Sta vincendo, con 25 gol in 34 partite, la classifica capocannonieri del nostro girone, in cui mancava dai tempi di Verbano nel 2015/16. Quando si tratta di andare in doppia cifra – e non solo – Francesco Giangaspero sa esattamente cosa fare. Tanti gli anni trascorsi in Serie D dall’attaccante classe 1993, che dopo l’esordio sotto età a Seregno ha indossato anche le maglie di Pro Sesto, Ponte San Pietro, Ciserano, Scanzorosciate e Real Calepina. La scorsa stagione, il passaggio in Eccellenza alla Leon e il trasferimento, dopo pochi mesi, al Cast Brescia, con cui ha centrato il triplete di Coppa Italia regionale, Coppa Italia nazionale e campionato. Nella sua carriera c’è anche spazio per un’apparizione con gol in Coppa Italia di Lega Pro con la maglia del Renate a soli diciottanni.

Francesco, com’è andata la stagione?
“In linea con gli obiettivi prefissati dalla società e anche da noi giocatori. Sicuramente c’è un po’ di rammarico per aver lasciato qualche punto per strada, ma abbiamo dato il massimo per arrivare all’obiettivo playoff e ora dovremo provare a chiudere al meglio per mantenere il posizionamento ottenuto. Personalmente, per adesso, è stata anche una delle mie stagioni più prolifiche, ma detto questo non ho nessuna intenzione di fermarmi; anzi, cercherò di continuare a segnare per aiutare la squadra ad arrivare sempre più in alto”.

A chi daresti il Pallone d’Oro?
“Conosco Pedrocchi e per qualità lo darei a lui. So che è sceso in Eccellenza prettamente per motivi lavorativi, e infatti è un giocatore che con la categoria c’entra poco però”.

Qual è stata la tua miglior partita?
“Il ritorno infrasettimanale con la Base 96 del 6 marzo. Abbiamo vinto 1-0 sul filo di lana e al di là del gol, che è stato il più bello della stagione, penso di aver dato un supporto importante alla squadra. Come ho segnato? Partivo decentrato, ho saltato l’uomo e calciato a giro sul secondo palo”

Chi è il tuo idolo?
“Sinceramente non ho un vero e proprio idolo, se non che fin da piccolo, essendo juventino, mi piaceva molto Del Piero. Era la bandiera della squadra, nonché attaccante, quindi ha segnato un po’ la mia infanzia e adolescenza”.

In caso di vittoria, a chi dedicheresti questo premio?
“Lo dedicherei alla mia famiglia, che comprende la mia compagna, le mie bimbe, mia mamma e mio papà, che vengono sempre a vedere ogni partita; poi ai miei compagni di squadra, per la bella stagione che stiamo vivendo, e anche alla società per aver creduto in me”.

Silvia Alabardi

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