Il cuore pulsante della Base 96 Seveso, che per la seconda stagione di fila ha preso per mano e accompagnato a suon di gol, prima verso la promozione in Eccellenza, poi verso un campionato che ha dell’incredibile per una squadra neo-promossa. Questo il ritratto di Gioele Cazzaniga, miglior marcatore dei brianzoli con quattordici segnature all’attivo. Ex Luciano Manara (con cui esordì in Prima Squadra a sedici anni), Cisanese, Olginatese e Pontelambrese, è anche passato dalla Serie D indossando la maglia della Tritium. Arma imprescindibile nell’arsenale offensivo di mister Varaldi, l’attaccante classe 1997 è definito dal binomio qualità-esplosività.

Gioele, com’è andata la stagione?
“Siamo veramente contenti perché eravamo partiti con un obiettivo diverso da quello che poi abbiamo cercato di inseguire. Inizialmente, da neopromossa con una rosa molto umile, dovevamo lottare per la salvezza e tanti probabilmente ci davano per spacciati, perché la Base, dopotutto, era già retrocessa due anni prima. Invece, pian piano abbiamo preso una consapevolezza tale da salvarci con grande anticipo e fino a metà aprile abbiamo rincorso un sogno che custodivamo nel cassetto, poi sfumato con la sconfitta contro la Solbiatese. Il bilancio, comunque, resta molto positivo perché abbiamo fatto una stagione molto importante. Per quanto riguarda la mia stagione personale, devo dire che così come io ho sempre cercato di mettermi a disposizione della squadra, allo stesso modo i miei compagni mi hanno sempre messo nelle condizioni di esprimermi al meglio; quindi, gran parte del merito di questa mia nomination va a loro. Ringrazio anche il mister, che ha saputo riconoscere le mie qualità e mi ha fatto scattare qualcosa in più a livello mentale, e il nostro preparatore atletico, che con i suoi programmi mi ha cambiato il fisico in maniera impressionante”.

A chi daresti il Pallone d’Oro?
“Nel girone ci sono tanti giocatori validi, tra cui Giangaspero, che mi ha impressionato molto. Se però devo fare un solo nome, allora dico Scapinello, che oltre ad essere un giocatore fortissimo con qualità immense, è anche un mio caro amico”.

Qual è stata la tua miglior partita?
“Fortunatamente ce ne sono state tante, ma una delle migliori è stata la seconda di ritorno con l’Oltrepò, in cui ho fatto un gol e un assist e abbiamo portato a casa i tre punti dominando una squadra forte, che poi di fatto ha vinto il campionato. Scelgo questa per l’importanza dell’avversario e perché è stata una partita che ci ha dato tanta consapevolezza delle nostre possibilità”.

Chi è il tuo idolo?
“Idolo in senso stretto no, anche perché calcisticamente non mi piace (ride, ndr), però posso dire che mi ispiro a Ronaldo in quanto alla mentalità. Io sono un giocatore a cui piace faticare in palestra e lui sotto quest’aspetto ha una disciplina e un’etica senza pari; quindi, secondo me è l’esempio che il lavoro ripaga sempre. Al di fuori del calcio, mi piace molto Kobe Bryant, un altro atleta che ha fatto della mentalità la sua arma vincente”.

In caso di vittoria, a chi dedicheresti questo premio?
“Agli amici che mi hanno accompagnato in questa stagione. Sono figure molto presenti nella mia vita e ci sono state sempre, anche nei momenti difficili. Chiaramente lo dedicherei anche alla mia famiglia, perché il papà e la mamma sono sempre il papà e la mamma”.

Silvia Alabardi

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