il Team Manager della squadra bosina, Massimo Ferraiuolo.

Partiamo dalla vittoria contro Brindisi: nel pre partita si respirava al palazzetto la tensione per una vittoria da non mancare per Varese…
“Come giusto che fosse vista l’importanza della partita. I ragazzi erano ben consapevoli del peso della gara contro Brindisi, così come lo erano rispetto alla gara d’andata contro Nymburk. Un po’ di sana tensione, dico io, ci deve essere perchè dà il giusto peso e la consapevolezza dell’importanza del match. Questo non ci ha sicuramente agevolato nel primo tempo delle due gare ma quando siamo riusciti a fare meglio le nostre cose in campo siamo usciti e si è visto”.

Questa doppia faccia della Pallacanestro Varese tra primo e secondo tempo a cosa è dovuta?
“Innanzitutto erano due partite dal peso specifico importante e questo conta quando poi scendi in campo e poi siamo una squadra che, con la partenza di Hanlan, deve trovare nuovi assetti tecnico-tattici. Nelle ultime due gare abbiamo messo a punto un sistema difensivo interessante che sta già dando frutti importanti anche per quello che riguarda la possibilità di correre in transizione con conclusioni rapide che sono nel nostro DNA. Il tiro da tre in questo momento fatica ad entrare ma sono convinto che anche lì sia solo una questione di tempo per conoscersi meglio e trovare il giusto tempismo per girare la palla in una certa maniera e arrivare a costruire le conclusioni migliori. La difesa, però, in questo momento, è la chiave che ci sta permettendo di raddrizzare partite e situazioni che all’inizio magari hanno preso, ho possono prendere, una piega che non vorremmo”.

Cosa, allora, sta cambiando nel modo di giocare in difesa da parte della squadra?
“Io penso sempre un po’ a quando giocavo e con la testa del giocatore. Spesso l’idea del difendere viene associata alla fatica, al sacrificio, al lavoro “sporco”, quando però riesci a cambiare questa prospettiva, vedendo la difesa come un divertimento, beh allora tutto cambia e ti permette di lavorare in maniera completamente diversa e con effetti decisamente migliori. Essere aggressivi, mentalmente più pronti in ogni situazione, lottare con maggior efficacia a rimbalzo e poter correre, porta la squadra a provare il gusto nell’avere un certo tipo di atteggiamento in difesa. Penso che sia quello che sta succedendo alla squadra ora: partita più concentrata sull’attacco, sta scoprendo quanto sia bello provare a costruire le proprie vittorie dalla difesa”.

Perchè secondo lei lo staff ha scelto McDermott come nuovo capitano?
“Come hai detto tu, la scelta è stata dello staff e quindi io posso solo dire che Sean ha grande carisma, carattere e soprattutto in campo è un esempio di abnegazione, voglia e sacrificio per tutti i compagni e penso che questi siano stati alcuni dei motivi che hanno portato a eleggere lui come sostituto di Hanlan in questo ruolo”.

Besson, al di là delle due ultime ottime prove, come lo vede come giocatore e uomo anche nella quotidianità?
“E’ un ragazzo molto tranquillo, com’è sul campo molto composto, molto settato, è così nella vita. Per un ragazzo del 2001 avere questa mentalità e freddezza nel gestire le situazioni di gioco è un grande plus. Lo abbiamo visto a Milano, dove pur non avendo segnato, non si è mai demoralizzato ma ha continuato a cercare di fare ciò che è capace, così come ieri, quando ha forzato qualche giocata ma non si è fatto portare fuori dalla partita mentalmente da questi errori, ci è passato sopra ed ha continuato a giocare, risultando poi decisivo per la nostra vittoria finale. Nella vita fuori dal campo ha grande curiosità ed è un aspetto non indifferente, perchè ti dà l’idea di un ragazzo intelligente che vuole comprendere e conoscere anche tutto il contesto che sta intorno alla sua vita da giocatore”.

Questa squadra, che ha pregi e difetti, non ha quasi mai sbagliato gli appuntamenti cruciali di questa stagione: così in coppa, come in campionato. E’ una grande qualità questa…
“Assolutamente sì. Questa squadra è stata spesso tacciata di essere senza carattere, senza personalità ma secondo me non è vero. Come hai detto, finora le partite che dovevamo vincere le abbiamo vinte, in coppa come in campionato. Con Brindisi sicuramente è stato uno step fondamentale, ma mi viene in mente l’esordio di Mannion a Pesaro in un altro snodo cruciale della nostra stagione e anche lì la squadra ha risposto presente. Questo è indicie di personalità, carattere e consapevolezza dei momenti importanti della stagione”.

Adesso arriva il ritorno dei quarti con Nymburk, dove Varese parte dal +15 dell’andata. Se dovesse guardare alle semifinali, chi preferirebbe incontrare tra Porto e Bahçesehir?
“Quando arrivi a giocare dai quarti di finale in poi, con partite di andata e ritorno, un avversario vale quasi l’altro per il livello, buono, delle squadre arrivate a questo punto della competizione. L’importante ritengo sia come approcci a queste singole partite: noi mercoledì sera giochiamo una partita che tutti danno scontata nel risultato e nel successivo passaggio del turno ma sarebbe un errore, perchè è vero che il risultato dell’andata ci agevola nel tipo di partita che andremo a giocare in casa, ma da qui a pensare di aver passato il turno ancor prima di scendere in campo sarebbe un gravissimo errore. Sono convinto che il gruppo, ancora una volta, dimostrerà di essere ben consapevole dell’importanza e della difficoltà della partita e l’intepreterà nel migliore dei modi. Se poi dovessimo passare, chiunque andremmo ad incontrare sarà un avversario di ottimo livello, ma è chiaro che ora la voglia di provare ad arrivare fino in fondo è davvero tanta”.

Chiudo chiedendole, secondo lei, quante vittorie mancano per la salvezza in campionato e se davvero crede che questa squadra abbia le carte in regola per vincere la FIBA Europe Cup?
“I calcoli sulle vittorie che mancano a me non piacciono mai (ride, ndr), anche se penso che quota 22 punti e quindi altre due vittorie per noi, sia il traguardo utile da raggiungere per stare tranquilli in campionato. Sulla coppa ti dico sì: penso che questo gruppo abbia tutto per provare a riportare un trofeo a Varese dopo tanti anni. Se dovesse succedere sarebbe bellissimo, perchè al di là di quello che tanti dicono sul livello di questa coppa, devi andare in campo e vincere le partite eper arrivare fino in fondo e poi vincere ha sempre un valore importante, ancor di più per un club come il nostro che vuole ritrovare quella caratura, in Italia e non solo, che la nostra storia ha sempre avuto”.

Alessandro Burin


LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui