Torniamo presso il Kokoro Dai, dove l’istruttrice e campionessa europea Esterella Lanzi ci guida alla scoperta del Muay Thai o Thai Boxe, raccontandoci le origini, illustrandone le tecniche ed evidenziandone soprattutto gli aspetti sportivi, legati anche alla difesa personale.

Vi sono delle differenze tra il Muay Thai e la Boxe Thai?
“No, perché si tratta della stessa disciplina. La Boxe Thailandese in occidente viene chiamata Boxe Thai e in Thailandia invece Muay Thai. Io ho fatto parte del team della nazionale italiana, e attualmente sono istruttrice di Muay Thai della Federcombat, riconosciuta a livello internazionale, e anche in Thailandia”.

Come si avvicinò al Muay Thai?
“Ho praticato per molti anni le arti marziali e gli sport da combattimento, tra i quali anche il Ju-Jitsu giapponese. Il mio approccio al Muay Thai fu grazie a degli amici in palestra. Ne frequentai una lezione di prova e compresi che si trattava di una disciplina completa in cui si impara a lavorare su tutte le distanze: per questo è nota anche come l’arte dagli otto colpi; la parte del corpo a corpo prevede anche gomitate e ginocchiate, ma non include le testate. Il Muay Thai ha origine dall’antica arte marziale thailandese del Mae Mai, nota anche come Muay Boran, che era usata dall’esercito thailandese per difendersi in guerra, mentre i siamesi tentavano di conquistare il territorio thailandese. Nonostante la vicinanza geografica, il Muay Thai non comprende nessun influsso né da parte del Kali Filippino, e neanche da parte del Silat Indonesiano. All’inzio praticai la Boxe Thai a livello amatoriale, dopo due anni iniziai con i combattimenti, fino a raggiungere poi il semi-professionismo”.

Da agonista, quali traguardi raggiunse?
“Ho vinto un campionato nazionale italiano, un titolo nazionale svizzero, svariati meriti o diplomi sportivi singoli, e anche un titolo europeo ISKA. Per raggiungere il semi-professionismo, si inizia con il combattimento a contatto leggero, fino ad arrivare poi al combattimento strategico sul ring. All’inizio, si combatte con le protezioni: caschetto, paragomiti e paratibie. Successivamente, a salire di livello, nel combattimento si tolgono le protezioni e poi, nel semi-professionismo, si combatte solo con i guantoni, simili a quelli previsti nella Boxe occidentale. In gara si disputano in generale tre oppure cinque round, dalla durata di tre minuti. Sono consentiti tutti i colpi, tranne quelli dietro la schiena, e quelli dietro la nuca. Sono incluse anche parate, spazzate e proiezioni: se l’avversario para l’attacco dell’atleta, a colui che attacca non è assegnato il punto. Un incontro di Muay Thai si può vincere sia con il KO, in cui l’avversario è steso mediante una gomitata o un calcio e alla fine del conteggio dell’arbitro non si rialza, oppure contando il maggior numero di punti ottenuti nei tre oppure cinque round. Durante il combattimento, quei colpi proibiti sono sanzionati con l’ammonizione; dopo un totale di ammonizione, l’atleta che li ha sferrati si considera come sconfitto”.

Quali nazionali emergono?
“Oltre alla Thailandia, che detiene il record, nel professionismo anche l’Inghilterra e la Francia sfornano degli ottimi atleti. L’Italia e gli USA sono ad un livello medio, dal quale ne emerge qualcuno valido. Il Giappone, ad esempio, è molto forte anche nella K1 o Key One, molto simile alla vecchia Kick Boxing. In accordo con la Federazione Italiana Muay Thai, abbiamo pensato di aprire in senso sportivo la Boxe Thai alle donne, perché per loro, i vantaggi sono diversi: si lavora con tutto il corpo, ha un’ampia valenza aerobica e può anche essere utile per la difesa personale”.

Prevede l’uso di armi o le forme?
“Si usano le armi nella Muay Boran o Mae Mai, tra le quali spade e bastoni; io insegno il Muay Thai sportivo, che non prevede l’impiego di armi, in cui il combattimento si basa sugli otto colpi. Solo in Thailandia si svolgono delle gare di forme o sequenze, originarie dalla Mae Mai, a mano nuda”.

Voi del Kokoro Dai, avete degli atleti agonisti?
“Sì. Abbiamo un team di sei agonisti, mentre gli altri praticano il Muay Thai solo a livello amatoriale. Ai Campionati Italiani di Roma 2024 Alice Magnoli ha vinto l’oro nella Categoria Femminile Esordial, e Francesco Aldrovandi ha conquistato il bronzo nella Categoria Contatto Leggero. Si tratta di ragazzi che hanno da poco iniziato a partecipare alle gare di Muay Thai, e intendo poi portarli ai prossimi campionati italiani. Svolgeremo molto allenamento e sezioni di sparring; conduco i ragazzi in gara allo scopo di farli combattere, acquisire più esperienza sul ring e confrontarsi con altri atleti di diversi livelli tecnici. Nel combattimento sportivo i colpi sferrati dagli avversari possono essere sia schivati sia parati; occorre un’ ampia e solida preparazione in occasione delle gare, soprattutto per la sicurezza e la salute degli atleti”.

Nabil Morcos

Nabil Morcos

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui