Tutto è pronto per la sfida di domani tra Varese ed Avellino, la squadra allenata dall’ex Frank Vitucci, ex condottiero degli “Indimenticabili”.
“Siamo alla vigilia di una gara impegnativa -commenta Fabrizio Frates-, dove dovremo dare il massimo di noi stessi per affrontare un team dalle grandi ambizioni e costruita con giocatori di altissimo valore. Sarà fondamentale non avere cali di concentrazione come in occasione della gara di mercoledì contro il Villeurbanne, ma anzi dovremo contare sull’apporto di tutti; c’è assolutamente bisogno che tutti gli elementi diano anche più rispetto a quanto normalmente riescano a dare. Dobbiamo essere umili e conoscere i nostri limiti. Non possiamo permetterci che qualcuno non giochi al 100%; dobbiamo rimboccarci le maniche mettendo il massimo ed alzando la testa solo al suono della finale. Non abbiamo un talento che sorregga delle leggerezze”.
Anche perché sotto canestro Avellino è tosta. “Sappiamo di incontrare possibili difficoltà contro i loro due lunghi che sono forti ed atipici, perché in grado di giocare sia da 4 che da 5. Thomas ed Ivanov infatti hanno nel DNA il rimbalzo in attacco, ma sono ottimi anche a trovare il canestro in ogni situazione sfruttando l’ottimo mix tra qualità e fisicità. Ere? Fino a ieri è stato fermo; oggi, invece, ha tirato e si è mosso particolarmente bene con i suoi compagni. Lo staff medico è propenso ad ascoltare le sue sensazioni, quindi vediamo come si sentirà domani. Chiaramente se giocherà lo farà in maniera ridotta, ma già averlo nei 10 di partenza è prezioso per noi perché è una presenza importante. La ala cosa da non fare è forzare, perché poi si rischia di perderlo per più tempo rispetto a quello necessario”.
Avellino, però, è soprattutto Frank Vitucci. “Motivazioni particolari? Non credo ce ne siano da parte di nessuno, nemmeno dai ragazzi dello scorso anno che gli hanno già dimostrato affetto a tempo debito. Non ci sono veleni particolari, se non, al massimo, da parte del pubblico; noi dobbiamo essere lucidi e freddi senza farci prendere da queste letture che non ci devono riguardare”. 

Marco Gandini