Questa seconda edizione della Varese School Cup è stata l’occasione per rivedere il marchio Cimberio, sponsor della Pallacanestro Varese per 7 stagioni dal 2007/2008 al 2013/2014, vicino in maniera concreta alla pallacanestro a Varese come vi raccontavamo ieri.

Un’occasione unica per capire i motivi di questa scelta e soprattutto se ci potrà essere un ritorno in futuro del marchio Cimberio legato alla società di Piazzale Gramsci, è stata la chiaccherata che abbiamo fatto proprio con Roberto Cimberio, figlio del Cavaliere e attuale CEO della società di San Maurizio d’Opaglio a margine della finale della seconda edizione della Varese School Cup.

Dopo 10 anni quant’è l’emozione di riportare il nome Cimberio qui a Masnago collegato ad un progetto come la Varese School Cup?
“Tantissima. Ritornare dove abbiamo passato tantissime gioie e anche dolori è un bel salto nei ricordi e nelle emozioni. E’ bellissimo farlo, collegando il nostro nome al progetto Varese School Cup, che è una cosa meravigliosa, non mi sarei mai immaginato potesse essere così bella”.

Il motivo che l’ha spinta a sponsorizzare questo progetto?
“La pallacanestro, come giocatore, mi ha insegnato tantissimo ed il binomio scuola – sport è una cosa che va promossa e portata avanti. Quando mi hanno presentato il progetto mi è piaciuto subito moltissimo e vedendolo oggi dal vivo mi ha impressionato positivamente ancor di più. Non premia solo lo sport ma alimenta un coinvolgimento legato allo sport in tutte le scuole e ha un grande valore in questo”.

Quest’estate, abbiamo saputo, ci sono stati dei dialoghi con Pallacanestro Varese per rivedere il marchio Cimberio legato alla società. C’è qualche possibilità che ciò si realizzi?
“Perchè no?! E’ una possibilità. Uno dei motivi per cui siamo andati via da Pallacanestro Varese è perchè c’erano situazioni che non combaciavano con la nostra visione. Ci sono ancora cosa che devono cambiare, in questo senso, in Pallacanestro Varese, ma qualcosa sta cambiando e mi auguro in futuro cambino ancor di più. Nel momento in cui ci saranno i presupposti saremo pronti, con un progetto che c’è. Quindi ripeto, perchè no?!”.

Alessandro Burin

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