Entrato in punta di piedi nel mondo Skorpions Varese, Claudio Buccellato ha rispettato fin dal principio le “graduatorie da spogliatoio”, ma non ha mai rinunciato a far sentire la sua voce. E non potrebbe essere altrimenti, perché il tight end palermitano classe ’94 scuola Seamen Milano (nel capoluogo lombardo da quando aveva 8 anni) ha esperienza da vendere e ha deciso di metterla al servizio dei grigiorossi in una stagione che vedrà la franchigia bosina assoluta protagonista.

L’inizio promette bene con due vittorie su due, di cui l’ultima l’ha visto aprire le danze con il TD del momentaneo 0-7 (7-28 a domicilio sui Marines Lazio), ma il campionato è lunghissimo e ogni squadra è ancora in fase di consolidamento.  “Il bilancio non può che essere positivo – concorda Buccellato – anche se quel TD concesso ai Marines non è andato giù a nessuno. Detto questo è troppo presto per dare giudizi oggettivi perché una squadra inizia a rodarsi concretamente dalla quarta/quinta partita”.

Non a caso sembra che gli stessi Skorpions non abbiano ancora espresso appieno il proprio potenziale.
“Assolutamente. Anzi, siamo ancora fin troppo imballati. La partita contro i Guelfi non fa quasi testo perché su un campo del genere entrambe le squadre sono state penalizzate e solo con un episodio si poteva vincere; domenica scorsa, invece, per quanto le condizioni atmosferiche non fossero proprio ottimali, il terreno ci ha concesso maggior fluidità di lancio e di corsa. Detto questo abbiamo vinto due partite e ce le teniamo strette, ma il percorso di crescita è appena iniziato e di strada da fare ce n’è tantissima e non sarà facile compierla. So, tuttavia, che il gruppo è pronto per farlo”.

A proposito del gruppo, che squadra hai trovato?
“Eccetto l’anno scorso in cui ho giocato qualche partita con i Frogs, io ho iniziato e svolto tutta la mia carriera ai Seamen facendo esperienza sia come giocatore che come allenatore. Quest’anno volevo tornare a giocare a tempo pieno e Varese mi è sembrata l’opzione migliore sotto tutti i punti di vista. Qui agli Skorpions, di fatto, sono un Rookie, ma non avrei potuto chiedere di meglio. In primis ho trovato un gruppo di persone: dal più grande al più piccolo c’è solo tanta dedizione alla causa, umiltà e desiderio di mettersi alla prova. Essendo appena arrivato mi piace stare in silenzio nello spogliatoio e ascoltare molto i senatori, ma per mia indole sono portato a dare suggerimenti ai più giovani e la ricettività di questi ragazzi mi ha stupito tantissimo: loro diventeranno presto lo zoccolo duro di questa squadra e renderanno gli Skorpions ancora più forti”.

Lavorare in un ambiente del genere immagino sia ancor più stimolante.
“Assolutamente sì, anche perché la società fa l’impossibile per farci allenare nelle migliori condizioni possibili, oltre a fornirci una sala per studiare i video. Poi Nick Holt è fantastico perché, pur concentrandosi maggiormente sul lato difensivo, ha occhi ovunque e si accorge di ogni minimo sbaglio: si torna sempre sui propri passi per correggere e migliorare ogni movimento e in questo anche Ryan (Griffin, ndr) sta dando un contributo enorme: io ho giocato con tanti QB americani ma, senza nulla togliere a loro, qui parliamo di tutt’altro livello. Ha una visione di gioco che altri giustamente non possono avere e le sfrutta per farci rendere al massimo”.

E di certo le ha sfruttate anche domenica, match in cui sei stato proprio tu a sbloccare il match: ci racconti il tuo touchdown?
“L’ottimo drive giocato ci ha portato ad una manciata di yard dalle goal line. Ryan e il coaching staff hanno optato per una formazione molto chiusa con tre running back pronti a sfondare: sicuramente i Marines si aspettavano una corsa, non di certo un play action per mandare in endzone un tight end come me. Infatti nessuno mi ha seguito e per Ryan è stato un gioco da ragazzi passarmi il pallone”.

Tra l’altro il tuo è un ruolo “particolare”, dico bene?
“Sì, diciamo che in America è un ruolo abbastanza centrale, mentre in Italia non viene usato tantissimo, ragion per cui in passato ho giocato anche da fullback (il tight end si schiera a fianco della linea offensiva, il fullback dietro il quarterback, ndr). Il mio ruolo è però proprio quello del tight end: fin da piccolo sono sempre stato “sproporzionato”, motivo che mi ha spinto quasi casualmente, grazie ad un amico, ad approcciarmi al football in casa Seamen. Da lì mi sono innamorato di questo sport e per via della mia fisicità, troppo grosso per essere un ricevitore puro ma troppo “piccolo” per diventare uomo di linea, ho trovato la mia dimensione in un ruolo “ibrido”. Non a caso mi piace fare anche il defensive end: ho spesso fatto il doppio ruolo in attacco e in difesa; qui agli Skorpions posso esprimermi in entrambe le fasi e ne sono felicissimo. Dove mi diverto di più? Placcare ha il suo fascino, giocare in difesa è tutto istinto e non serve ragionare troppo; in attacco devi prestare attenzione a mille piccoli particolari perché sono gli avversari a dover reagire ai tuoi movimenti, ma devo dire che segnare un touchdown è davvero appagante (ride, ndr). In generale, entrambi i ruoli sono davvero soddisfacenti”.

Possiamo dire che questo tuo ruolo ibrido di ha “aiutato” a segnare la scorsa domenica?
“Sicuramente i Marines non si aspettavano questa giocata e, non a caso, dal drive successivo ho avuto perennemente un uomo addosso. Di certo sono stato agevolato dal fatto che il mio è un ruolo poco utilizzato in Italia, ma soprattutto dal fatto che sia a Ryan sia a coach Holt, essendo americani di altissimo livello, piace variare moltissimo il playbook offensivo mantenendo immutata la qualità di gioco”.

Adesso vivrete due settimane di “riposo”, propedeutiche a preparare al meglio la sfida ai Giaguari Torino: come le imposterete e che avversari troverete?
“Torniamo al discorso fatto in partenza: due partite sono davvero troppo poco per capire chi hai di fronte perché le squadre devono ancora amalgamarsi. Sicuramente i Giaguari sono partiti forte e non mi aspettavo un passo falso del genere contro i Frogs Milano (7-36, ndr), posto che avendo giocato io stesso qualche partita per i Frogs lo scorso anno so il valore di Eyistin Salum come QB e conosco il potenziale del nuovo import Damon Sheehy-Guiseppi. Resta il fatto che i Giaguari, seppur nuovi nel panorama della IFL, vantano un roster di tutto rispetto e non andranno certo sottovalutati: affronteremo questi giorni con tranquillità, senza stravolgere il nostro piano di allenamenti ma magari prendendoci più tempo per studiare e provare determinate giocate. Personalmente non mi piace stare “a riposo”, a maggior ragione perché da adesso dobbiamo iniziare a spingere sull’acceleratore”

Matteo Carraro
Foto Cinzia Roganti

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