Dopo lunghe ed intense stagioni, l’avventura di Matteo Colombo alla guida della Juniores Nazionale della Castellanzese si è conclusa e la società ha individuato in Marco Visentin il profilo giusto per proseguire il lavoro con l’Under19 neroverde.

L’ex Union Villa Cassano è stato caldamente suggerito dal preparatore atletico Stefano Faletti, e lo stesso Visentin lo conferma: “La società cercava un allenatore e Stefano ha fatto il mio nome: c’è stato un primo colloquio conoscitivo con il direttore Asmini, ci siamo trovati in sintonia fin da subito e dopo pochi giorni mi ha richiamato. Non ho avuto dubbi: sarà una bella sfida”.

Nella tua carriera da allenatore sei sempre stato al Cassano, come ti approcci a questo passo?
“Cassano è il mio paese e allenando in rossoblù, sia per le giovanili che per la Prima Squadra, portavo dentro di me un bello spirito campanilistico: quando ero in panchina ero motivato da qualcosa che andava oltre il calcio. Adesso sarà diverso, e proprio per questo ho tanti stimoli. La Castellanzese l’ho più volte affrontata da avversario e da fuori ho sempre avuto tanta ammirazione; ora che ne faccio parte voglio proseguire su questa strada dando tutto me stesso”.

Il fatto di aver già maturato una bella esperienza in un settore giovanile può essere utile per approcciarsi a una Juniores Nazionale?
“Indubbiamente il bagaglio esperienziale ti torna sempre utile: al Cassano ho allenato i Giovanissimi Provinciali, gli Allievi Regionali e la Prima Squadra in Prima Categoria. Ogni età è complessa e, a modo suo, ti fa crescere anche come allenatore. So bene che la Juniores è una categoria “complicata”: in generale, in ogni piazza, ci sono ragazzi davvero bravi da un punto di vista tecnico che magari peccano a livello di atteggiamento. Non voglio sembrare nostalgico, ma credo che nel calcio si stia rompendo qualcosa: io ho una mia idea e voglio fare in modo che i miei ragazzi trovino la loro strada attraverso un approccio caldo e appassionato al calcio, non freddo e matematico. Il calcio per me è passione e chi gioca deve aver dentro quel fuoco che oggigiorno, in alcuni casi, si sta spegnendo”.

Alla domanda “cosa ti senti di poter dare?”, risponderesti dunque con la parola “passione”?
“Direi proprio di sì, intendo trasmettere la voglia di vivere il calcio in maniera giusta perché, se ben interpretata, può accompagnare il percorso di vita. Credo sia giusto essere onesti: un ragazzo di una qualsiasi Juniores Nazionale deve sapere che non potrà sempre vivere di sogni. Io auguro a chiunque di poter arrivare in Serie A, ma più realisticamente si potrebbero fermare a una Promozione, un’Eccellenza o una Serie D. Non c’è nulla di negativo in tutto ciò, ma è bene che i giovani acquisiscano subito la giusta consapevolezza per poter affrontare nel migliore dei modi una stagione”.

Arrivi in una società che ha sempre curato il settore giovanile: negli ultimi anni, eccezion fatta per la scorsa stagione, il fiore all’occhiello è stata proprio la Juniores. Questo comporta maggiori responsabilità?
“Le responsabilità nascono nel momento in cui accetti un qualsiasi progetto. Conosco bene la tradizione sportiva della Castellanzese e posso garantire che nessuno parte con l’intento di far male (ride, ndr). Credo che il lavoro di mister Colombo sia sotto gli occhi di tutti e lo ringrazio perché per ogni giocatore mi ha fatto avere una relazione dettagliata. Non conosco ancora direttamente tutto il gruppo, probabilmente ci saranno degli innesti o delle modifiche, ma mi piacerebbe dar via ad un percorso che ci possa portare in alto sia in termini di classifica che di crescita sportiva”.

A tal proposito, quanto è importante la sinergia con la Prima Squadra?
“Fondamentale, a maggior ragione perché anche noi ci avverremo della supervisione di Stefano Faletti che seguirà la preparazione atletica. Il dialogo e il confronto con la Prima Squadra sono stimolanti per tutti e l’augurio è di poter far integrare fra i grandi quanti più ragazzi possibili; questo è il nostro macro-obiettivo. Le strutture? Contribuiscono al prestigio di una piazza del genere: nel calcio di oggi il ritmo è fondamentale e avere una struttura così performante, oltre ad un campo in sintetico davvero bello, potrà farci fare la differenza”.

Per quanto sia prestissimo, aspettative su quello che dovrà essere il vostro cammino in campionato?
“L’augurio è di migliorare la classifica dell’ultimo anno e arrivare ad agganciare il treno playoff, aspetto che in un campionato senza retrocessioni è di fondamentale importanza; il rischio, altrimenti, è quello di arrivare a marzo senza obiettivi perseguibili e la stagione di conseguenza si spegne. Un planning? Idealmente ci ritroveremo intorno a metà agosto: considerando che il campionato inizierà il 14 settembre ci faremo trovare pronti per il debutto”.

Per te, infine, che annata sarà?
“Sicuramente un’annata importante. Come prima cosa dovrò staccarmi dalla mentalità di una Prima Squadra, composta solitamente da giocatori più indipendenti; mi focalizzerò sulle abilità dei ragazzi per farle fruttare al meglio. Poi sarà una bella sfida per me, visto che dovrò raggiungere nuovi obiettivi concordati con persone che ho conosciuto da poco ma che mi hanno fatto una bella impressione. Posso dire di essere carico e motivato, ho più voglia che timore”.

Matteo Carraro

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